Max

Scritto da , il 2010-11-29, genere zoofilia

Max di Giorod2004

Amiche lettrici, voglio raccontarvi di un fatto capitatomi alcuni giorni fa: ero venuta appena a casa dal lavoro ed avevo lasciato Max, il mio golden retriever, in giardino a fare i suoi bisogni.
Mi ricordo di essermi buttata sul divano tanto ero stanca ed avevo voglia di riflettere.
Il mio ragazzo ed io avevamo rotto nell'ultimo mese e sembrava che questa volta la rottura fosse inevitabile. Era successo che un giorno, trovai che se n’ era andato con tutti i suoi vestiti: trovai un biglietto, con cui chiedeva scusa, vicino allo specchio della camera da letto. Da allora ero rimasta sola. Così cominciai a pensare a tutto l'amore che ci eravamo dati reciprocamente: gli piaceva quando gli leccavo il frenulo, lo faceva impazzire ed eiaculava quasi subito; lui poi era un maestro a slinguettarmi il bocciòlo. E poi si scopava, infoiati. Mi prendeva in ogni foro del mio corpo molte volte per notte.
Tutto il turbinìo di pensieri e di ricordi ad occhi chiusi sul divano mi aveva eccitato e quasi senza accorgermene mi ero sfilata le mutandine ed avevo cominciato a titillarmi. Inserivo le dita della mano destra in profondità nella fessura umida e con l’altra massaggiavo il clito. Era come fossi in profonda trance. Mi pareva che Riccardo fosse ancora lì a leccarmi come sempre. Ho alzato e spalancato le cosce quasi in modo da potergli permettere di arrivare anche alla rosetta grinzosa dell’ano. Sentii sopraggiungere l’orgasmo mentre sognavo di tenergli la testa accompagnandola su e giù lungo la vagina.
Uscita improvvisamente dalla trance mi sono resa conto subito che tutto non dava l’dea di un sogno ma pareva estremamente reale.
Chi c’era fra le mie cosce che mi lappava la fica?
Chi mi aveva appena fatto avere un orgasmo?
E di chi era il capo che tenevo fra le mani strusciandolo in alto e in basso?
Aprii gli occhi e non potei credere a ciò che invece era pura verità. Max, il mio cane, si era sistemato col muso fra le cosce e mi leccava la fica con metodo. Era entrato silenziosamente e si era sistemato lì, attratto evidentemente dal mio afrore. Vidi che si era eccitato perchè il suo uccello spuntava quasi tutto dalla sua guaìna pelosa. Cacciai un urlo ed istintivamente chiusi le cosce
velocemente mentre mi alzavo di scatto e dirigevo in bagno. Ad una prima considerazione mi disgustava il solo pensare a ciò che era appena accaduto. Aprii pertanto la doccia e, denudatami in un lampo, vi entrai e vi rimasi a lungo quasi a voler fare pulizia. Lavai a lungo il mio sesso con dolcezza . Mentre la mano scorreva lungo lo spacco, facilitata dal sapone, non potevo credere di aver fatto l’amore con il mio cane. Sapevo che alcune donne entrano in questa spirale tormentosa, ma non avrei mai pensato che questo potesse accadere anche a me. Il calore dell’acqua e il clitoride eretto quasi a voler intercettare i passaggi delle dita, mi procuravano delle scosse sempre più forti che mi facevano rizzare i peli e i capezzoli nonostante il vapore: più analizzavo il fatto accaduto, sotto lo scroscio dell’acqua calda , più il tarlo delle giustificazioni s’insinuava nella mia mente, cosicché alla fine delle abluzioni tutto aveva assunto una prospettiva diametralmente opposta a quella con cui ero entrata in doccia. Ora l’episodio mi pareva stuzzicante e non così tragico, anzi, come se non meglio che con un uomo.
Pensavo a Max e a che cosa aveva fatto per darmi piacere. Il pensiero di me che entravo in foia col mio cane, ora mi stava attizzando. Da sopra l’accappatoio mi strusciavo con una mano la pudenda : sentivo che mi stavo nuovamente bagnando.
Ora sapevo che cosa desideravo fare. Sì, prima di coricarmi per la notte, volevo far l’amore con Max. Quello che prima mi aveva fatto repulsione ora m’attirava come un’ossessione. Uscita dalla stanza da bagno ancora tutta accaldata, lo chiamai e lui pronto mi venne appresso. Stava scuotendo la coda come se niente fosse accaduto. Mi sono inginocchiata vicino a lui e gli ho parlato con dolcezza accarezzandolo: ha cominciato a leccarmi la faccia ed io sentivo il suo alito che sapeva di fica, la mia fica e questo mi sconvolse ed eccitò piacevolmente. Dal viso poi si è abbassato ed ha cominciato a leccarmi il seno: i capezzoli erano come sassi mentre li spazzolava con la sua linguetta. Erano inzuppati della sua saliva. “Bravo”, gli ho sussurrato e battendomi leggermente il ventre cercavo di indurlo a scendere con le leccate sui miei peli e fra le cosce. Ero incuriosita e volevo vedere che po’ po’ di cazzo gli pendeva sotto. In quel momento Max fiutò e scoperto la mia fica bagnata che lo aspetta e non ha sprecato tempo: mentre ha
cominciato a leccare i miei peli ed il mio clito io ho aperto le cosce per facilitarlo. Eravamo sistemati in una posizione a 69 ma non ero tutta sotto di lui, ma invece dalla sua parte sinistra. Non era il suo stile, per niente. Ho spinto la mia passera fino al suo muso. Potevo ora vedere chiaramente il suo cazzo. Era luminoso e rosso vivo ed aveva una punta aguzza ed uno spesso nodo alla relativa base appena davanti alle sue palle sferiche. Soltanto la metà del suo cazzo stava fuori dalla relativa copertura. Lo fissavo come in ipnosi e mi pareva il doppio in confronto a quello di Riccardo mentre mi leccava copiosamente fino a quando la fica ed il culo divennero bagnati fradici. Ero felice che avesse un gran batacchio. L’ho toccato ed impugnato con dolcezza ed ho iniziato a menarlo. Era liscio e sdruciolevole. Max si inarcò e mentre io lo tenevo saldamente ha cominciato a spingere il suo posteriore avanti e indietro come la mia mano fosse una vagina. Allo stesso tempo, il suo cazzo ha cominciato a svilupparsi ed estendersi fino all’uscita totale dalla guaina. Era enorme. Spinse nella mia mano più velocemente tanto da non riuscire più a reggerlo. Non appena si sentì libero, continuando a spingere la sua parte posteriore come stesse mimando un coito, mi girò intorno e mi montò. Potevo sentire il martellamento del suo cazzo contro la mia culatta. Mi sentivo pronta a farmi arare da quell'enorme attrezzo. Per alcuni secondi ho pensato quale posizione prendere per favorire l’entrata in me di quell’arnese e come fosse possibile. Poi la natura ebbe la meglio e prese il sopravvento sulle mie elucubrazioni. Non sprecò tempo anche se ero scettica sul fatto che potesse funzionare. Allora mi sentii avvolgere strettamente i fianchi con le sue zampe anteriori e cominciò a spingere la sua parte posteriore in avanti. Ero ora sul punto di non ritorno. Non si poteva più fermare sopratutto quando lo sentii imboccare la vagina. Ho sentito una piccola fitta di dolore lungo le pareti mentre si adagiava su di me per far accomodare meglio la sua trivella. Lo ho sentito raggiungere la parte più interna e più profonda del mio antro mentre coitava sempre più velocemente. Il suo nodo inserito diventava, via via che il tempo passava, sempre più grosso fino a che non mi sfregò nel mio punto " G". La sensibilità trasmise scosse di corrente al mio cervello ed ebbi un orgasmo squassante. Rallentava per un istante ed accelerava ancora. Mi ringhiò contro
alcune volte per lo spostamento del suo cazzo non ancora ben ancorato. Quando il nodo ebbe raggiunto il 100% dell’enfiagione, Max si fermò ed io sentii il suo seme caldo ed abbondante riempirmi la cavità. Il nodo enorme all'estremità stava impedendogli di liberarsi di me e così ce ne siamo stati attaccati, mentre il suo cazzo, piegato indietro, mi siringava di liquidi.
Cominciavo a preoccuparmi su quanto saremmo rimasti in questa posizione anche perché ricordavo che i cani rimanevano sempre incastrati fino a che il maschio non finisse di sparare il suo carico. Era tutto uno zampillo e mentre aspettavo ho fatto la cosa migliore: ho massaggiato il mio clito finchè non sono venuta ancora parecchie volte ed ho giocato con le sue sfere morbide e calde. Ciò ha reso la monta più veloce ed eccitata. Quando ho sentito che il nodo iniziava a sgonfiare velocemente, in un istante il suo cazzo, ora molle ed inerte mi uscì da dietro con un guizzo inaspettato. Ero pienamente appagata e ce ne andammo a dormire rilassati e per quanto mi riguardava senza più pensieri o scrupoli.
Dalla mattina che seguì, Max diventò permanentemente il mio amante, mentre Riccardo era diventato solo un ricordo.
Da quel giorno poi riesco sempre a riconoscere, ogni volta che esco a passeggio con lui, tutte quelle donne che hanno permesso al loro amico a 4 zampe di coprirle: è come un marchio che ci contraddistingue e solo noi riusciamo ad individuarlo perché ne rinveniamo i contorni fatti di tanti piccoli particolari. Comunque permettetemi un consiglio:se avete un cane, di qualsiasi taglia, fatevi almeno leccare il bocciòlo, non ve ne pentirete e soprattutto ricordate che i cani hanno 2 pregi impagabili: sono fedeli e non parlano. Ciao

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