La sconosciuta

Scritto da , il 2010-09-23, genere prime esperienze

avevo 15 anni. Non avevo ancora avuto esperienza di sesso completo. La mia prima volta sarebbe avvenuta di lì a un anno, poco meno.
Ma non dimenticherò mai quel che accadde un giorno di 30anni fa, nella cantina del condominio dove abitavo , con una perfetta sconosciuta.
Pioveva a dirotto e stavo rientando a casa di corsa, essendo stato sorpreso dalla pioggia mentro ero fuori con gli amici.Giunto sul portone di casa mi si parò davanti una donna.mezza età, robusta,gonnae maglione, fradicia d'acqua." Ti prego, sono senza ombrello, fammi entrare nel portone del condomnio finchè non si calma la pioggia...." Io aprii e la feci entrare nell'atrio. Vidi che aveva dei capelli neri , lunghi, sembrava che si fosse rovesciata un secchio d'acqua in testa. Sorrisi. " piacere, mi chiamo Maria, grazie infinite. Non è che avresti un'aciugamano per favore?" Mi porse la mano e notai che oltre ad essere una bella donna, aveva le mani calde e carnose, dall'accento meridionale e dal corpo rotondo, formoso ma non grassa. Non sò come ma mi eccitai. Il silenzio, la penombra del tardo pomeriggio autunnale, la pioggia, avevano creato un ambiente quasi intimo.
" non posso fare salire degli sconosciuti in casa. Però in cantina abbiamo una intera scatola di asciugamani e accappatoi, puliti, che usiamo solo in estate. Se mi segui... ." e mi incamminai giù per le scale. Lei mi seguì in silenzio, con un mezzo sorriso sul viso. La porta della cantina era sempre aperta. Nel condominio eravamo solo 5 famiglie e ci conoscevamo tutti. Il locale era ampio, asciutto, con un buon profumo di lavanda. Entrammo, accesi la luce e richiusi la porta dietro di noi.Le porsi un asciugamano pulito e lei , sempre sorridendo iniziò ad asciugarsi. " grazie, grazie infinite, appena si calma un pò la pioggia me ne vado, non preoccuparti.....cosa posso fare per ringraziarti? "..Io la guardai, ero sempre più attratto da lei....se ne accorse, si fece seria, si avvicinò a me, mi mise una mano dietro la testa e l'altra in mezzo alle gambe. Mi attirò a lei, fino alle sue labbra. erano calde, morbide. La sua lingua umida spinse con forza sulla mia bocca , fino ad entrare ed avvinghiarsi alla mia. Intanto la sua mano tra le mie gambe andava su e giù , quasi masturbandomi da fuori i pantaloni, facendo diventare sempre più duro il mio cazzo, oramai allo stremo.Preso da una eccitazione incredibile, anche io, con una mano le presi il grosso seno e iniziai a stringerlo e l'altra la infilai sotto la gonna.trovai subito le mutandine, begnate, ma non dalla pioggia. Un folto pelo umido le ingrossava e presto le mie dita trovarono il pertugio e prima una, poi due, poi tre, entrarono in quella calda figa che mai dimenticherò.Mi costrinse ad inginocchiarmi e mi disse " voglio farti un regalo... " Si sollevò la gonna, si sfilò le mutandine e mi mise il suo sesso davanti alla faccia. Era la prima volta che vedevo da vicino e dal vivo la figa di una donna. Era enorme, pelosa, umida, e emanava un forte odore . Ero come ubriaco. lei mi spinse al testa contro quel ben di Dio. " Lecca...Lecca.... !! "Gettò lo sguardo al soffitto , mi strofinò la figa sulla faccia, io leccai, leccai meglio che potevo, fino a chè sentìì un liquido caldo e odoroso innondarmi la faccia e la sentìi gemere e tremare. Era venuta. Ansimante, sudata, mi fece alzare, mi slacciò i pantaloni, me lo tirò fuori. Mi ricordo che non fece in tempo ad infilarselo in bocca. Come sentìi la sua mano e poi le sue labbra , il mio cazzo esplose un getto di sborra che la colpì dritta sul naso. poi ancora, sulle labbra, sugli occhi, sui capelli, persino sulla scatola dcegli asciugamani dietro di lei.
Mi sembrò di svenire. Con la lingua mi ripulì con cura. Poi si alzò con l'ascigamano di prima si asciugò dalla sborra che aveva un pò dovunque. Ci rivestimmo tutti e due. La pioggia era cessata. Mi diede un bacio molto casto sulla guancia e mi sussurrò " grazie, sei stato grande..." io la implorai " posso rivederti ?" Non rispose, mi sorrise e se ne andò. Non la rividi mai più.
Oggi, dopo più di trent'anni, ogni tanto, passando davanti al portone delle vecchia casa di famiglia, mi ricordo ancora di lei, Maria.

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