Klimt 2a parte

Scritto da , il 2010-09-27, genere etero

Seconda parte del nostro racconto.
Buona lettura.

CAPITOLO TERZO
Nei giorni seguenti Anna non ricevette più notizie da parte di Luca, era impegnata a studiare per un esame e quindi non ci prestò molta attenzione, ma dopo aver dato l’esame gli mandò un messaggio per sapere come stava e se fosse successo qualcosa di particolare visto che non si era più fatto sentire.
La risposta arrivò dopo poco: ‘Scusa hai ragione, ma in queste ultime settimane ho avuto parecchio da fare con gli esami; cmq se vuoi puoi venirmi a trovare nel mio studio tanto sai dov’e’. Non mi sono scordato della cena, salvo imprevisti sarà per la prox settimana. Ciao.’
Rilesse più volte il messaggio ed era indecisa se andarlo a trovare o aspettare che fosse lui a chiamarla, avrebbe deciso con calma, intanto doveva andare a fare la spesa chissà che non lo avrebbe incontrato ancora una volta al supermercato? Disse tra se sorridendo.
Due giorni dopo erano circa le tre del pomeriggio Anna era a casa da sola a guardare la tv, Katia era al lavoro, Massimo all’università’, quando ricevette un messaggio di Karl: stasera ci vediamo? Ho voglia di te.
Dopo averci pensato un po’ scrisse la risposta: Ciao Karl, stasera non ci possiamo vedere ho già un altro impegno. Ci sentiamo in questi giorni.
Inviato l’sms, si fece una doccia si vestì ed uscì diretta all’università’ facoltà lettere e filosofia di studio dell’arte, studio del professore Luca Bianchi.
Ci impiegò mezz’ora ad arrivare, dopo aver chiesto bussò alla porta dello studio: “Avanti”
“Ciao” disse lei entrando.
“Ma ciao! Che bella sorpresa!”
“Sai ero a casa da sola a guardare la tv ed ho deciso di venirti a trovare, spero di non disturbare.”
“No figurati, stavo finendo di preparare la lezione di domani. Siediti” le disse indicando due sedie poste di fronte la sua scrivania.
“Mi spiace non essermi più fatto sentire, ma come ti ho detto ho avuto parecchio da fare; spero che tu non abbia pensato che non mi sono fatto sentire per via di quella cena, vero?”
“No no figurati, comunque ho avuto anch’io da fare ho dato un esame.”
“Andato bene?”
“Si, si, grazie” rispose lei sorridendo. “Ci sono altre mostre da visitare nei prossimi giorni?” chiese Anna con un sorriso.
“AH AH no nei prossimi giorni non ci sono mostre. Se ne riparla tra qualche mese. Ti stai interessando all’arte?”
“Beh diciamo che quel pittore, Klimt, mi pare si chiamasse mi e’ piaciuto parecchio” rispose lei con un sorriso ammiccante.
“Si chiamava Klimt” puntualizzò lui. “C’e’ un quadro che ti e’ piaciuto piu’ di tutti?”
“Si, mi pare si intitolasse Tane.”
“Danae” la corresse lui continuando “L’avevo intuito visto che eri rimasta incantata davanti a quel quadro.”
“In effetti ne sono stata rapita, stavo immaginandomi come modella al posto della donna ritratta.”
“Dici sul serio?”
“Si certo, perché ti sembra strano?”
“E’ la prima volta che mi capita una ragazza che guarda un quadro immedesimandosi nel personaggio ritratto.”
“E tu mi dipingeresti?”
“Io?”
“Si, tu.”
“Sono un critico d’arte non un pittore.”
“Non vorrai dirmi che ti vergogneresti a dipingermi nuda?”
“Vergognarmi? E di cosa?”
“Allora farò la tua modella per un quadro.”
“Ah ah ah. Sei davvero spiritosa Anna.”
Lei contraccambiò la risata ma il suo sguardo malizioso e provocante creò in lui un po’ di agitazione.
“Oltre a fare la modella per un quadro cos’altro ti ha suscitato la mostra?”
“Per essere sincera fino in fondo mi ha fatto venire tanta voglia di sesso ed ho rinunciato al tuo invito per una scopata.”
“Beh, hai fatto bene, il sesso e’ uno dei piaceri della vita.”
“Giusto e sai cosa vorrei fare ora?”
“Cosa?”
“Stare sotto una scrivania e fare un pompino all’uomo seduto a quella scrivania….”
“Ah si? E come mai vorresti fare una cosa simile?”
“Perché mi va di farlo.”
“Allora fortunato l’uomo che sarà seduto in quella scrivania.”
“Si molto fortunato…….” disse lei alzandosi e facendo il giro della scrivania.
Lui la seguiva con lo sguardo senza dire una parola, poi disse: “Che vuoi fare? Sei impazzita?”
Senza rispondere Anna s’inginocchiò e iniziò a stuzzicare Luca accarezzando le gambe, la pancia e il cazzo.
“Dai smettila se entra qualcuno che figura facciamo?”
Lei imperterrita continuò nel toccarlo e sentiva il cazzo crescere, slacciò i bottoni e lo tirò fuori.
Ormai Luca non parlava più aveva chiuso gli occhi e lasciava fare a lei che iniziò a leccarlo lentamente dal glande fino alla base in tutta la sua lunghezza, poi iniziò a metterlo in bocca di lato facendo in modo che sentisse il caldo della lingua e della saliva ma senza fare in modo che entrasse completamente in bocca.
Le piaceva gustarselo, ogni tanto gli dava dei piccolissimi morsi e questa cosa veniva molto apprezzata da lui, poi piano piano iniziò a metterlo tutto in bocca, arrivò fino alla base del cazzo iniziando a fare su e giù con la testa mentre Luca iniziava a gemere di piacere.
Aumentò il ritmo dei movimenti con la bocca e più era veloce più piaceva a lui, ogni tanto si fermava e bagnava con la saliva il glande per poi riprendere il bocchino, mentre lei continuava dall’esterno dello studio si sentirono dei rumori di porte, in quel momento Luca esplose nella bocca di lei che venne colta di sorpresa, ma dopo il primo attimo iniziò ad ingoiare lo sperma.
Nel mentre qualcuno bussò alla porta dello studio: “Un momento prego” riuscì a dire Luca mentre si ricomponeva.
“Avanti.” Erano tre studenti che dovevano chiedere delle delucidazioni, Luca cercò di essere il più esauriente possibile ma anche nel modo più veloce visto che Anna si trovava sotto la sua scrivania.
Quando i tre studenti se ne furono andati, Anna poté uscire dal suo ‘nascondiglio’: “Spero sia stato di tuo gradimento”gli disse lei.
“Moltissimo. Mi volevo scusare per esserti venuto in bocca.”
“Non ti devi scusare.”
“Ok. Il bagno è quella porta di fronte.”
Trascorsero la serata in un ristorante cenando a base di pesce e discorrendo di vari argomenti: dai quadri, al mare, dai progetti futuri di lui agli studi per gli esami di lei, dalle questioni personali di entrambi al sesso finendo con il desiderio di lei di essere ritratta su un quadro, preferibilmente nuda e da lui.
Durante la serata più volte Anna, toltasi le scarpe, insinuò una gamba tra quelle di Luca giocando a stuzzicarlo: “Dai smettila” gli disse lui.
“Non ti piace?”
“Certo che mi piace ma non mi sembra né il luogo né il momento per fare certe cose.”
“Ah no, e perché?”
“Dai finiscila” continuò lui anche se era eccitatissimo.
“Vuoi che ti faccia venire qui?”
“Finiscila” rispose lui e con la mano destra scostò il piede di lei che rispose con un sorrisino malizioso.
Terminata la cena fecero una breve passeggiata e poi in auto per ritornare a casa, durante il tragitto Anna riprese a stuzzicare Luca ma questa volta lui non si oppose, dopo aver giocato con il suo cazzo da sopra i pantaloni lei aprì la chiusura e lo tirò fuori iniziando a masturbarlo.
Si fermarono ad un semaforo vennero affiancati da un’altra auto ed Anna si sdraiò sulle gambe di lui iniziando a leccarlo e succhiarlo, ripartiti lei continuò fino a quando fu costretto a fermarsi in uno spiazzo e le venne copiosamente in bocca.
Dopo averla riaccompagnata a casa Luca ripensò a tutto quello che era successo quella sera e in generale a quello che gli stava accadendo, non gli era mai successo di essere cosi coinvolto in una storia di sesso, lei gli piaceva sia fisicamente sia mentalmente, gli piaceva il suo modo di essere sempre intrigante e sensuale, il fatto che prendesse l’iniziativa e lo facesse nei posti più strani e nei momenti più impensati, e decise che avrebbe esaudito il suo desiderio di farsi ritrarre nuda da lui, negli stessi momenti Anna era sdraiata sul suo letto intenta a masturbarsi pensando a lui ed al suo cazzo.

CAPITOLO QUARTO
La mattina seguente Anna si svegliò alle 8, si fece una doccia e dopo aver fatto colazione accese il cellulare, le arrivò un messaggio era di Luca, lo aprì e lesse: ‘buongiorno, spero abbia dormito bene. Se la tua proposta del dipinto è sempre valida, fatti trovare davanti al mio studio oggi pomeriggio alle 16. Buona giornata. Luca.’
Non poteva crederci, aveva accettato!!
Era felicissima.
Avrebbe dovuto studiare invece passò tutta la mattina a pensare a come l’avrebbe dipinta, con che colori, in che posa e non vedeva l’ora che arrivassero le quattro.
Dopo aver pranzato si mise a letto per riposarsi puntando la sveglia alle 15; quando suonò si alzò subito si fece una doccia si vestì ed uscì.
Arrivò nello studio di Luca con circa 10 minuti di anticipo, sentì delle voci venire da dentro e pensò che ci dovevano essere degli studenti, si sedette ed attese.
La porta’ si aprì circa venti minuti dopo e ne uscirono tre ragazzi seguiti da lui, i tre salutarono il professore che contraccambiò e si avviarono verso l’uscita, Luca si girò verso di lei dicendole: “Ciao scusa per il ritardo, è da molto che sei qui?”
“Ciao non ti preoccupare, sono arrivata un pochino in anticipo.”
“La mia modella e’ pronta?”
“Si si, prontissima.”
“Ok, fammi finire una cosa tempo cinque minuti e poi andiamo.”
“Ok, ti aspetto qui.”
Fu di parola uscì dallo studio cinque minuti dopo lo chiuse a chiave ed insieme ad Anna si avviò al parcheggio, aprì l’auto la fece salire e partirono.
Impiegarono circa mezz’ora per arrivare, era un posto abbastanza isolato, si fermarono davanti ad un cancello chiuso da un lucchetto, lui scese aprì il lucchetto ed il cancello, con l’auto entrarono e seguendo una strada sterrata arrivarono di fronte ad un piccolo edificio di colore bianco, parcheggio’ l’auto e le disse che erano arrivati.
Scesero ed Anna si guardo’ intorno, si trovavano in campagna: “Bello qui” disse lei.
“Si, quando ho un po’ di tempo libero o quando sono molto stressato mi piace venire qui e rilassarmi.”
Mentre diceva questo apriva la porta dell’edificio, facendo cenno ad Anna di entrare.
“Scusa per il disordine non ho avuto tempo di mettere a posto.”
“Non ti devi scusare, il disordine fa parte degli artisti” rispose lei sorridendo.
Iniziò a studiare la stanza, era quadrata con grandi finestre, le pareti erano bianche e c’erano tele sparse qua e là e colori ovunque, due cavalletti uno dei quali con una tela sopra mentre l’altro era aperto e senza nulla sopra.
“Che finestre enormi che hai!” esclamò lei.
“Si, sono cosi grandi per far entrare la luce del sole, poiché quella artificiale non rende bene l’idea dell’ombra” spiegò lui.
“Capito” rispose Anna che continuava a guardarsi intorno, si girò su se stessa e vide un divano con un telo bianco sopra.
Intanto lui raccoglieva i colori e li divideva e le disse: “Intanto che metto un po’ in ordine se vuoi accomodati su quel divano li in fondo”
Anna si sedette sul divano e osservava Luca che, dopo aver terminato di raccogliere i colori, riordinato le tele sparse, aveva preso il cavalletto vuoto e lo aveva posizionato leggermente di lato rispetto al divano e mentre andava a prendere una tela nuova le disse: “Se vuoi c’e’ un piccola stanza di là” indicando una porta “che puoi usare come spogliatoio altrimenti se vuoi puoi spogliarti anche qui”; Anna senza pensarci iniziò a spogliarsi davanti a lui che intanto sistemava la tela sopra il cavalletto.
Quando fu completamente nuda le disse: “Perfetto, ora ti dirò come ho intenzione di dipingerti: sdraiata di fianco mentre ti masturbi, vorrei riuscire a ritrarre il tuo volto nel momento in cui viene, vorrei disegnare i lineamenti del tuo viso travolti dal piacere. Che ne dici?”
“Un’idea fantastica, mi piace e mi eccita.”
“Bene, allora iniziamo, mettiti sul fianco destro, piega un pochino la gamba sopra e metti uno o due dita dentro la fica e rimani ferma ed immobile.”
Anna eseguì quello che le aveva detto Luca, rimanere ferma ed immobile, con due dita dentro e l’eccitazione che aveva fu un’impresa difficilissima, come una liberazione arrivò la voce di Luca che le disse che ora poteva iniziare a masturbarsi e quando stava per venire doveva avvertirlo.
Non impiegò molto a farlo visto che era già bagnatissima; dopo che venne Luca le disse: “Fantastica, stupenda, meravigliosa, sono riuscito a cogliere molto di più di quanto mi aspettassi.”
“Ne sono felice” disse Anna mentre si alzava in piedi dirigendosi verso di lui per vedere il quadro.
“No, no cara, non lo puoi vedere i quadri si vedono solo una volta terminati, devi avere pazienza.”
“Dai solo un’occhiata.”
“No.” Rispose lui continuando il suo lavoro.
Anna andò in bagno si fece una doccia, si asciugò i capelli e quando uscì e trovò il quadro finito, era bellissimo, l’aveva ritratta nel momento di massimo godimento, il viso era l’espressione di una donna in pieno orgasmo, traspirava eccitazione dalla tela.
“Stupendo” disse lei, “complimenti hai fatto un ottimo lavoro, mi piace molto.”
“Grazie, comunque il merito è tutto tuo, sei una modella perfetta.”
Lei lasciò cadere l’asciugamano che aveva stretto intorno al corpo rimanendo nuda. “Ora dai il giusto premio alla tua modella.”
Senza parlare iniziò a baciarla e toccarla, sentiva i suoi capezzoli inturgidirsi e in lui aumentava l’eccitazione, si spogliò, la fece sdraiare sul divano ed iniziò a leccarla tutta soffermandosi in particolare sulla fica, quando furono al massimo dell’eccitazione lui iniziò a penetrarla.
Uscirono dallo studio di Luca che era quasi mezzanotte.

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