Un incontro casuale

Scritto da , il 2011-05-20, genere tradimenti


Esco da casa con la borsa a tracolla e cammino guardandomi attorno.
Ho un paio d’occhiali da sole. Posso guardare impunemente senza essere notata.
Gli uomini che incontro mi lanciano occhiate di sfuggita e vedo che ho un certo successo.
Non so se dalla camminata traspare il mio desiderio ma mi sembra che qualcosa venga avvertito.
Vedere una donna passeggiare tranquilla, senza fretta, può essere intrigante.
Mi fermo davanti ad una vetrina: finora non è accaduto nulla. Non riesco a decidermi su cosa fare, lascio al caso.
- Mi scusi – una voce mi riscuote.
Mi volto. Un uomo sui quaranta, brizzolato, elegante, mi è di fronte.
- Mi scusi – ripete – lei è di Bologna? –
Ho un tuffo al cuore. Che sia l’occasione giusta?
- Si, sono di Bologna –
Sorride.
- Ho visto che passeggia senza meta. Io vengo da Firenze e non riesco a trovare questo posto, lei saprebbe indicarmelo per favore? –
Mi mostra un indirizzo che so essere sui colli qui vicino.
- E’ difficile da spiegare – comincio – per uno che non sia pratico del posto. C’è una serie di stradine tutte uguali ed è facile perdersi –
Mi sembra contento della risposta che gli ho dato. Forse sto esagerando.
- Mi scusi, ma mi sembra che lei conosca bene la zona. Non so se posso, ma le sarei immensamente grato se mi potesse accompagnare. Devo consegnare un oggetto di valore e faccio in un attimo. Poi la riporto qui. E’ lontano? –
- No, pochi minuti, in auto… -
Lui sorride di nuovo e indica un grosso fuoristrada parcheggiato.
- Guardi, quella è la mia macchina. Posso approfittare della sua gentilezza? –
Ci penso un attimo. A vederlo mi sembra un uomo molto affascinante. La cosa mi tenta.
Guardo l’orologio per darmi un tono.
- Sto aspettando che apra quel negozio di scarpe. Mi sono sbagliata sull’orario e apre fra un’oretta. Se vuole le faccio da navigatore -
Lui ride felice.
Mi apre lo sportello ed io salgo accanto al volante. Mi sistemo la gonna sulle ginocchia e mi guardo nella scollatura.
Lui sale e mi tocca con la mano.
- La cintura – indica, poi vedendo la mia difficoltà, mi aiuta.
Nel farlo, sfiora il mio seno e vedo che lo guarda con interesse; sento un brivido.
Mette in moto e parte.
L’auto è molto comoda, i sedili imbottiti, e un profumo discreto aleggia nell’abitacolo. Sono un poco tesa ma l’uomo che mi è accanto m’interessa moltissimo.
Guida con molta calma e lancia delle occhiate nello specchietto lisciandosi i capelli.
Stiamo salendo sulla collina e il panorama che si offre è stupendo. Ad una piazzola si ferma.
- Le dispiace se guardiamo un poco la città da quassù? E’ uno spettacolo bellissimo ed io sono amante delle opere d’arte –
- Come a piazzale Michelangelo? – suggerisco scendendo.
Mi guarda sorpreso,
Lei conosce Firenze? –
Mento.
– Ci sono stata in viaggio di nozze, tanto tempo fa –
- Avrà un bel ricordo! – mormora interessato ma preferisco non rispondere.
Ci avviciniamo al limite della collina. Spira un’aria gradevole ed io sono eccitata dall’avventura.
- Lei conosce bene Bologna? – mi dice.
Sorrido.
- Si, ci sono nata e mi piace passeggiare –
- Sono fortunato. Anche a me piace conoscere e passeggiare per Firenze. Mi può indicare i monumenti più famosi? –
- Volentieri, ecco quello… -
Comincio a descrivergli i vari edifici e lentamente ci avviciniamo uno all’altra.
Gli indico col braccio alcuni punti e lui per capire meglio mi prende la mano e la punta verso il luogo prescelto.
Il contatto con la sua mano mi fa fremere ma sembra che lui non se ne accorga.
Poi ad un tratto s’inserisce nella descrizione.
- So che Bologna è famosa anche per le sue belle donne, e devo dire che hanno ragione –
Mi guarda ed io arrossisco.
- Lo sa signora che lei è molto bella! Fortunato suo marito! –
Di nuovo! Storco un poco la bocca per fare capire che non sono d’accordo.
- Non mi dica che la trascura? – continua pendendomi una mano. Io continuo ad ignorare l’argomento.
- Mi scusi – prosegue – mi rendo conto d’essere indiscreto. Vogliamo andare? –
Risaliamo in macchina e con le mie indicazioni arriviamo a destinazione.
Ci troviamo in un nuovo quartiere formato da graziose villette, tutte uguali, sparse sul colle.
- Ecco guardi – dico indicando il numero sul cancello – siamo arrivati –
- Senza di lei non ci sarei mai riuscito – mi risponde estraendo un cellulare – sentiamo se sono in casa –
Scende dall’auto per telefonare. Mi guardo attorno: è veramente un bel posto. Lontano dalla città e nello stesso tempo a cinque minuti d’auto. Sicuramente abitato da gente benestante.
Guardo il mio compagno parlare al cellulare e non posso fare a meno di ammirarlo. Con lui mi piacerebbe avere un’avventura ma non credo di essere all’altezza.
Non sono una venere: ho quarantacinque anni, il fisico leggermente appesantito, il petto generoso, i fianchi larghi e le gambe robuste. E allora perché ha chiesto l’indicazione proprio a me?
Intanto vedo che il cancello si apre mentre lampeggia il segnale giallo. Hanno dato il comando da dentro, quindi lo stanno aspettando.
Rientra in auto.
- Mi scusi se l’ho lasciata sola ma ho dovuto chiarire alcune cose. Possiamo andare, poi la riporterò in città –
Percorriamo un vialetto ghiaioso e ci fermiamo davanti alla porta d’ingresso, che però è ancora chiusa.
L’uomo scende e suona due volte poi ritorna alla macchina.
- Le dispiace scendere un attimo? –
Meravigliata scendo mentre mi sento un poco agitata. La cosa non mi convince.
Lui sorride e mi prende una mano.
- Mi promette di non arrabbiarsi? – la sua voce è molto dolce.
Lo guardo imbarazzata: non capisco.
Lui estrae dalla tasca un mazzo di chiavi e me le mostra.
- La storia della consegna del pacco è una piccola bugia inventata. Io abito qui -
Ho uno scatto mentre la paura mi assale.
- La prego – continua, mostrandomi la strada – non voglio si spaventi. Se non si fida, guardi, il cancello è ancora aperto. A venti metri c’è la fermata dell’autobus. Passa ogni dieci minuti. Lei è libera di andarsene o di restare…-
Sono frastornata! Non me l’aspettavo, eppure è quello che desideravo. Quando sono uscita stamane avevo un unico desiderio: vendicarmi di mio marito, trovare un uomo che mi facesse sentire finalmente donna. E adesso? Non so decidermi.
- Appena l’ho vista mi ha colpito. – continua - mi creda, non lo dico per dire. Lei è molto attraente per me. Vorrei farle vedere la casa e bere qualcosa. Posso sperare? –
Mi sento imbarazzata. La situazione mi eccita ma non vorrei sembrare una donna facile. Non so come comportarmi.
Lui intanto prosegue
- Io mi chiamo Jacopo –
- Elle – sussurro tendendo la mano. Lui la porta ala bocca e la bacia da perfetto gentiluomo.
- Grazie – sussurra, aprendo la porta – mi rende felice. Venga. Le faccio vedere il terrazzo –
Entriamo. L’appartamento è arredato con molto gusto, mobili antichi e luci in penombra: ovunque traspare stile e confort.
Prende un telecomando e aziona alcuni tasti: una musica romantica si sparge nell’aria mentre le persiane si aprono su una terrazza piena di fiori.
Sono esterrefatta e ammaliata dalla visione. Dal terrazzo si gode una vista magnifica.
- Le piace - mi dice Jacopo mettendomi una mano sul fianco e attirandomi a sé –
Ho un brivido ma non mi rifiuto. La situazione mi intriga moltissimo.
- E’ bellissimo – esclamo.
- Mai quanto te – mi dice Jacopo prendendomi per le spalle e baciandomi dolcemente sul collo.
Mi sembra di svenire dal piacere. Tutti i miei dubbi svaniscono sotto il tocco di quelle labbra ardenti.
Prendo la sua mano nella mia e la stringo: è il mio atto di resa. Mi volta e mi bacia sulle labbra. Rispondo mentre la sua mano sale sul mio petto e lo accarezza delicatamente. Sono tesa e nello stesso tempo mi gira la testa. Che cosa succederà ora?
- Vieni – mi dice prendendomi per mano.
Rientriamo e mi porta davanti ad un grande divano di pelle.
- Siedi accanto a me e lasciati guardare –
Siamo uno accanto all’altra. Mi bacia nuovamente, poi guarda le mie ginocchia scoperte. Mette una mano e solleva lentamente la gonna accarezzando le calze di nailon.
- Hai le ginocchia che io prediligo, nascondono tesori insospettabili.
Giunto all’altezza delle cosce scopre il reggicalze.
- Porti il reggicalze? – mi dice felice – lo sapevo che eri la donna per me. Vado pazzo per i reggicalze. Sono straordinariamente sexi. Che belle gambe hai. Robuste, come le dame del cinquecento. Le cosce ben tornite e rotonde. E la biancheria ? Le mutandine col pizzo. Le mie preferite! –
Io guardo con occhi esterrefatti le mie gambe scoperte, la sua mano che scorre sulle mie mutande e non reagisco. Si è questo che voglio e spero che continui. Chiudo gli occhi e sospiro.
Lui intanto ha spostato la fettuccia delle mutande che passa fra le gambe e sta ammirando la mia intimità umida d’umore.
- Come sei eccitata! Allora anche tu mi desideri? Lasciati guardare –
Mi abbassa le mutandine ed io lo aiuto sollevando il bacino, ormai desiderosa di essere presa. Mi solletica il vello e scorre sulle labbra caldissime.
Mi sta portando ad un grado di desiderio mai provato. Smanio dal desiderio di essere penetrata ma non lo voglio dare a vedere.
Jacopo intanto mi ha aperto la camicia e scoperto le mie mammelle bianche.
- Che belle mammelle hai! Bianche, senza un filo di abbronzatura. Sono un uomo fortunato. E i capezzoli! Senti come sono duri. Ora solleviamo il reggiseno e le lasciamo libere. Eccole. Sei proprio come immaginavo. Opulenta e fremente. Vedrai ti farò godere come non ti è mai capitato. –
Lo guardo chinarsi sui bottoncini e leccare l’aureola marroncina, succhiare i piccoli bastoncini carnosi e farli irrigidire dal desiderio.
Non riesco a stare ferma e gli accarezzo i capelli ed il viso, cercando la sua bocca. Sono completamente in sua balia.
Jacopo gioca col mio corpo. Lo accarezza, lo sollecita a reagire e lo sta portando al massimo della eccitazione possibile. Non riesco più a controllarmi.
Vinco le mie ultime resistenze e lo tocco fra le gambe, dove sento un gonfiore notevole. Lui spinge contro la mia mano e con mosse inesperte cerco di aprirgli i pantaloni. Lui si alza e mi bacia sulla bocca.
- Aspetta – mi dice e si allontana. Ora sono sola e mi vedo nello specchio della sala. Sono seminuda, rossa in viso per l’eccitazione e provo un poco di vergogna.
Un rumore mi fa voltare. Jacopo si sta avvicinando con un accappatoio addosso.
Siede accanto a me e mi sussurra.
- Slaccialo –
Con le mani tremanti lo apro e mi compare il suo corpo, completamente nudo.
Lo rimiro estasiata: ha un fisico asciutto e muscoloso molto bello. Guardo con ansia il suo fallo che si protende maestoso verso di me.
Con dolcezza prende una mia mano e la porta su di esso. Rossa paonazza stringo fra le mani il pene e ne osservo spaventata le dimensioni.
Che differenza rispetto a quello di mio marito!
Intanto Jacopo mi sta togliendo gli ultimi indumenti di dosso e mi fa sdraiare sul divano.
Si sdraia su di me ed io lo accolgo trepidante. Sento la sua pelle sulla mia e sto quasi avendo un orgasmo dall’emozione.
Il suo pene è appoggiato sul mio ventre e si sposta lentamente verso la mia fessura.
Sto tremando. Ho la vagina stretta e non sono stata penetrata che dopo la prima notte poi basta. Ecco ora la sua punta è davanti alla fessura. Lo temo e lo voglio nello stesso istante. Lentamente lo sento penetrare all’interno. La secrezione vaginale lo aiuta e attenua il dolore iniziale.
Jacopo mi guarda meravigliato ed io sorrido imbarazzata.
- Senti male? – mi chiede premuroso – vuoi che smetta! Non sapevo fossi così stretta! –
Avverto delle sensazioni incredibili allo strusciare del suo pene dentro di me. Vorrei gridare di rabbia per tutto quello che non ho provato fino ad ora. Possibile che si goda tanto ad essere penetrata? Non posso rinunciare ora! Impazzirei!
Nonostante il dolore spingo per riceverlo completamente ed ora è tutto dentro di me. Jacopo rimane un poco fermo poi mi sussurra
- Vedrai, un poco alla volta ti abituerai. Non mi era mai capitato una come te, ed ora non voglio perderti. Rilassati e vedrai che tutto andrà bene –
Sorrido mentre lui si muove dentro di me lentamente. Lo sfregamento di fa quasi svenire dal godimento.
La mia vagina trasuda umore di continuo e allevia il dolore iniziale. Il godimento ora è totale. Finalmente posso gustare il vero piacere. Comincio a muovermi assecondando le sue spinte e l’orgasmo mi travolge improvviso. Jacopo se ne accorge e mi sollecita a resistere.
Cerco di concentrarmi e dopo un poco il piacere riprende maggiore di prima.
Spingo con tutte le mie forze e ansimo dal piacere, il viso contratto nello sforzo.
Artiglio con le mani il dorso di questo magnifico stallone che mi sta portando ai vertici del godimento e gemo a mezza voce, senza più controllo. Ed ecco arrivare un secondo orgasmo, ingigantito rispetto al primo.
Mi contraggo senza ritegno sotto le spinte di Jacopo e sfogo tutta la mia gioia in un urlo liberatorio ricadendo sul morbido divano sfinita.
Bacio appassionatamente il mio amante e grido
- Grazie! Grazie… -

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