L'esperimento (Quinta parte)

Scritto da , il 2011-06-03, genere gay

Prendemmo la Bmw di Giuseppe e ci dirigemmo verso le 22 alla facoltà di fisica. Avevamo leggermente sedato Norman e Valerio con della ketamina per renderli piu' docili e malleabili. Studiando veterinaria Mauro portava sempre con sè una specie di borsa di pronto soccorso per gli animali e iniettò ai due una piccola quantità di quella sostanza che a dosi elevate è invece un potente anestico. Norman aveva già avvisato il professor Milton e Ettore di raggiungerli in facoltà per dare il via alla seconda fase dell'esperimento e non si era lasciato scappare niente. La calibro 22 puntata alla tempia era un ottimo mezzo persuasivo. Era cosciente della mia determinazione. Arrivammo in facoltà e parcheggiammo. Era buio. Piccoli riflettori puntati all'esterno dell'edificio rilasciavano una fioca luce, ma la porta
d'ingresso rimaneva nella completa oscurità. Nessuno ci avrebbe visto anche perchè poi eravamo lontani dalla strada.
"Non ho le chiavi!" esclamò Norman sempre mezzo intontito dal farmaco. "Tira subito fuori il badge" gli feci. Non diede cenno di collaborazione. Allora presi il portafoglio dalla sua tasca e razzolai finchè il famigerato badge non venne a galla. Aprimmo la porta, entrammo e la richiudemmo.
Valerio parlò: "L'area è tutta videosorvegliata, domani guarderanno le registrazioni e vi incastreranno, non la farete franca!".
"Avevo messo in conto anche questo, ma ogni cosa a suo tempo! Portateci al laboratorio!".
Era al piano di sotto. Facemmo le scale senza prendere l'ascensore, era piu' sicuro. Giungemmo davanti alla stanza e aprii la porta con lo stesso badge. Accendemmo le luci. La riconobbi, l'odore, le luci colorate, mi era quasi familiare quel luogo anche se più che un esperimento mi ricordava un abuso. Dissi a Valerio e Norman di spogliarsi.
Ci fu un secco NO da parte di entrambi. Ripresi la calibro22 e puntandogliela addosso li esortai di nuovo a spogliarsi. Eseguirono. "Ora sdraiatevi sui lettini". Mentre lo fecero mi guardavano con disapprovazione e disprezzo. Mauro e Giuseppe li ingabbiarono ai letti con le cinghie di ancoraggio. Norman, pensando di farci desistere esclamò con un sorriso di compiacimento: "Non riuscirete mai a mettere in moto la macchina, state perdendo solo tempo".
"Noi no... ma Ettore si! Per questo volevamo fosse presente anche lui". A Norman scomparve il sorriso da quella faccia da schiaffi. A questo punto intervenne Mauro "Ma ragazzi, manca Christin, noi non sappiamo come posizionare gli elettrodi".
"Potrei farlo io -disse Giuseppe- sto studiando infermieristica, queste cose sono del mio mestiere...". Gli risposi: Ma Giuseppe, sei sempre in grado di stupirci. Sei un grande!".
"Grazie, lo so" rispose. Bussarono alla porta.
"Avanti!" dissi io. Entro' il grande genio in informatica, Ettore. Bruttarello, grassoccio, aveva un sorriso da deficente mentre avanzava. Ma quando riconobbe Mauro e Norman e Valerio non sorrise più: "Mauro che ci fai tu qui??". Intervenni io: "Saresti tu il gran genio?- e mentre gli parlavo avanzavo verso di lui alzando la voce per ogni frase che mi usciva- Talmente genio da progettare un sotware con l'errore dei piu' grossolani? Talmente genio da fare il doppio gioco? Talmente genio da farci minacciare di morte dai tuoi amici!? Ehh??".
"Quando ci sono in ballo dei gran soldi tutto il resto può diventare insignificante" rispose lui. Mauro si diresse verso di lui e gli sferrò un pugno fortissimo su quel viso flaccido e gommoso.
"Non la passerete liscia" borbottò con la faccia dolorante portandosi la mano sul livido che Mauro gli aveva lasciato. Replicai:
"Ho già sentito questa frase...Ma la passeremo, vai tranquillo!". Bussarono nuovamente alla porta:
"Avanti!". Alto, magro, viso rinsecchito arcigno e viscido. Non proprio una gran bella faccia insomma. Gli andai incontro: "Professor Milton che piacere... abbiamo tanto sentito parlare di lei...". "Ma tu, tu sei la cavia dell'altro esperimento, e anche l'altro ragazzo -e rivolgendo lo sguardo ai letti- Ma Norman, Valerio che ci fate voi legati li'??".
"Caro professore, come ben lei sapra' sia io che il mio amico Mauro siamo stati minacciati di morte. Allora abbiamo deciso di invertire le polarità del destino. L'esperimento questa volta verrà eseguito sui suoi collaboratori, che ne pensa? Ma prima ci
spieghi una cosa: chi ha finanziato questo esperimento? E chi si è diviso l'introito?"
"Non sono affari che vi riguardano questi!" uscì dalla voce sottile e sgradevole di Milton. "Ci riguardano eccome invece! A noi non avete dato neanche quello che ci era stato promesso!" Gli puntai la pistola alla tempia: "Parli!". "
"Le quote sono state divise tra i progettatori!"
"Quindi chi??" chiesi.
"Io, Norman, Valerio e Ettore".
"A quanto ammonta la quota?". Non rispose. Premetti la canna della calibro 22 sulla sua tempia riponendo la domanda. "A quanto ammonta la quota??".
"Solo 3 milioni di Euro".
"Solo???" Esclamo' Mauro? "E chi ha tirato fuori i soldi?".
"False fatturazioni eseguite da una nostra complice in amministrazione". "Andiamo bene! Qui ce n'è per mandarvi al fresco per un bel po' di tempo! Se l'esperimento non è stato finanziato dalla facoltà i risultati ottenuti non saranno mai divulgati a terzi!? L'avete concepito solo per soddisfare la curiosità delle vostre menti malate? Quindi il resto della facolta' non sa niente di questo esperimento, giusto?".
"SIAMO NOI LA FACOLTA'!" uscì dalle labbra fetide di Milton.
"Bella roba!" esclamo' Giuseppe con espressione di raccapriccio.
"Bene a questo punto direi di procedere e di iniziare l'esperimento DUE!" dissi.
"Giuseppe, comincia a mettere gli elettrodi a quei due stronzi". "Ok, ma datemi almeno dei guanti di lattice, sapete che sono allergico all'uccello...". Sorrise.
"Ah si? -lo punzecchio' Mauro- strano che non ti sia venuto uno shock anafilattico quando te l'abbiam messo nel culo...". Mentre Giuseppe lo fulminava con lo sguardo a Milton usci' lo spiacevole commento:
"Ma qui, ma qui siete tutti dei finocchi!".
E io replicai "Senta un po' dottor azzeccagarbugli! Moderi i termini. Questi nomignoli non sono
consoni al nostro carattere e alla nostra dignità. Stia molto attento come parla la prossima volta!"
"Ecco i guanti" disse Mauro porgendoli a
Giuseppe che glieli strappo' dalla mano ancora irretito dall'infima battuta fatta poco prima. Comincio' ad applicare gli elettrodi per
l'elettrocardiogramma e per l'encefalogramma su Valerio. Poi gli scappellò il cazzo per far aderire il sensore. Poi prese il catetere e comincio' a infilarglielo delicatamente nell'uretra. Ormai gli effetti della ketamina erano svaniti e Varerio era cosciente e i percettori del dolore lo erano pure. Fece svariati gemiti mentre Mauro gli infilava
il tubicino di gomma. Guardai Norman che sorrideva in preda al suo sadismo. Giuseppe lo apostrofo': "Hai poco da ridere stronzo, dopo tocca a te".
A Valerio mancava solo il sensore anale. Quando Giuseppe lo prese in mano Valerio consigliò: "Prendi il lubricifante, in quel cassetto". Giuseppe tiro' fuori il vasetto di gel e fingendo un'accidentale mossa lo fece cadere. Era di vetro e ando' in frantumi.
"Ops...mi spiace - disse Giuseppe nascosto dietro a un sorrisino diabolico- del resto il lubrificante poi a che serve?". Gli alzo' le gambe e glielo schiaffò dentro rapido, veloce, per intero. L'urlo di Valerio era esplicito, vero. Giuseppe era riuscito a fargli male come aveva voluto.
Incuriositi e quasi interessati Ettore e Milton seguivano ogni mossa davanti a noi. Io e Mauro gli stavamo dietro per sorvegliarli.
Rivolgendosi a Norman Giuseppe disse: "Tocca a te". Norman lo guardava quasi intimorito, senza abbandonare mai quell'espressione di odio che lo seguiva da quando eravamo riusciti a metterli ko. Encefalogramma ed elettrocardiogramma erano a posto. Poi il consueto sensore per il glande. Gli scappello' quel cazzo che sembrava una proboscide in confronto al pistolino di Valerio e gliela applicò. Poi il tubino di gomma dentro l'uccello.
Norman era piu' dignitoso, non emetteva alcun suono. Pero' stringeva i pugni sul lettino e aveva una smorfia sul viso che esplicava tutto il fastidio. Poi deciso Giuseppe gli alzo' le gambe e stava per infilargli la suppostona metallica quando a Norman scappò una scoreggia di quelle dodecafoniche e ci rise sguiatamente sopra. "Potevi anche trattenerti! Stronzo!". Gli disse incazzatissimo Giuseppe che gli sganciò uno sberlone da fargli ribaltare la faccia. Gli appoggiò la sonda sul buco del culo e spinse forte, molto forte. "Ah ahhh ahhhh bastardo!". "Questo è per avermi scoreggiato in faccia, PORCO!".
"I sensori sono tutti posizionati ragazzi".
"Bene! -dissi- Ettore tocca a te adesso. Si avvicino' al quadro comandi e accese il mega schermo e i display delle sentenze. "Aspetta!" Dissi io. Questa volta il film cambia. Tieni questo cd e mettilo su al posto di quell'altro. Gente, adesso assisteremo a due masturbazioni, una femminile e una maschile e vedremo
che effetto avranno sulle nostre cavie. Una scopata tra uomo e donna puo' dar adito a equivoci come l'altra volta. Questa visione e più mirata.
Cominciamo!". Ettore inseri' il cd, abbasso' le luci e diede il play. Il primo piano della figa rosa e senza un pelo era abbastanza intrippante. Le mani
della ragazza la aprivano e la richiudevano in successione. Mentre con un dito continuava a titillarsi il clitoride mise l'altro dito in bocca
e dopo averlo ben bagnato se lo infilo' nella vagina, piano, con delicatezza fino a farlo entrare completamente. Poi comincio' a muoverlo su e giù, giù e sù, mimando una penetrazione alla perfezione. Il suo corpo nel frattempo si inarcava e dalla sua spacca comincio' a uscire liquido. Gemiti, urletti, mugolii di godimento. Estrasse il dito dalla figa e se lo riposto' alla bocca succhiandolo di gusto. L'altra mano imperterrita proseguiva il titillamento del clitoride. Se lo riinfilò di nuovo e accellerò i movimenti, i gemiti, gli urli, e poi l'urlo finale, esagerato, incontrlloato, liberatorio. Era venuta e in quel momento qualche piccolo spruzzo le uscii bagnandole le cosce e il letto. Aveva addirittura squirtato da quanto le era piaciuto. Un bellissimo sorriso in primo piano chiuse in dissolvenza quel filmato. Il computer comincio' a emettere la sentenza con la sua voce falsa, elettrica, metallica:
Soggetto X (Valerio): respirazione normale, frequenza cardiaca normale, risposta anale assente, erezione assente, precum assente,grado di eccitazione assente. Soggetto Y (Norman): respirazione e frequenza cardiaca normale, erezione appena accennata, precum assente, grado di eccitazione sotto i limiti della norma.
Io Mauro e Giuseppe ci guardammo accennando a un sarcastico sorriso.
"E' quel cazzo di roba che ci avete iniettato! -fece Norman- è normale che i genitali non rispondino ai comandi se sollecitati!". Valerio stava zitto invece.
"Staremo a vedere se è come dici tu Norman...Ettore passa al secondo clip!" Un bel manzo si segava, primo piano sul viso, begli occhi bel sorriso. La soggettiva torna sulla sega, bel cazzo sui 21 cm. La mano si muove calma, regolare, ritmica. Il prepuzio si muove scoprendo il glande, ricoprendolo, riscoprendolo di nuovo, così, infinite volte. Alza le gambe. Primo piano sul culo, bello sodo, arrappante. La telecamera mette a fuoco il buco, tondo, rosa, voluttuoso. Un suo dito comincia ad apporgiarsi li e accarezza piano i contorni. Poi il dito se lo passa in bocca per lubrificarlo di saliva e lì se lo riporta e lo infila per tutta la sua lunghezza. L'altra mano continua la sega. Primo piano sul buco dell'uretra. Esce liquido e la mano lo sparge sul glande in quel delicato gioco di avanti e indietro. La cappella è lucidissima sia per l'erezione sia per la dose di precum che sopra è stata spalmata. La cam allarga il campo, sega e dito nel culo nella stessa inquadratura. Il dito e la mano procedono in sincrono. Si sentono i suoi gemiti, il corpo si inarca. La mano accellera e il dito pure. L'orgasmo. Una spruzzata si leva dall'uccello e sale in aria e poi ricade. Un altro schizzo ancora, piu' violento del primo e poi ancora un altro. Si toglie il dito dal culo e continua a spargere lo sperma che gli è uscito su tutto il resto del cazzo. Primo piano sul cazzo completamente sborrato prima della dissolvenza finale. La voce computerizzata intervenne.
Soggetto X respirazione affannosa, frequenza cardiaca tachicardica, erezione massima, dimensioni glande massima circonferenza, risposta anale oltre la norma, elevata dose di precum prima dell'abbondante eiaculazione finale.
Soggetto Y: respirazione oltre la norma, frequenza
tachicardica oltre la soglia, circonferenza glande massima estensione, risposta anale oltre il limite. Dose precum assente. Eiaculazione violenta,
smisurata, volume di liquido emesso oltre i 4 cc.
Su due soggetti maschili di circa 30 anni l'esperimento ha chiaramente dimostrato che sia il
soggetto x che il soggetto y non hanno provato alcuna erezione alla vista dell'organo sessuale femminile. Hanno invece dato segni di massima eccitazione quando il pene maschile era protagonista della scena. Conclusioni: in base a questo monitoraggio è ampiamente dimostrato che entrambi i soggetti in questione sono omosessuali. Indice di statistica 100%. Se ne deduce per cui che il 100% della popolazione mondiale è attratta dallo stesso sesso. Fine rapporto.
Sul display comparvero solo 2 scritte: SOGGETTO X GAY-SOGGETTO Y GAY.
Sia io che Mauro che Giuseppe stavamo ridendo a crepapelle. Milton e Ettore invece erano completamente sbigottiti. Norman interveni' aggredendo Ettore "Sei un idiota, un gransissimo idiota! Non hai sistemato il software, l'hai solo peggiorato!!". "Mi spiace -rispose-questa volta il software è perfetto, se vi piace il cazzo non potete dare la colpa nè a un programma nè a me!".
Intevenì anche Milton "Pazzesco, se avessi saputo che eravate 2 finocchi non vi avrei mai dato l'esecutivo per questo esperimento! Vergognatevi!"
"Ehi -disse Giuseppe- se siete gay perchè non mi fate un bel pompino? A me non importa chi mi succhia il cazzo, o uomo o donna, basta solo che mi faccia godere...AHHAHAHAHAH". Questa battutaccia la fece emulando Mauro che disse la stessa cosa nei miei confronti durante il primo esperimento. Ma a Norman la battuta non piacque e lo sottolineò: "Un pompino a un cesso come te? Ma ti sei visto allo specchio??" E rise.
Giuseppe sapeva di non essere un adone e dopo quell'uscita di Norman rimase mortificato. Lo notai da come guardava verso in basso con la faccia assente.
Mi avvicinai a Norman e un altra botta in testa ci scappò "Non ti permettere di offendere i miei amici pezzo di merda! Poi Giuseppe è dolce, è tenero, è carino. Sarai un cesso tu e quel frocio del tuo amichetto!".
Valerio parlo': "Ok, c'avete sgamato, siamo gay sia io che Norman, ok? E stiamo insieme da 4 anni, ok? Contenti adesso??".
"No, ancora no - replicai io - Il fatto che siate omosessuali per noi è irrilevante, sono altre le cose che dobbiamo mettere a punto adesso. Mauro! Accompagna Ettore alla sala ced e fagli mettere fuori uso il pc che gestisce la telesorveglianza e fagli cancellare tutte le registrazioni effettuate dalle 22 sino a questo momento. Deve sembrare un guasto, fai le cose come si devono!". Mauro e Ettore uscirono. Poi dissi a Giuseppe di liberare le cavie sdraiate sui lettini dagli elettrodi. Liberò prima Norman da tutti i fili che lo collegavano all'elettroencefalogramma e all'elettrocardiogramma. Poi gli sfilo' il catetere, lo fece lentamente e quando uscì del tutto vennero fuori anche delle gocce di sperma che erano rimaste ingabbiate. "Che schifo!" esclamo' Giuseppe.
"Eddai Giuseppe che sara' mai?- dissi -ti ci dovrai abituare". "Cioè? Che vuoi dire?"
"Niente niente, te lo spiegherò a letto.."
Giuseppe mi apostrofò dicendo semplicemente
"MAIALE!" Estrasse poi la supposta metallica dal culo di Norman che sospiro' inarcando il bacino. Stessa sorte per Valerio. Comincio' a sfilargli il catetere, poi la placca sul glande e infine l'elettrodo anale. E anche in lui ci fu un sussulto, un gemito forte liberato in stereofonia. Poi gli tolse il resto dei sensori.
"Ma a proposito del sensore anale non abbiamo
mai capito una cosa -dissi a Norman- a che cazzo serve??". Distratto nell'attesa della risposta non mi ero accorto che Milton stava indietreggiando silenziosamente avvicindosi alla porta d'uscita. Fu
Giuseppe a farmi un cenno affinchè guardassi indietro. Mi precipitai verso di lui mettendogli le mani al collo: "Non provare mai più a fare di questi scherzi! Chiaro?? Te ne andrai di qui solo quando avremo finito! Ritorna al centro della stanza! Stronzo!".
Mi rivolsi ancora a Norman: "Allora vuoi spiegarci il senso della supposta nel culo?".
"Mai sentito parlare della prostata? Il sensore anale va a contatto con la prostata infilandolo nel culo. Monitorizza anche quella lo stato di eccitazione".
"Grazie della lezione dottor Norman, ora è tutto piu' chiaro".
Suono' un cellulare. Era quello di Valerio. "Fatemi rispondere disse!". Feci segno a Giuseppe di prenderglielo e di guardare chi fosse. "Christin!" disse Giuseppe. "Rispondile tu -gli feci- E che nessuno di voi parli!" feci diretto a Milton, Valerio e Norman muovendo nervosamente la pistola e puntandola vicendevolmente su di loro.
"Ciao Christin!" Feci cenno a Giuseppe di mettere il vivavoce.
"Valerio dove sei? Sono venuta a casa tua, ti eri dimenticato che dovevamo andare a ballare?".
Giuseppe era un bravo attore e improvvisò.
"Scusami tesoro ma me ne ero completamente dimenticato. Il professor Milton ci ha convocato d'urgenza in facoltà".
"A quest'ora? -riprese lei- e perchè io non sono stata avvisata? C'è qualcosa che non devo sapere?"
"No tesoro, ma fai una cosa, raggiungici adesso e ti spiegheremo".
"Ok, arrivo subito!" e riagganciò. "Allora? Come me la sono cavata, bene?". "Perfettamente, sei forte Giuseppe, ti sei meritato un centinaio di baci. E non dire ancora che ti fanno schifo che non ci crede nessuno!".
"La chiami tesoro anche tu a Christin" chiesi
a Valerio. "Si, ogni tanto me la sbatto, un po di figa non guasta anche se sto insieme a Norman".
Milton scuoteva disgustato il capo.
Gli chiesi: "Chi è il vostro complice in amministrazione?".
"Christin" fece lui abbassando la testa.
"Non ci voleva una scienza a capirlo... Bene adesso
ogni tassello ha trovato la sua sistemazione. Mentre aspettiamo Christin, Milton registrerà la confessione. L'ho scritta oggi a casa, è già pronta. La mettiamo su pc e tu devi solo leggere a voce alta e io registrerò".
"E se mi rifiutassi di leggere?!" disse Milton con un viscidissimo sorrisetto.
"Beh in questo caso ti facciamo fuori, facciamo fuori Norman, Valerio, Christin, Ettore e il gioco finisce!".
"Maledetto!!" urlò Milton.
"Ok accetto!". "Lo feci sedere al pc e inserii il floppy con dentro il file di testo. "Ecco, adesso compilo solo i campi che avevo lasciato in vuoto e poi puoi cominciare". Indossò un paio di occhialini da nonnetto e cominciai a registrare la sua deposizione dove si eleggeva mandante dell'esperimento eseguito dagli assistenti Norman e Valerio con la complicità di Ettore Mambrini progettatore del software. Di aver fatto fare false fatturazioni da Christin La Praia, segretaria in amministrazione, ai danni della facoltà per un importo di 3 milioni di Euro del quale la quota più alta (60%) se la sarebbe intascata Milton stesso, le altre quote sarebbero state divise tra i complici. Di essere il mandante della minaccia di morte nei confronti delle cavie utilizzate nell'esperimento che avevano cominciato a indagare sull'accaduto dopo che non gli era stato versato l'importo promesso di 10.000 Euro. Asserì inoltre che i risultati di tale esperimento non sarebbero mai stati divulgati a livello nazionale nè internazionale in quanto serviva solo a soddisfare la loro fantasia erotica malata.
Conclusa la registrazione mi fece notare: "Io non sono malato, i malati siete voi!". "No! - Replicai io - L'omosessualità non è una malattia, è una scelta di vita. Il vero malato qui è lei che ha progettato un esperimento idiota che non servirà mai a niente. Non ha funzionato la volta scorsa e non ha funzionato adesso! E' insensato il risultato emesso dal computer. Il 100 % della popolazione mondiale sarebbe gay?? Ma non mi faccia ridere! Si faccia curare quella cosa piccolina contenuta nella sua scatola cranica! Poi questo esperimento semmai doveva essere eseguito da una equipe medica, non certo da un gruppo di fisici". Milton parlò ancora muovendo la sua faccia rinsecchita: "La mia prima laurea la presi in medicina se proprio vuoi saperlo. Finocchio!" Mi incazzai duramente:
"Ti avevo avvisato di non rivolgerti mai a me in questi termini!". E il pugno sul testolino fatto di capelli bianchi e unti partì. Mi faceva schifo quell'uomo, lo avrei pestato se avessi potuto.
Bussarono alla porta: "Saverio aprimi". Riconobbi la voce di Mauro e aprii. Entro' a fatica trascinando quello che sembrava un sacco voluminoso.
"Pesa un casino sto' pezzo di merda" fece Mauro ansimando. "Ma che è successo a Ettore" chiesi.
"Aveva appena finito il suo lavoro. Poi ha cercato di darsela a gambe. Per fortuna sono riuscito a farlo inciampare tirando dei cavi che c'erano per terra. E' caduto e ha sbattuto la testa contro una scrivania. Una bella botta. Ha perso conoscenza subito. Ma una fatica riportarlo fin qui. Sto' stronzo!".
"Per fortuna non l'hai fatto scappare! Non ho mai capito però perchè Ettore ti abbia dato l'esatta provenienza di quell'indirizzo IP. Non avrebbe potuto tirare fuori un'altra località per depistarci?"
"Non volevano depistarci. Pensa! gliel'ho chiesto giustappunto prima, mentre stava sabotando il sistema di telesorveglianza".
"E che ti ha detto?"
"L'ha fatto apposta per studiare le nostre mosse, volevano capire fin dove saremmo arrivati. Avevano letto anche loro il blog che avevi messo su internet, sapevano già che avevamo cominciato a indagare. Solo Christin non era stata messa al corrente e per questi si stupì quando ci vide in facoltà".
"Ok - ribadii io- altro mistero svelato!
Stiamo giusto aspettando Christin, poi mettiamo la parola fine a questa storia". "Ahh Milton! quasi mi dimenticavo: questo è il mio iban" dissi allungandogli un foglietto. "E cosa me ne faccio del tuo iban??" rispose. "Una transazione di denaro, semplice, no? Domani mi verserai un importo di 1 milione e mezzo di euro che dividero' equamente con Mauro e Giuseppe. A voi resterà ancora una discreta sommetta!" sorrisi.
"E se io non dovessi effettuarla questa transazione?" rispose Milton con la sua voce inutile. "Beh allora passerete qualche annetto in galera, tutti e 5, nessuno escluso. Se domani non avrò quei soldi sul conto vi denunceremo alla polizia". Fece una smorfia guardandomi, ma dall'espressione capii che l'avrebbe fatto.
Bussarono di nuovo alla porta: "Avanti". Era Christin! Sembrava ancora piu' troia del giorno dell'esperimento. Ah già, si era agghindata per
andare in discoteca con Valerio la poveretta. Quando ci riconobbe esclamò: "Ma voi siete quei froci dell'esperimento, che ci fate qui??".
Mi avvicinai a lei con la mano da guerra e le spiattellai uno schiaffone sul viso che le lasciò un bel segno. "Meglio froci che stronze come te!"
Cominciò a piangere in preda a crisi isterica poi riconobbe Valerio e Norman legati sui lettini. Si avvicinò a loro urlando: "Ma chi vi ha messo qui, cosa ci fate legati? Ma questa è una trappola! Sono stata ingannata". Parlò Mauro. "L'inganno è partito da voi troia! Considera tutto questo come una vendetta privata. Fatti spiegare dai tuoi amici. Per noi è arrivato il momento di andare. Ettore risvegliatelo voi. Ha preso una bella botta in testa poveraccio...". Io, Mauro e Giuseppe indietreggiammo verso la porta puntando la calibro 22 verso ognuno di loro.
"Lasciateci almeno 10 minuti di margine. Poi spegnete le luci e potrete uscire anche voi. Ah Norman, il tuo badge lo tengo io, per te sarà facile fartene dare uno nuovo. Tengo anche la tua pistola, nelle mie mani è sicuramente meno pericolosa che nelle tue! Un ultimo avvertimento: abbiamo minato internet con le deposizioni lasciate da Giuseppe e da Milton. Se per caso, se per errore, vi venisse in mente di farcela pagare vi condannerete da soli. Milton: ti ricordo la transazione, domattina, subito!"
Aprimmo la porta e prima di chiuderla Mauro fece loro un gesto in cenno di saluto: alzo' la mano tirando giu' tutte le dita a parte il medio.
La porta automatica si richiuse.
Corremmo verso le scale, poi al piano di sopra e dritti all'uscita. Salimmo in macchina e sgommammo verso casa. Una volta arrivati ci sedemmo in cucina e aprimmo una bottiglia di prosecco perchè ci desse un pò di carica. Eravamo esausti, provati, distrutti. Dopo aver dato un sorso Giuseppe disse "Vado di là a chiamare i miei, gli dico che sto fuori a dormire anche questa notte".
"Stanotte avrebbe potuto tornare a casa sua - dissi a Mauro- mi suona strano che voglia fermarsi ancora a dormire da noi, ma non è che...?!"
"Che?" chiese Mauro. "Giuseppe rientro'
in cucina e trangugiò un altro flut di prosecco e ci sorrise prima di dire "Volevo ringraziarvi per quello che mi avete dimostrato, per come mi avete difeso, per l'energia che mi avete dato, per avermi fatto capire di quanto ero in grado di fare. Io vi ringrazio". Gli stava scendendo un lacrimone. Mi alzai dalla tavola e lo strinsi forte asciugandogli quella lacrima che stava illuminando il suo viso e lo baciai sulle labbra, come un amico, come un fratello, come un amore. La stessa cosa la fece poi anche Mauro. Poi andammo a letto. Eravamo disfatti.
Nessuno avrebbe pensato di fare sesso. Ci addormentammo di colpo, uno vicino all'altro, tre corpi che insieme formavano un corpo solo.
"Le luci dell'alba annunciavano il sole- un uomo volava con il suo aquilone".
Troppo bella quella canzone per non essere messa come suoneria nella sveglia elettronica. Quando mi svegliai vidi Giuseppe che aveva già aperto gli occhi ed era girato verso di me. Mi guardava.
Poi mi passo' la mano sul viso. Gli sorrisi ricambiando quella carezza. Poi guardando verso l'alto, come per prendere ispirazione mi chiese:
"E se mi fossi innamorato?". "Di chi?" gli chiesi. "Di te e di Mauro" rispose timidamente. Non dissi niente. Mi attaccai alle sue labbra aciugandogli ogni molecola di saliva avesse in bocca. Poi gli chiesi solo: "E la tua parte etero?" Rispose semplicemente: "E' volata via...".
Giuseppe mi ricordava per certi versi il Roberto di quella canzone che ogni mattina mi dava il buongiorno. Aveva accettato la sua omosessualità e per la prima volta si lascio' andare ai desideri che fino ad allora non erano emersi. Inutile dire che sia io che Mauro avevamo sbiellato per Giuseppe, per la sua dolcezza, per la sua ironia, per la sua simpatia e perchè no, anche per come era bravo a letto.

Iniziò una relazione a tre che dura da allora a tuttoggi. Il bonifico era stato effettuato ed eravamo
ricchi. Un giorno a uno di noi tre uscì la frase: "Ora che abbiamo tutti questi soldi poremmo provare a farlo noi un esperimento. In effetti non lo sappiamo ancora quale sia la proporzione tra etero e gay sul pianeta terra!". "Credi sia molto importante scoprirlo?" chiesi io. "No, neanchè un pò. Lasciamolo ai folli questo interrogativo, il pianeta Terra ne è pieno".
E ridemmo, altrochè se ridemmo.
Ma ridevamo probabilmente dominati dall'incoscienza.
Il peggio del peggio doveva ancora venire...

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