La Signora Renata 2

Scritto da , il 2011-01-20, genere etero

Cari amici,questa volta credo davvero non ci sia la necessità che io mi presenti.......”Argentovivo”, del quale ho riportato il racconto, lo ha fatto al mio posto. Dopo aver riproposto “La Signora Renata”, voglio condividere il seguito della storia con voi; questa volta, però, sarò io a raccontarvi gli eventi sperando di farvi giungere tutte le mie emozioni. Certo ciascuno ha le proprie sensazioni, e le mie non sono quelle di Antonio, ma devo dire che “Antonio” ha riportato i fatti così come si sono svolti ed in maniera abbastanza fedele. La Signora Renata 2…….. la sera andò avanti stancamente, e come in tutte le feste con l’andar via degli invitati emerge inevitabilmente quel forte senso di stanchezza  ………… finalmente anche l’ultimo ospite lascio quello che sembrava un campo di battaglia. Andai a letto subito, come era prevedibile non riuscii a dormire e mi tornavano alla mente ogni momento di quella serata, non esclusi quei minuti di follia che mai avrei potuto immaginare si rilevarono il primo passo di un cammino che quando viene associato ad una donna, in linea con l’immaginario collettivo, viene definito cambiamento, trasformazione, e quant’altro. Provai più volte a rimuovere e scacciare quella scena dalla mente, ma sempre mi si riproponeva forte e prepotente…….. come poteva essere accaduto e soprattutto, era accaduto davvero? Era tutto vero, la scena tornava flebile nelle immagini ma forte nelle sensazioni ………. andai avanti così tutta la notte, ero sgomenta dovetti tornare indietro di oltre trent’anni per rivedermi coinvolta in una pratica sessuale così forte, allora ero innamorata di Piero, un mio coetaneo che i miei genitori all’epoca si adoperarono per allontanarlo da me ……….. e cosi arrivai al matrimonio, giovane e con tutti i numeri in regola, come era nello stile puritano e bigotto della mia famiglia.    Piero, una storia adolescenziale, primi turbamenti e grandi emozioni, un ricordo di un amore nascente ed incompiuto che ho portato nel cuore e nella mente, poi il tempo e trent’anni di matrimonio avevano rimosso. Continuai  in quello che sembrava essere un delirio, situazioni del passato e del presente che si sovrapponevano, immagini, ricordi e fantasie si miscelavano tra loro senza logica alcuna e senza un ordine temporale ………finalmente mi addormentai.Il risveglio fu lento, doveva essere comunque già tardi poiché sentivo Adele muoversi per casa impegnata nelle faccende domestiche delle quali si occupava due volte alla settimana. Rimasi ancora a letto fino a quando non la sentii andar  via, mi alzai ed uscii dalla camera; tutto era in ordine e non c’era traccia della serata precedente; in cucina, sulla lavagnetta un messaggio: “ha chiamato il Signor Antonio”, Adele era stata bravissima nelle faccende, eppure, proprio lei aveva lasciato il segno che più di altri sarebbe stato forse meglio non trovare.Preparai un bagno caldo e mi lasciai andare, non avevo fretta e rimasi a lungo nell’acqua. Apatica cominciai a lavarmi, il contatto delle mani sul corpo e l’acqua che mi scorreva addosso mi riportarono alla mente antichi e più recenti godimenti, le mie mani non erano più le mie …………… erano forse quelle giovani e sottili di Piero o quelle forti e mature di Antonio, di certo non erano le mie  quelle che mi esploravano il corpo, mi carezzavano le cosce, mi stringevano i seni ……….. mani fantastiche che si trasformavano in ben altro strumento di piacere che riempiva la mia intimità come mai era accaduto, poi fuoriuscito lento risaliva il ventre ed ancora su tra i seni e poi ancora su fino alle labbra. Labbra, guance, lingua di un’unica bocca affamata, ingorda e vogliosa di godere e far godere. Avevo raggiunto più volte l’apice del piacere quando mi tirai fuori dall’acqua diventata ormai gelida, mi guardai allo specchio; non avevo un bell’aspetto eppure mi sorrisi ………….. ero contenta; già  una volta mi era capitato di dover portare il peso della colpa di aver goduto e forse non era il caso di farlo ancora. Mi preparai molto velocemente, avevo fretta volevo uscire e mischiarmi tra la gente, sentivo il bisogno di aria nuova, fresca. Passeggiai tutto il pomeriggio per il centro, vetrine e negozi erano stati per anni il riempitivo del mio tempo ............ vestiti, scarpe, borse ......... sempre scelti con cura, sempre secondo il mio gusto ed il mio piacere; ora incredibilmente stava cambiando l’ottica ........... le scelte, le valutazioni ora tenevano conto anche di altro, il piacere di piacere.  La voglia di rinnovamento era evidente, camminavo e tra una vetrina e l’altra mi immaginavo vestita con quel capo o con l’altro, mi immaginavo conforme all’ultima tendenza, omologata alla moda. Guardavo le vetrine ed incredibilmente il riflesso mi faceva da specchio, stavo davvero provando questo o quel vestito e ......... proprio non mi piacevo, ero sempre stata molto severa con me stessa ed ora stavo cadendo nel ridicolo. Tornai mentalmente al mio essere d sempre, poco appariscente, e mi ritrovai nel solito negozio di scarpe .......... ero loro cliente da sempre mi conoscevano bene, a volte non c’era nemmeno bisogno che perdessi troppo tempo a spiegare cosa volessi .......... la loro proposta era sempre di mio gradimento e non fui smentita nemmeno quella volta.  Sembrava quindi che tutto fosse come prima, ed invece mi sbagliavo .............. il commesso come sempre gentile e disponibile mi aiutava a calzare le scarpe, mi teneva la caviglia e la gamba mentre con le sue carinerie favoriva l’acquisto .......... cose del tutto normali, eppure come mai solo ora le notavo e mi compiacevano? Mi sembrava addirittura che indugiasse fin troppo con quelle carezze, ..........mi sembrò addirittura che indugiasse con lo sguardo  tra le gambe fino a dove  le calze lasciano nuda la pelle, e forse ancora più su. Stavo sudando, ero imbarazzata per quella situazione che certamente si era ripetuta altre volte nel passato ma che non avevo colto ........... ecco cosa era cambiato o stava cambiando, ero meno assente mi stavo scoprendo ricettiva ........... dopo tanti anni di nulla stavo scoprendo di esistere.   Passai in altri negozi, tornai a casa con un bel po’ di cose comprate ........... ero contenta, riguardavo gli acquisti e ricordavo tutte le cose carine che mi erano state dette ........... le ricordavo, ne sorridevo ....... mi stavo scoprendo vanitosa ........... , non erano dunque la minigonna o la sfrontatezza le cose che attiravano e che potessero rinnovare o ringiovanire, ma la constatazione di un mutamento del pensare e di vedersi in una condizione nuova.Queste furono le riflessioni che mi fecero compagnia quella sera mentre, come vi dicevo, guardavo gli acquisti fatti ........... una gonna a tubino, una maglietta di lana, le scarpe, ........... l’intimo. Si, quella sera mi fermai più volte innanzi a manichini dal fisico perfetto ed improbabile ................... , calze, reggi seni , bustini e corpetti altrettanto improbabili ed improponibili .............. i colori, le forme, le applicazioni ....... tutto sembrava tirato via dal festival del cattivo gusto e dell’ostentazione. Passai avanti, andai nel mio solito negozietto dal sapore delle vecchie mercerie di una volta ............ tutto era in armonia ........... dagli anziani ed eleganti proprietari .............. ai cassetti in legno nei quali venivano custoditi i capi come preziosi ............. lì dove il termine “intimo” aveva realmente un significato. Mi ritrovavo innanzi allo specchio, in camera, a provare quei capi così personali ........... mai mi ero soffermata a come mi stessero, in fondo avevano una loro funzione e la espletavano indipendentemente dal pizzo, dal merletto. Le calze, le avevo portate sempre così da quando da adolescente a signorina abbandonai i calzettoni, a quei tempi esistevano  solo quelli e i collant sarebbero giunti dopo, la mia non era stata una scelta ................... i manichini, e quello sguardo malcelato del commesso, mi confermavano che da sempre avevo utilizzato, senza malizia, uno degli accessori che più di altri stimolavano la libido maschile. Avevo trascorso tutto il pomeriggio in giro con la speranza di non pensare a quello che invece tornava inesorabile alla mente ................. incredibile, non solo non ero riuscita nell’intendo ma ai primi pensieri se ne aggiungevano altri, tutti dal sapore agrodolce.Ero stanca andai a letto, mi addormentai molto tardi perché ancora una volta mi fu impossibile separare la mente dal corpo ................., ancora una volta mi lascai andare tra ricordi e fantasie, ancora una volta le mani diedero sfogo alla mia voglia ........ non ricordo come e quando riuscii a prendere sonno, cosi come accade agli amanti che, sfiniti ed appagati, si addormentano uno nelle braccia dell’altro.  I vostri commenti  mi saranno utili per valutare sull’opportunità di condividere con voi una parte del mio trascorso.

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