Ultimo dell'anno con sorpresa

Scritto da , il 2012-01-10, genere trans

Mi ero lasciato da poco più di tre mesi, ero stato io a troncare la relazione che durava da circa due anni, troppe incomprensioni. Ero ritornato single, ma avevo perso il vecchio gruppo di amici, mi ero ritrovato da solo e spesso andavo per locali in compagnia di Bruno.
Per fine anno non sapevo cosa fare, la cosa non mi toccava più di tanto, l’ultimo dell’anno non è la festa che preferisco; fu Bruno a propormi una festa di un sua amica universitaria, presso una casa nella campagna laziale.
Accettai, non avevo di meglio da fare. Arrivammo a casa di Veronica intorno alle 22.00, la padrona di casa ci accolse con garbo, vestita in abito nero che risaltava ancor di più la sua carnagione bianca, era esile, capelli corti neri, con un percing sulla ciglia destra. Non bella ma aggraziata nelle movenze, ci fece entrare, presentandoci a parte della compagnia, in tutto non superavamo le cinquanta persone.
La casa era isolata, appena si entrava si apriva un vasto salone, che nascondeva un piccolo cucinotto; sopra tre camere e un bagno.
L’arredamento era scarno, ma Veronica ci disse che la casa veniva utilizzata qualche volta d’estate come rifugio dalla caluria della città.
L’ambiente mi parve un po’ strano, o meglio eccentrico; Veronica doveva essere una ragazza piuttosto eccentrica, tra gli invitati scorsi anche un paio di trans e qualche ragazzo che non nascondeva il fatto di essere omosessuale.
La serata era già iniziata, molti degli invitati si erano affollati sul buffet ricco, io e Bruno rimanemmo un attimo in disparte a sorseggiare del vino; ma presto iniziammo a conoscere le varie persone presenti. La serata era piacevole, mi divertito, il fatto di non conoscere nessuno, e quindi di far nuove conoscenze mi piaceva. A mezzanotte ci fu il brindisi poi si aprirono le danze, si spense la luce e un dj comincio a mixare i dischi. Tutti iniziarono a ballare e anch’io feci al stessa cosa.
Intorno alle 02.00 andai alla toilette dovevo urinare; sali le scale entro e davanti a me si presenta uno dei trans visti precedentemente intento a pisciare. Stava dritto, di fronte alla tazza, vestito con una maglietta nera attillata e un giacchettino corto in pelle rossa, una gonnellina nera copriva il prosperoso sedere, e appoggiato sul perizoma un poco abbassato un cazzo mulato.
“Scusami – mi affrettai a dire imbarazzatissimo – la porta non era chiusa e sono entrato dimenticando di bussare. Esco subito.”
“Non ti preoccupare – mi rispose asciugandosi con un po’ di carta – ho appena finito, ti lascio il bagno. Ci vediamo.”
Rimasi confuso, meccanicamente feci quello che dovevo fare e ritornai a ballare. Alle 04.00 Bruno si avvicinò e mi disse: “Senti vado via con una tipa che ho conosciuto, te che fai se vuoi puoi rimanere Veronica è molto ospitale.”
“Rimango – risposi – mi sto divertendo. Te come torni?”
“Mi rifaccio accompagnare. Ci vediamo”.
Tornai a ballare in molti erano andati via, ero riuscito a recuperare qualche numero di telefono di alcune ragazze, e la serata stava volgendo al termine e intorno alle 06.00 ci furono gli ultimi saluti. Mi sentivo stanco, tanto che Veronica mi disse: “Se vuoi puoi dormire qui, e domani in tarda mattinata ci alziamo facciamo colazione e ritorniamo a casa, per me non ci sono problemi, vedi te.”
“Ok”, risposi “magari ci scappa anche di fare un po’ di sesso” pensai.
Salimmo in camera, ci tirammo sul letto così come eravamo vestiti togliendoci solo le scarpe. Iniziammo a parlare di cosa facevamo nella vita e di altre futili argomento, finchè preso dall’istinto le presi il viso e la baciai. Veronica non si ritirò, ma si fece più audace, cominciò infatti ad abbracciarmi a toccarmi, fino a prendermi il pacco. Non esitai un attimo, gli alzai il vestito e comincia a toccargli la fica. In poco tempo eravamo nudi sul letto a fare un sessantanove, io sopra e lei sotto. Ad un certo punto la luce fu accesa e una voce disse: “Ci divertiamo eh?”
Alzai lo sguardo e davanti a me apparve il trans che avevo incontrato nel bagno. “Mi devo scusare io ora per non aver bussato – disse – ma avete dimenticato di chiudere la porta. Veronica – continuò – pensavo di trascorre la notte con te, ma vedo che hai preferito altre persone.”
“Anita – rispose Veronica sculacciandomi il culo – il letto è grande, se ci stringiamo entriamo tutti.”
“Scusatemi – intervenni – forse sono di troppo, posso tranquillamente dormire in un’altra stanza.” Feci per andarmene ma Veronica aveva ricominciato a succhiarmi il cazzo. “Vuoi lasciare il lavoro a metà – fece Anita che aveva lasciato scivolare il giacchetto sul pavimento – vedi come te lo succhia bene.” Guardai per un momento Veronica che mi accarezza le natiche mentre mi leccava le palle e quando mi rigirai Anita si stava togliendo il perizoma facendo scivolare tra le sue gambe l’asta. “Vuoi assaggiarlo – mi disse mentre se lo soppesava – magari ti piace”, fece con un sorriso malizioso. “Prova”, disse Veronica mentre con la mani cercava di spingermi verso Anita, “Lasciamo stare” risposi, ma non feci in tempo a finire la frase, che le gambe di Veronica mi strinsero il collo e con un movimento repentino, mi girò capovolgendomi, la schiena sul letto, la testa tra le caviglie di Veronica e le gambe in aria. Anita mi bloccò le braccia, mentre Veronica con il suo peso scivolò sulla mia pancia. Anita, mulatta, era alta circa 1,80, capelli neri lunghi arricciati con il gel, era formosa e con una muscolatura tonica, tenendo i bracci, salì sul letto e mi ritrovai il suo culo sulla mia faccia.
Il tutto era avvenuto troppo velocemente, maledì per un attimo Bruno. Veronica mi teneva fermo le gambe mentre continuava a sollazzarmi con la lingua. “Decidi – disse Veronica – puoi starci e divertiti, oppure starci soffrendo.” Ero imbarazzato e incazzato, vedevo sopra di me questo culo, le palle ciondolare vicino alla fronte e il cazzo di Anita tra naso e bocca che diventava sempre più gonfio. “Cosa dovrei fare” risposi un po’ alterato. Si guardarono poi Anita mi portò il suo cazzo davanti la bocca e disse “Apri!”. Aprì contro voglia e Anita fece calare il suo cazzo dentro la mia bocca e inizio a scoparmi. “Non male per un principiante – disse – bene ora tocca alle palle.” Mentre leccavo e contemporaneamente pensavo a come uscire da quella situazione, sentì la lingua di Veronica iniziare a esplorare il mio buco di culo. La cosa mi piacque, tanto che Anita disse: “Vero, al ragazzo gli piace quello che stai facendo, lo sento da come mi ciuccia i coglioni. Ora passiamo al culo, - continuò Anita tenendomi sempre con forza i bracci – leccalo bene perché altrimenti mi farai male.”
Ebbi un sussulto. “Vieni Veronica – disse poi – tacca a te”. Veronica fu sopra di me ormai non facevo più resistenze, e mentre mi faceva un bel pompino io gli leccavo la fica, intanto Anita lubrificava con lingua il culo della ragazza. “Lubrifica bene con la bocca il mio cazzo – mi fece Anita – ora penetro Veronica”. Riaprì la bocca succhiai per un minuto finchè dopo avergli allargato le natiche fece entrare tutto il suo cazzo nel culo di Veronica. Il cazzo di Anita non superava i quindici centimetri, ma entrò dentro Veronica senza troppa difficoltà.
Veronica si lasciava scopare, ma la sua lingua rimaneva attaccata al mio uccello; mentre io da sotto non potevo far altro che leccare il culo e le palle del trans che si muovevano ritmicamente. Poi Anita uscì e Veronica si mise sul mio di cazzo mentre la sua bocca pompava Anita. Mai avrei pensato ad un ultimo dell’anno del genere. “Voglio sentirti – mi disse Anita mettendosi a pecorina – voglio sentire come mi scopi.” Veronica allargò le natiche ad Anita ed io feci scorrere nello sfintere tutta l’asta. Pompavo con foga,mentre Anita gemeva; ci girammo, io con la schiena sul letto le mani sulle tette, Anita a sedere sul mio cazzo che pompava mentre il suo sbatteva sulla mai pancia. Non resistetti, venni, gridai poi inizia a respirare ampiamente per ristabilire il regolare battito del cuore.
Anita usci lasciando che il mio sperma uscisse in parte dal suo culo, “Ti avevo detto che ti saresti divertito – mi disse – e non è ancora finita. Ora tocca a me godere.” Ero esausto, non opposi troppa resistenza, si spostò rimettendomi il suo cazzo sul viso, mentre mi puliva il mio con la lingua. “Ora Veronica ti prepara il culetto per l’accoglienza – mi disse – fossi in te succhierei bene il mio.”
Ebbi solo la forza di ribattere solo “…fai piano Veronica”. La ragazza mi alzò un po’ le gambe e cominciò a leccarmi tutto il culo e contemporaneamente iniziò infilare prima uno poi due dita. Io cercavo di succhiare il cazzo di Anita meglio possibile, mentre un po’ del mio sperma che usciva dal suo culo mi scorreva sulla fronte e i capelli. Dopo cinque minuti, con tutta calma Anita si spostò, mi si mise davanti, mi alzò un po’ il bacino; io guardai Veronica che si era messa dietro di me pulendomi la fronte mi disse: “Non sentirai niente – fidati – Anita è molto brava a sverginare i culetti come il tuo.”
Guardai Anita che in ginocchio puntava il suo cazzo sul foro del mio culo, mi strizzo l’occhio, e spinse piano. Il mio sfintere cedette quasi subito, senti bruciare le pareti, Anita fu delicata, iniziò a pompare con delicatezza, poi una volta abituato al passaggio, cominciò a scoparmi con più foga; era molto eccitata “Stai godendo bella troietta?” mi diceva, poi la vidi tirare indietro la testa aprire la bocca e spingere il suo cazzo con tutta la foga dentro di me, senti il suo sperma invadere le mie viscere, le sue palle battere sulle mie chiappe; ancora un paio di scosse prima che il suo cazzo uscisse la mio culo colante. Veronica prima mi leccò l’ano raccogliendo parte dello sperma con la lingua poi mi baciò e così fece Anita, dopo avermi sculacciato il sedere. Nudi e stanchi ci coprimmo addormentandoci quasi all’istante. In tarda mattinata mi svegliai con il culo indolenzito, ricordavo tutto perfettamente. Sul letto c’erano degli asciugamani puliti, quasi come un automa mi diressi verso il bagno feci una doccia e scesi nel salone della sera precedete. Veronica e Anita in tuta stavano bevendo un caffè, la cucina era già stata risistemata. Mi accolsero con un sorriso io risposi guardandomi in giro. “Siamo rimasti noi gli altri se ne sono andati via ieri sera – mi disse Veronica – bevi qualcosa.”
“Grazie – risposi – un caffè”. Anita si avvicinò, “Tutto bene?” – fece con fare carino. “Abbastanza” risposi. Poi la situazione con il passare dei minuti si rasserenò, parlammo della notte scorsa, facendoci anche delle risate; poi salutai e me ne ritornai a casa.

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