Le candele di Saffo

Scritto da , il 2011-02-27, genere saffico

Il pensiero mi era passato subito per la mente, ben prima che giungesse il momento di uscire di casa: sapevo con assoluta certezza che non avrei dovuto seguirla in quel locale per sole donne, situato in un quartiere un pò malfamato e vicino al centro di Atene.
Quando mi aveva fatto la sua proposta, durante la pausa pranzo, davanti ad un panino e ad un caffè, Xeni era stata molto convincente, ed il suo eterno e affascinante sorriso, così diabolicamente candido e al tempo stesso terribilmente ambiguo, prometteva tutto ed il contrario di tutto: una serata diversa, così mi aveva detto lei, per fare una nuova esperienza e passare una notte meno noiosa di tante altre.
Forse era solo quello che lei voleva.
O, probabilmente, era molto di più quello che Xeni si aspettava che accadesse: fatto sta che io mi ero lasciata attirare in quella sua rete, solleticata dal gusto eccitante del proibito, e una volta entrata in quel locale ero rimasta coinvolta all’istante dall’atmosfera così carica di erotismo e sensualità.

Un bar, un pub, una discoteca.
Uno di quei locali che sono tutto e sono niente, e che in Grecia si trovano molto di rado, quasi nascosti e per nulla pubblicizzati, dove tutti sanno quello che accade, ma, per finto moralismo e ipocrisia, fanno finta di non saperlo: e, malgrado fossi mentalmente preparata, non mi aspettavo proprio di ritrovarmi d’un tratto di fronte a certe immagini.
Nulla di trascendentale, almeno nella sala principale, ma le due donne sulla trentina che si abbracciano e si baciano in quell’angolo più buio, le lingue intrecciate a comunicarsi una passione bruciante, mi rimescolano l’anima ed il corpo, gettandomi in uno stato di languida agitazione, e il brivido che avverto scendere rapido lungo la mia pelle, d’improvviso calda e sensibile, mi si va ad annidare proprio tra le cosce.

Xeni mi ha preso per mano, consapevole della mia sempre più eccitata perplessità, e mi trascina nei passaggi interni ancora più oscuri, oltre porte rivestite di stoffa rossa, tra salottini appartati, appena velati da spesse tende multicolori: ed io cerco d’intuire cosa stia effettivamente accadendo dietro quelle impalpabili barriere, dove voci rarefatte e risate argentine si fondono con il tintinnio dei bicchieri, quasi a voler nascondere e attutire i frequenti gemiti di passione ed i continui sospiri di piacere.

Vaghiamo per alcuni minuti e finalmente, scostando una tenda, entriamo in uno di quei salottini: tre candele, racchiuse in una piccola lanterna appoggiata su un tavolino, diffondono una luce discreta, tenue ma calda, e che riflette le spirali di fumo delle sigarette.
Due ragazze, abbracciate e quasi sdraiate su un basso divanetto, per un attimo ci osservano incuriosite.
Forse abbiamo disturbato le loro effusioni, ed io sarei pronta a scusarmi e a lasciarle alla loro intimità: ma Xeni, che conosce bene quel posto, non si fa alcuno scrupolo, e mi trascina verso un secondo divanetto, vicino a quello delle due ragazze, miracolosamente ancora vuoto considerata la quantità di donne che affolla il locale.
Seduta, guardo imbarazzata le due ragazze.
Ma loro si sono già dimenticate di noi e della nostra presenza: ora si baciano teneramente, e la mano di una si è subito infilata sotto la camicetta dell’altra.

Il corpo di Xeni è vicinissimo al mio, troppo vicino, ed il sensuale calore della sua straordinaria fisicità mi eccita e mi stordisce.
Molte volte abbiamo parlato delle nostre preferenze sessuali, confidandoci i nostri desideri saffici.
Molte volte abbiamo fantasticato sulla forte attrazione che proviamo per le donne, ed in particolare per quella nostra collega del piano inferiore, di quanto entrambe ci sentiamo affascinate da quello statuario e perfetto corpo femminile.
Tra noi due, fra Xeni e me, però, ancora nulla è accaduto.
Ma in quel salottino, soffuso di quella luce tremolante e discreta, so per certo essere inevitabile questo nostro primo contatto, mai così desiderato come in questi istanti
E le mie mutandine, già abbondantemente umide, ne sono la testimonianza più viva.

Sento gli occhi di Xeni fissi su di me.
Mi volto anch’io a guardarla.
E’ sufficiente quel rapido sguardo.
L’eccitazione rende i nostri respiri affannosi, ci divora le viscere, ed il fuoco del desiderio divampa, ravvivato dal luogo in cui ci troviamo, stimolato da quella magica atmosfera così torbida e ambigua, sollecitato dalla presenza delle altre due ragazze, ormai perse nel delirio del loro sogno erotico: le camicette si sono aperte ed i seni si mostrano in tutto il loro splendore, accarezzati e blanditi da mani eleganti e curate, da dita snelle ed esperte, da smalti scuri e seducenti.

Le labbra di Xeni ora si avvicinano alle mie, le sfiorano in un bacio che è un soffio, dolce come il miele.
Pochi istanti e quel timido soffio diventa vorticosa tempesta.
Le nostre lingue s’incontrano, accarezzano i denti, si aggrovigliano e s’intrecciano nella frenesia di un desiderio ormai straripante.
Ed io mi abbandono a quel bacio, mentre la mano di Xeni si posa sulla mia coscia, facendo risalire lentamente la corta gonna che indosso.
Non ho più difese, travolta dalla lussuria di quei folli istanti.
Ho solo voglia di godere e di sfogare tutta l’insostenibile tensione erotica che divora il mio corpo.

La bocca di Xeni mi lascia, strappandomi quasi un ansito di delusione, ed io allora riapro gli occhi.
Accanto alla mia amica si è andata a sedere una delle due ragazze: si è tolta la camicetta e offre i seni ed i capezzoli eretti alle cure delle labbra e della lingua di Xeni.
A quella vista provo quasi una fitta di gelosia.
Ma è solo un istante.
Perché davanti a me, in ginocchio, l’altra ragazza mi sorride invitante, lo sguardo velato dall’eccitazione: è praticamente nuda, solo il perizoma resiste malizioso al suo posto, ad evidenziare le sue provocanti forme.
Mi accorgo di desiderare, con tutta me stessa, proprio quello che sta per accadere.
Voglio la sue mani su di me, le sue dita dentro il mio corpo, la sua lingua sul clitoride.
E questo sarà il mio paradiso.

Mi sfilo rapidamente le mutandine e mi accorgo che, se prima ero solo umida, ora sono letteralmente allagata dagli umori della mia eccitazione.
Allargo le cosce al limite massimo e protendo la fica dischiusa verso la mia nuova amante, così bionda, bella e terribilmente sexy.
Le sue labbra si appoggiano delicate al clitoride, mentre le mani, dalle lunghe unghie laccate di rosso scuro, mi accarezzano l’interno delle cosce, bagnandosi al contatto di quel dolce lago di piacere.
Sospiro impazzita al tocco di quella bocca fatata, rabbrividendo ed attirandola sempre più su di me.

Vedo la sua lingua che mi scorre sulle grandi labbra, mi solletica il clitoride sporgente, mi accarezza e mi tortura implacabile.
Due dita s’infilano in me, penetrandomi a fondo e gettandomi in un vortice erotico fino ad allora sconosciuto.
Con la coda dell’occhio osservo Xeni leccare abilmente le tette all’altra ragazza, massaggiarle la fica e farla sciogliere in un orgasmo dirompente.
E anche il mio orgasmo sale impetuoso, onda irrefrenabile e travolgente, e vengo, sciogliendomi in quella bocca che mi lecca e su quella mano che mi masturba...

Quando usciamo dal salottino ho le gambe che ancora mi tremano, ed una delle candele si è ormai spenta, la cera completamente disciolta.
La ragazza con la quale ho appena fatto l’amore mi accarezza una guancia, mi sorride, mi sfiora le labbra con un ultimo bacio e poi scompare nella penombra del locale.

Fine

diagorasrodos@libero.it

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