La regina perversa, capitolo primo

Scritto da , il 2012-10-25, genere sadomaso

Capitolo primo, il fratello della regina
La regina aveva un fratello, più giovane di lei (lei 40 lui 28), con il quale aveva un rapporto incestuoso; non arrivava a farsi fottere da lui (si è detto che Clara era vergine) ma , ogni tanto, andava nel suo letto, gli prendeva il cazzo e lo masturbava; poi, si faceva mettere il cazzo in bocca e lo succhiava , masturbando il congiunto nella zona che va dal culo alle palle, fino a quando non gli sentiva svuotare lo scroto sotto la sua mano, almeno era questa l’impressione che lei aveva , sentendo lo scroto di lui come se fosse preso da un sussulto, mentre veniva invasa nella bocca dalla sborra calda che con voluttà ingoiava.
Il ragazzo però aveva intenzioni non amichevoli verso di lei, sognando di diventare lui il padrone di tutto; così un giorno incaricò due sicari di farla fuori. Il ragazzo, ingenuamente, non aveva tenuto conto che i sicari erano stati avvisati preventivamente dalla sorella che, nella sua malignità, aveva previsto un’eventuale del genere : nel caso che avessero avuto proposte di questo genere, dovevano avvisarla: lei avrebbe saputo ricompensarli adeguatamente .Uno dei sicari non era stato avvisato dalla regina, per cui prese l’incarico che gli era stato affidato, l’altro fece il doppio gioco ed avvisò la regina che consigliò al suo sicario di non avvisare l’altro: voleva coglierlo sul fatto e vendicarsi appropriatamente; lei amava questi complotti, durante i quali poteva mettere allo scoperto tutta la sua malvagità sadica e non avvisare l’altro sicario le dava un piacere sottile che già la faceva bagnare tra le cosce per il godimento che l’evento le avrebbe procurato.
Così una notte i due penetrarono nell’appartamento reale e raggiunsero la stanza dove la regina dormiva seminuda, con le cosce spalancate e una mano sulla fica, segno di una precedente masturbazione con la quale lei,abitualmente, conciliava il suo sonno malefico,abitato da incubi sadomaso. Il sicario che ignorava il complotto si avvicinò alla regina , tra le mani aveva i capi di una corda
con la quale avrebbe dovuto strangolarla,il compito dell’altro sicario era quello di tenerla ferma mentre lui stringeva la corda al suo collo. Ma l’altro sicario, invece di bloccare la donna per le cosce, come erano rimasti d’accordo, le dette un colpetto ad un piede; la regina ,che stava sull’avviso, aveva afferrato un coltello lungo e sottile e con questo ,gettandosi di lato per sfuggire alla corda che l’avrebbe strangolata, detto un colpo veloce e micidiale sotto le palle del sicario, ficcandoglielo in profondità, in modo che lei sentì sulla mano il caldo dello scroto, zona che lei amava tanto; il sicario emise un urlo di dolore, sentendo il calore del sangue che gli usciva dalle palle e non ebbe quasi il tempo di accorgersi di quello che stava succedendo, perché l’altro sicario prontamente gli aveva messo un braccio alla gola da dietro stringendo con tutta la sua forza, in modo che, velocemente, lo strozzò, schiacciandogli la trachea;la regina non si lasciò sfuggire quell’occasione golosa,tenendogli il cazzo stretto nella mano,si masturbò con violenza e venne, strabuzzando gli occhi e buttandosi a cosce aperte, poi, sul letto, con aria disfatta; poi, disse al sicario che aveva fatto il suo dovere: “ora va da lui, e digli che il compito è stato eseguito, digli che l’altro è morto, perché gli ho bucato le palle e che tu mi hai strangolata, intanto dammi anche tu il cazzo perché voglio mettermelo in bocca” gli prese il cazzo che era durissimo :l’altro sicario era un sadico, come tutti i sicari, con tendenze omosessuali: l’avere strangolato un uomo l’aveva fatto eccitare e il suo cazzo stava quasi liberandosi della sborra; la regina lo masturbò velocemente e se lo fece venire tra le tette, spalmandosi, poi, quel mare di liquido schiumoso sulla pancia fino all’imbocco della fessa.
L’uomo tornò dal ragazzo, fratello della regina, di nome Ildebrando e l’informò secondo i dettami della regina; disse che l’altro sicario era morto e che lui l’aveva lasciato sul posto. Ildebrando, soddisfatto, dette il compenso pattuito al sicario ma, come questi si avviò per andarsene, estrasse una pistola preventivamente caricata, e gli sparò una palla alla schiena: non voleva lasciare testimoni; poi, aprì una botola al fondo della quale c’era dell’acqua e , dopo essersi ripreso l’oro con il quale aveva pagato il sicario,con un calcio, lo fece precipitare; Ildebrando illuminò il fondo della botola e vide che l’uomo, ferito a morte, ma non ancora spirato,non riusciva a nuotare per cui , dopo poco , affogò, scomparendo nell’acqua e lasciando, come unico segno della sua morte, delle bollicine che venivano a galla.
Poi, Ildebrando andò a dormire.
Il giorno dopo, Ildebrando, svegliatosi, andò in sala da pranzo, dove una schiava gli aveva preparato una colazione abbondante. Mentre stava mangiando, sentì da lontano la voce della sorella; sudando freddo, guardò alla porta, sotto la quale, dopo qualche tempo, si materializzò la figura alta e scura della sorella. Ildebrando guardava la sorella sbarrando gli occhi, credendo di trovarsi di fronte a un fantasma e questa, con un sorrisetto sadico, gli disse: “Ildebrando, che ti succede, sembra che tu abbia visto uno spettro”; poi gli si avvicinò e gli si sedette sulle ginocchia; incurante della presenza dei servi, mise la mano sotto il gonnellino del fratello e, scostando la fasciatura che copriva lo scroto, afferrò il pacco di lui; trovandolo moscio, esclamò: “Ildebrando, ma tu devi mangiare, guarda in che stato sono ridotti i miei gioielli” nel frattempo gli soppesava i coglioni, “forse, hai bisogno di quegli stimoli che tanto ti fanno andare di testa, quelli che conosciamo solo io e te, che ne dici” così, aveva estratto da una tasca un lungo nastro rosso e tenendone un capo in bocca, con l’altra mano lo avvolse due volte stretto al collo di Ildebrando, per afferrarne, poi i due capi e tirare verso di sè, mentre la mano sotto al gonnellino era andata ad afferrare l’uccello di Ildebrando che stava prendendo una certa consistenza; “uhhh, guarda il mio fratellone, si sta svegliando, basta stringerlo alla gola e immediatamente gli si gonfia il cazzo” ; fece poi un cenno ad uno dei servi: “sentì, vagli dietro e tienilo fermo sulla sedia, dobbiamo dare una lezioncina al ragazzo, non è vero?,mi hanno detto che voleva fare del male alla sorellina, alla sua affezionata sorellina , il cattivone; ma saranno bugie, certamente, non sarà stato mica lui a mandarmi stanotte quei due masnadieri che volevano strozzarmi; però, ad ogni buon conto, una piccola lezioncina bisognerà dargliela, non si sa mai” ; lo sgherro immediatamente si mise dietro il ragazzo tenendolo bloccato per le braccia, mentre la regina continuava ad andare su e giù sulla mazza del fratello, baciandolo in bocca e infilandogli una lunga lingua dardeggiante fino in gola, mentre lo guardava attenta diventare rosso con le vene del collo che si gonfiavano per il laccio che lo stava strangolando. Il ragazzo si dibatteva, cercava di scalciare la sorella dalle sue cosce, mentre questa diceva: “mmhh, poverino, gli sta uscendo la bavetta dalla bocca al mio fratellino, ma che, vogliono farti del male, chi è , la tua sorellina cattivona che ti vuole strangolare?, guarda, ti si sono gonfiate tutte le vene del collo, pare che stanno per scoppiare, che dici, le volessimo tagliare?, sai, ti potrebbe salire la pressione del sangue, un taglietto e la pressione scenderebbe … ah , dimenticavo, che stupida, al fratellino fa orrore il sangue, meglio stringere un altro poco, che ne dici?” Strinse molto, molto di più, il laccio, mentre lo scrutava e lo masturbava più forte, fin che sentì un fiotto caldo inondarle la mano che gli teneva il cazzo; era il segnale che aspettava, cominciò a sussultare scossa da un violento orgasmo, poi, mentre guardava il fratello , che lentamente si afflosciava, fece cenno allo schiavo che aveva tenuto fermo Ildebrando, di inginocchiarsi per leccarle la fessa; cosa che questi eseguì prontamente, lisciandole la zona dalla fica al buco dell’ano, nel quale aveva infilato un dito, mentre la regina sussultava sulle cosce del fratello morto, con la mano sul cazzo di lui che era rimasto duro e scivoloso per la sborra che era uscita abbondante. Infine la regina ordinò allo sgherro di aprire la bocca e , estratta prontamente di tasca una pistola carica , infilò la canna nella bocca dell’uomo, in modo che questi, quasi soffocato da quell’arnese che , nella mente malata della regina, rappresentava il cazzo che le mancava, tra gli strumenti che dovevano procurarle godimento,cercava di arretrare; non prima, però, che Clara gli esplodesse un colpo in bocca, facendolo stramazzare al suolo.
Poi, la regina aperse una botola, di cui quel castello abbondava e, faticosamente, trascinò i corpi del fratello e del sicario fino alla botola, facendoli precipitare.
scritto da sadie strangler
strangolatore31@yahoo.it


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