La Sauna EP 10

Scritto da , il 2012-07-15, genere etero

Terza sera in albergo, ai piedi dello Stubai, decidemmo, di scendere a fare la sauna, come forse non tutti sanno, da queste parti si entra nudi. Ovviamente i ragazzi, sia Marco che Federico, si vergognavano ai massimi, soprattutto Federico, che malgrado la mia, nostra insistenza, anche di Simona, non ci seguirono, anzi, non volevano andassimo, nemmeno noi. Una volta scese, nello spogliatoio, ci siamo denudate, quindi abbiamo indossato l’accappatoio, e ci siamo recate, nell’area relax delle saune. A noi diede subito uno strano effetto, c’erano uomini, donne, giovani e meno, tutti che circolavano tranquillamente biotti. Quindi, secondo le usanze locali, ci siamo tolte l’accappatoio, e ci siamo portate come tutti, prima e dopo la sauna, sotto una cascata di acqua gelata, cosa che dopo i primi istanti, ci indusse un urlo disumano, mi fece immediatamente irrigidire i seni, e inturgidire i capezzoli, in modo totalmente evidente. Simona, me lo fece notare, sottovoce, ma anche lei, si trovava nella stessa situazione, dopo essere passata. Ci siamo poi infilate nella sauna di media temperatura 60°. Una situazione paradossale, dopo poco, da una parte il caldo, di contro, l’acqua ancora fresca, che colava lentamente sul seno e quindi gocciolare dai capezzoli, mi faceva impazzire. In aggiunta lo spettacolo di alcuni maschietti nudi, mi stava eccitando all’inverosimile, e avevo la netta impressione si potesse anche vedere, mi sentivo il seno turgido, e i capezzoli ritti e duri, fra le gambe, il pelo bagnato, si mischiava, ai miei umori, che inevitabilmente iniziavano a fuoriuscire. Credo veramente, di essermi vergognata, stringevo le gambe, e successivamente, il sudore che incalzava colando sempre sul seno e sul petto, mi stava facendo impazzire. Dopo 5 minuti siamo uscite, perché, si deve giungere a 15 minuti facendo 5, 10 e successivamente 15 minuti, non oltre. Siamo andate, sudate, per passare sotto la cascata, dove vi fu un nuovo strillo. Finalmente potevo rimettermi l’accappatoio, ci siamo posizionate sulle sdraio, in penombra, ammirando tutti i ragazzi nudi, che ci sfilavano davanti con il pisello moscio e ridondante, ridacchiando, fra di noi, ci chiedevamo sotto voce, come facessero, tutti i ragazzi che si conosceva noi, sicuramente, non avrebbero resistito. Dopo un po’ pensammo di fare il secondo round come da copione. Lasciammo scivolare l’accappatoio sulle sdraio, con in mano la nostra salvietta, ci avviavamo a passare la cascata, io ero sempre più eccitata e l’acqua fredda, non sembrava attenuare i miei, o meglio, nostri bollenti spiriti, anzi, l’effetto dell’acqua gelata sul corpo nudo, mi eccitava ancora di più, unito al fatto di essere sicuramente squadrata da tutti quei maschi, che anche se pareva, fossero indifferenti, sono sicura, qualche occhiata ce la davano volentieri, come del resto facevamo noi. Ammetto che tanti maschietti nudi tutti insieme, non li avevo mai visti, o meglio, tanti maschietti, in totale, non li avevo mai visti nudi. Quindi, passammo un pomeriggio davvero alternativo, e risalimmo in camera, verso le 19, veramente eccitate. In camera, condividevo l’esperienza, con Federico, visibilmente contrariato. “Sei geloso?”, domandai, “Se anche fosse, si, sono geloso, non mi va, che vai in giro nuda”. “Guarda, che non sei il solo maschietto, che mi ha vista nuda, poi il verginello, eri tu, se non sbaglio”, l’ho visto davvero offeso, forse avevo esagerato, “Grazie per avermelo fatto notare, comunque rimango dello stesso parere”. Gli chiesi scusa, facendogli un po’ di coccole, “Guarda che io sono felice di stare con te, non m’importa, anzi, sono contenta di averti svezzato, dai, non fare il musone, domani vieni giù anche tu, vedrai quante ragazze ci sono, ti rifai la vista anche tu!”. Mi rispose, di non provocare, che avrebbe potuto anche venire davvero, allora lo presi in parola, e gli dissi: “Domani venite anche tu e Marco, allora, non vi tirate indietro”. A cena abbiamo discusso divertiti della cosa, con il serio proposito di trascinare i ragazzi in sauna. Dopo cena, però saliti in camera, mi era tornata una voglia che avevo dal pomeriggio, anche se la mia bella scopata, l’avevo avuta tutte le sere. Mi sono spogliata completamente, mentre gli stavo di fronte nuda, “Scemotto, non lo capisci che gli altri mi possono anche guardare, ma tu mi puoi avere anima e corpo, ti voglio bene, il resto non conta”. Ci scambiammo un lungo bacio, appassionato, andai in bagno a lavarmi, poi mi sdraiavo prona sul letto, aprendo il cassetto del comodino, prendevo il gel lubrificante, e senza girarmi: “Adesso, tu mi prendi il culetto, hai capito?”. Senza rispondere nulla, Federico, girava intorno al letto, mi venne dietro, divaricava le mie gambe e iniziava aprendomi le natiche a leccarmi il culetto, scendeva verso la mia fighetta, che era già bagnata. Poi prese dal cassetto un pennarello, e me lo infilava, dentro la fighetta bagnata, masturbandomi. Cominciavo davvero a eccitarmi seriamente: “Dai spogliati”, mentre mi giravo supina, prendevo il pennarello, e continuavo da sola a infilarmelo, mentre Federico si denudava e si presentava con il pisello duro. Avevo lasciato a casa le palline, e quel pennarello, era capitato a proposito. Una volta nudo, Federico si mette fra le mie gambe, toglie il pennarello, e inizia a introdurmi due dita, della mano sinistra, masturbandomi, mentre mi teneva la destra sul pancino, facendo un leggero movimento circolare. Mi faceva impazzire, tanto che venni quasi subito con poderosi schizzetti che gli bagnarono tutto il palmo della mano, di cui in seguito si dava delle poderose leccate. “MMmmmm, sei veramente gustosa cucciola”, quindi si chinava su di me, proseguendo la masturbazione, mentre mi succhiava avidamente i capezzoli e mi faceva dei poderosi succhiotti. La masturbazione unita ai succhiotti sul seno non tardava a farmi avere un nuovo graditissimo orgasmo, al quale univo poderosi gemiti di piacere. Quando realizzò di avermi soddisfatta a sufficienza, tolse la mano sinistra dalla mia fighetta e mi propose le dita vistosamente bagnate dai miei umori. Io esitavo, senza dire nulla, lo guardavo sicuramente con espressione pietosa, come dire “Ti prego no!”. Lui, senza dire nulla, spinse lentamente le dita nella mia bocca, che non osava opporre resistenza, quindi sfilarono fra le mie labbra, per fare pressione sulla mia lingua. Io ero quasi, o meglio ero proprio schifata, lui mi disse, serio: “Succhia, dai, fai la brava”. Ubbidivo, succhiai le sue dita, mentre le sfilava lentamente fra le mie labbra, il sapore agrodolce dei miei umori, mi dava una stranissima devastante impressione, un brivido, mi pervase da subito. Fissavo Federico, sempre con lo stesso sguardo, una volta sfilate le dita dalla mia bocca, mi propose il palmo: “Lecca, da brava”, io abbassavo lo sguardo, guardai il palmo umidiccio e impregnato dei miei umori. Non mi feci ripete la richiesta e ubbidivo con tre poderose leccate, che riempirono la mia bocca del mio sesso. Federico, si avvicinò, baciandomi, con passione, mentre, io allungavo la mano fra le sue gambe massaggiando i testicoli gonfi. Ero ancora eccitata, come e più di prima, questa trasgressione, mi aveva esaltato ulteriormente, e non vedevo l’ora di essere penetrata nel culo. Mi rimisi prona sul letto, posizionandomi un cuscino sotto al pancino, Federico, prese il gel, e lubrificava per bene il mio culetto, prima con un dito, poi con due, mentre io mi allargavo, prendendomi le natiche con le mani. In ultimo, prese il pennarello di cui sopra, me lo ripropose fra le labbra, senza opporre resistenza, lo succhiavo facendo riaffiorare nella mia bocca il sapore del mio sesso. Una volta tolto dalla mia bocca, Federico, a sua volta, lo ripassò con la lingua, mentre io continuavo a tenermi le natiche divaricate, con la coda dell’occhio vedevo Federico spalmare il pennarello di gel, e successivamente lo sentivo, forzare sul mio sfintere. Cercai di divaricarmi le natiche al massimo, e rilassare il culetto, mentre lo sentivo entrare, mi faceva anche un po’ male, era davvero duro e grosso, sembrava non finisse mai. Quando fu tutto dentro di me, mi disse: “Togli le mani”. Ubbidivo, come fino a quel momento, lui si posizionava di fronte a me, e mi introduceva il pene lucido e scappellato fra le labbra. Lo lasciò il tempo necessario a bagnarlo di saliva, poi, divaricando una gamba sul letto mi proponeva le palle, che io prontamente, provvedevo a succhiare facendo scivolare fra le labbra i testicoli. Tornava poi fra le mie gambe, facendo correre il pennarello, che aveva ormai dilatato per bene il mio culo e lo sfintere. Lo estrasse, velocemente, fu quasi una liberazione. Mi chiese di divaricarmi le natiche con le mani e introdusse ancora gel nel mio culetto. Si lubrificava il pene, posizionandosi sopra di me, iniziava la penetrazione del mio culetto. Quando fu tutto dentro di me, sentivo i testicoli contro la mia fighetta bagnata. Federico, mi scostava i capelli sul collo e carezzandomi la testa, sempre con il cazzo tutto dentro, mi baciava il collo e l’orecchio destro, “Ti voglio bene Manuela”, mi sussurrava nell’orecchio. Stavo impazzendo, sentivo il seno gonfio i capezzoli duri, quando Federico mentre continuava a baciarmi sul collo, li prese entrambi con le mani stuzzicando le punte dure e ritte. Io muovevo leggermente il bacino, stimolando Federico, che restava fermo dentro di me. Prese a muoversi scopandomi il culo e strizzandomi i seni, mentre mi faceva un meraviglioso succhiotto sulla spalla destra. Entrava e usciva con una lenta cadenza regolare: “Così va bene? Ti piace?”, ansimando rispondo: “Benissimo Federico, continua così”. Sentivo il mio culetto dilatato dal suo cazzo, che ormai scorreva facilmente, nel mio retto, dandomi proprio una sensazione concreta della dilatazione interna. Federico aumenta il ritmo, tanto che un paio di volte il cazzo si sfila dal mio culo, e quindi, lo reintroduce, in quel momento, quando il glande viola il mio sfintere, concretizzo la penetrazione, l’ingresso del cazzo nel mio culetto. Federico, stava per venire, sentivo dei colpi decisi in profondità, i testicoli sbattere sulla mia figa. Federico sta per raggiungere l’orgasmo, si alza sulle braccia, poste ai miei fianchi e mi riempie il culo con il suo sperma, sento i suoi schizzi caldi nel mio intestino. Federico si accascia su di me ansimante dopo un gemito, questa volta sufficientemente rumoroso. Lo sento sulla mia schiena, sulle mie natiche rilassato, mi sento protetta, mi rilasso anch’io. Volevo cercare di tenermi dentro tutto, questa volta, poi era anche sopraggiunta sonnolenza, quindi decisi di dormire, rivolta verso il materasso. Federico pretese il cuscino che avevo tenuto sotto, dice che il mio odore, gli concilia il sonno. Il mattino, dopo una doccia veloce, siamo tornati sulle piste. Il pomeriggio al nostro rientro in albergo, come promesso, trascinammo i ragazzi alle saune. Io e Simona iniziammo a spogliarci, i ragazzi, erano assolutamente riluttanti, ma alla fine si denudano, infilandosi subito l’accappatoio. Una volta raggiunta l’area saune, occupiamo quattro sdraio, quindi ci prepariamo per passare la cascata, di seguito, la sauna. Io e Simona, ci togliamo l’accappatoio, buttandolo sul lettino, restando nude, con in mano la salvietta: “Ragazzi, andiamo!” mi rivolgo a Marco e Federico, nella fattispecie, ero nuda, di fronte a Marco, il ragazzo della mia sorellina, lui imbarazzatissimo, si toglie l’accappatoio, e non posso fare a meno di notare la sua erezione, trattenendo un sogghigno, mi rivolgo a Federico, con lo sguardo, più riluttante, dunque, mi avvicino, e gli slaccio l’accappatoio, per poi toglierlo. Ovviamente, nemmeno a pensarlo, anche lui con il pisello eccitato. “Adesso, ve li raffreddiamo noi i bollenti spiriti”, presi Federico per mano, lo accompagnavo verso la cascata, notai, che alcune ragazze, che ci incrociano, scambiavano sguardi e ridacchi, evidentemente suggeriti dall’erezione dei ragazzi. Presi Federico e lo spinsi sotto la cascata, “Cazzo, è gelata!”, cercava subito un disimpegno, io l’ho ripreso, riportandolo con me, sotto l’acqua gelata: “Vieni, che ti calmo i bollenti spiriti”. In effetti l’acqua fredda, ottenne il suo effetto, quindi Simona portava anche Marco, sotto l’acqua. Una volta rinfrescati i ragazzi, siamo entrati in sauna, ci siamo seduti sulle panche nella penombra, cullati da una musica distensiva. “Ragazzi 5 minuti, rilassatevi, chiudete gli occhi, tranquilli”, Simona ammoniva i ragazzi. Il primo Round si concluse decisamente bene, non c’erano molte persone, ma quando siamo arrivati al quarto d’ora, ero sdraiata sulla panca, con le gambe piegate, in fianco, c’era Simona, eravamo onestamente eccitate ai massimi, di fronte a noi Marco e Federico semplicemente seduti. In maniera diabolica, provocavamo i ragazzi, divaricando leggermente le gambe, sapendo benissimo, di lasciare a loro la vista della nostra fighetta bagnata. Ero onestamente molto eccitata, e malgrado mi vergognassi, dell’evidente stato d’eccitazione, forse, non quanto i ragazzi, ma uno sguardo attento al mio seno turgido e i capezzoli duri e ritti, non lasciavano molto spazio a equivoci. Ad un certo punto entrava una ragazzina bionda, 16/17 anni, completamente depilata, si posizionava alla mia sinistra, sdraiata come me e Simona, ma lasciando le gambe distese. In ogni modo, credo che dalla posizione di Marco, fronte a me, si vedesse parecchio bene la sua fighettina, probabilmente anche vergine. C’erano anche altre belle ragazze, quindi Marco e Federico, non restarono impassibili, e loro malgrado, subirono il richiamo di una evidente erezione, entrambi, che ovviamente, non poteva essere nascosta. Una ragazza, più grande di me, avrà avuto 30 o 35 anni, molto bella, una donna di cui potrei essere gelosa, se Federico non fosse esageratamente giovane per lei, si rivolge a Federico, in tedesco, ovviamente lui non capisce, quindi, gli chiede se parlasse inglese. Federico non è che sia propriamente bravo in inglese, quindi, sono intervenuta, modestamente con l’inglese me la cavo. La signorina, mi chiede se fossero i nostri ragazzi, io confermo, mi chiede, guardandoli, con un sorriso, quanti anni avessero, io risposi la verità, che avevano 18 anni e si vergognavano a morte. Lei mi rispose che si vedeva, però aveva notato anche la nostra situazione, che a una donna, non potevamo raccontarla, era evidente, che fossimo eccitate pure noi. Io dovetti convenire, lei ci salutava e usciva. Io con una risata, mi rivolgo ai ragazzi, divaricando le gambe, volutamente, con la scusa di vederli in faccia, ma mi eccitava ancora l’idea della provocazione, “Avete sentito…… Avete fatto la vostra figura di merda”, il tutto con tono ironico. Con mia grande sorpresa, la ragazzina, si rivolge a me, sempre in inglese, e mi dice: “Non so cosa ai detto ai ragazzi, lo immagino, ma la figuraccia, l’avete fatta anche voi!”. Mi sarei sotterrata, la ragazzina aveva ragione, per un istante, non sapevo cosa rispondere. Dovetti convenire che avesse capito bene, ma anche lei, sicuramente, non poteva essere indifferente ai maschietti. La conversazione terminava, in quanto dovevamo uscire. Nell’alzarmi, aprivo le gambe, mettendo Marco in definitivo imbarazzo. Tornati in camera, venivo seriamente rimproverata da Federico, al quale ho dovuto sinceramente chiedere scusa, per il mio atteggiamento dissoluto, in fondo non aveva tutti i torti. Per farmi perdonare pensai di fagli uno dei miei pompini da favola. Quando ci siamo spogliati e siamo entrati in doccia prima di cena, ho iniziato a insaponarlo per bene, l’ho massaggiato sul petto , scendendo verso i genitali, l’ho fissavo negli occhi, senza dire nulla, iniziavo a segarlo, delicatamente, con tanto sapone. L’ho voltato, lavandogli bene le natiche, mi sono coperta il dito di sapone liquido, mi sono chinata, facendolo voltare nuovamente, penetravo con il medio destro nel suo sfintere, piano ma in modo risoluto, gli schizzi della doccia sciacquavano il pene, e io lo prendevo in bocca, o meglio fra le labbra, sapeva ancora di sapone, con il palmo della mano destra, stringevo i testicoli. Iniziavo ad eccitarmi anch’io, l’acqua della doccia mi bagnava la testa, e scendeva lungo il corpo. I vetri della doccia, erano abbondantemente appannati dal nostro ansimare. Federico, ha chiesto di venirmi addosso, nessun problema da parte mia, anche, se mi dispiace sprecare lo sperma. Gli dico di farmi sapere quando stava per venire, ero sufficientemente eccitata anch’io, non mi dispiaceva, in fondo, l’idea di farlo venire sul mio petto. Mentre lo succhiavo avidamente, e lavoravo il dito dentro il suo culetto, mi sentivo parecchio eccitata. Quando Federico mi dice: “Cazzo Manuela, sto per venire”, lo sfilo dalla bocca, inizio a segarlo, con la sinistra, mentre strizzo i testicoli, con il palmo della destra e mi lavoro il suo culetto, con il medio. Pochi istanti e Federico schizza abbondantemente sul mio petto, strofino la cappella sul mio capezzolo sinistro. Sono eccitatissima, e a mia volta, chiedo a Federico di masturbarmi, non mi lavo subito, mi posiziono su una rientranza in muratura, ricavata nella doccia, lo sperma sul mio seno, mi eccita, sono eccitata, mi sento il seno tumido, i capezzoli ritti e duri. “Ti prego Federico, fammi godere”, lui si posiziona fra le mie gambe, si unge abbondantemente il dito medio con il sapone liquido, inserendolo tutto, nel mio culetto, che lo accoglie, lasciandomi violare lo sfintere, penetrava senza problemi. Dopo qualche movimento, estrae il dito, per insaponarsi nuovamente anche l’indice, inserendo contemporaneamente, le due dita, nel mio culetto, che si dilata lasciandosi penetrare in profondità, senza problemi, anzi, con mio grande piacere. In contemporanea, Federico, si prodiga in poderose leccate sulla mia fighetta eccitatissima, che tengo divaricata con le mani. La sua lingua, lavora meravigliosamente sul mio clitoride gonfio. Sto godendo alla grande, ne faccio partecipe Federico, con i miei gemiti di piacere. Sento prossimo l’orgasmo, lo stimolo si avvicina, per quanto io cerco di contenerlo, ansimo notevolmente. Sento lo stimolo di fare pipì, sempre più incontenibile. Con la mano sinistra, mi spalmo sul seno i residui di sperma, strizzandomi i capezzoli duri, quindi mi lecco il palmo della mano, assaporando il salato sperma di Federico, raggiungo l’orgasmo, con una serie di poderosi schizzi, che Federico, succhia direttamente dalla mia fighetta, accompagnati dai miei gemiti di piacere. Finimmo di lavarci, il giorno dopo, rientrammo a casa, fine della vacanza……. SEGUE EP 11

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