My adventure in the camping

Scritto da , il 2010-09-02, genere gay

My adventure in the camping,

Estate 2009, il caldo si fa sentire al sud, decidiamo il nostro luogo di vacanze, un campeggio a Gallipoli, un campeggio veramente bello; ma quello che più m’interessano sono i bei ragazzi, e di quelli c’è né sono a bizzeffe, ragazzi alti, muscolosi, bassi, possenti.
L’animazione è la parte che preferisco in un campeggio, un’equipe di animazione stupenda, come non si fa a non notarlo, l’addetto ai tornei, un ragazzo che avrà avuto una trentina d’anni, da sballo, era alto, muscoloso, abbronzato e la cosa che più mi eccitava in lui era la bandana sempre portata sui capelli mori e corti, un ragazzo virile.
Dovevo passare in quel campeggio una settimana, è stata stupenda, una cosa meravigliosa ma purtroppo non mancavano i pianti serali e i soliti romanzi, infondati, che mi facevo in testa.
Sono un ragazzo timoroso, in effetti, non puoi sapere se le persone sono disposte ad amarti, non sai il loro orientamento sessuale, devi solo provare e stare attento a ciò che può succedere; ma passiamo ai fatti.
Era Lunedì sera, il giorno prima della mia partenza, il campeggio si fa buio, finiscono gli spettacoli dell’animazione e tutti vanno in spiaggia o dormono, io invece mi faccio il giro del campeggio, cammino nel buio solo, la mia attività preferita, mi avvicinano dove si svolgono gli spettacoli e vedo una piccola luce tra l’oscurità, e lui Andrea, seduto su di una sedia bianca in plastica con le gambe leggermente divaricate e sta fumando una sigaretta, la parte finale della sigaretta gli illumina il viso, vedo le sue labbra sottili e longilinee, i suoi occhi piccoli ma vivaci, i suoi capelli corti coperti da una bandana nera con uno stemma sul davanti, il quel momento il mio cervello si disconnette,
mi avvicino-lui sorride, è cosi bello vedere il suo collo che si piega a destra e a sinistra e il suo orecchino che ciondola
mi avvicino di più- mi sorride nuovamente e scrolla la cenere della sigaretta
mi avvicino di più, sono a dieci centimetri da lui- lui sembra confuso, è buio e non so se mi ha riconosciuto
mi abbasso finche con non sono a cinque centimetri dal suo viso- lui avvicina la sua testa sfiorandomi il naso
io perdo completamente tutte le difese che ho e mi dimentico di tutti i problemi e di tutte le preoccupazioni che mi si accavallavano sulla mente, sono senza pudore lì davanti a lui a dirgli che io provo qualcosa per lui, non so se fosse amore, era troppo presto per dirlo.
E poi mi scappo, lo bacia, un bacio unico che durò un paio di secondi, e poi scappai con tutte le forze che avevo in corpo, scappai da lui per paura di essere giudicato, per me quel bacio significava tanto, non so se si sia accorto di chi ero, so solo che me ne andai il giorno dopo, lasciai tutte le mie speranze lì, però mi ripromisi di ritornare in quel villaggio sperando di trovarlo.

Estate 2010, eccomi nuovamente in questo villaggio, rivedere questo posto mi mette una gioia immense, soprattutto perché spero di vedere lui, il mio Andrea.
Il mio pensiero fu subito quello, vedere l’equipe d’animazione, La stessa, un sospiro di sollievo si era insidiato in me, ma ora mancava vedere se lui fosse con quell’equipe, ma purtroppo non lo vidi per tutto il giorno, e non potevo chiedere a nessuno se ci fosse; Le mie speranze furono buttate al vento, lui non c’era.
La giornata passo lentissima, non volevo capacitarmi della sua assenza, volevo rivedere colui che avevo baciato l’anno prima, rivedere i suoi occhi, rivedere la sua bandana, il suo collo, ma lui non c’era.
Calò il buio e come sempre camminai per tutto il campeggio, visitandolo, nuovamente, in lungo e in largo, il buio è stato calato alle 24 (l’ora del silenzio nel camping), andai a visitare nuovamente la zona animazione, da lontano vidi una figura, qualcuno che nell’oscurità era seduto a fumarsi una sigaretta, io pensai subito a qualcuno del bar adiacente o ai controllori notturni, mi avvicinai per poi ritornare indietro, ma una voce mi fece rabbrividire “ciao” disse la figura a mio lato, la sua voce mi sembrava famigliare, rimbombava nella mia testa, “ti ricordi chi sono o ti sei già dimenticato” disse, ascoltando nuovamente la sua voce compresi che quella sagoma deforme era lui, Andrea.
Si alzo di scatto dalla sedia e mi venne incontro mettendomi una mano sul cuore e con l’altra mi stringeva il polso.
“cosa provi per me?Perché quel bacio l’anno scorso?”, il mio cuore tremava, non sapevo cosa dirgli, ero timoroso, lui era cosi forte, ma mi feci forza e debolmente gli dissi “quello che provo te lo ha detto il mio cuore”.
“ma la tua bocca deve pronunciarlo”
“io…io… ti amo, credevo che fosse una stupida cotta, come le tante, ma mi sono innamorato si te” dissi tutto d’un fiato.
“e cosi ti sei innamorato dell’animatore”
“Scusami se ti ho dato fastidio l’anno scorso con quel bacio”.
Non disse nulla, prese la mia faccia con le sue possenti mani e la incollo alla sua, labbra su labbra, un bacio unico, magico e questa volta duro un’infinita di tempo ed io mi sentivo in cielo, ero estasiato dalla sua bellezza, apri gli occhi e vidi i suoi occhi, sempre piccoli e teneri come gli occhi di uno scoiattolo e quella sua bandana azzurra incredibilmente sexy, lo amavo con tutta la mia anima nonostante la nostra notevole differenza di età, io diciassette anni e lui trenta, ma l’amore non ha età.
Mi stacco dalle sue labbra e mi siedo accanto a lui, cerco la sua mano, la trovo e mi stringe forte; guardiamo le stelle per un’ora stando in silenzio, silenzio e buio.
Poi i suo amici lo chiamano e ho il tempo di ricompormi e di dire “ti amo”, “lo so” mi risponde, non ho capito la risposta, però non potevamo finire lì quella storia, e mi rendo conto di quello che gli ho detto, si lo amo, me la detto il cuore, lui non mente mai.
Sono stato in quel campeggio quattordici giorni e lui ogni giorno mi prendeva e mi portava a fare un giro, nei limiti che poteva, perché doveva lavorare; Dopo tre giorni mi invitò nella sua casetta, non c’era nessuno, solo io e lui, ci eravamo isolati del mondo, inizio a toccarlo, a sfiorarlo lentamente, accarezzo la sua guancia, gli sfilo la bandana gialla, e tocco i suoi capelli, lo guardo negli occhi e riesco a vedere la sua anima oltre i muscoli che lo circondano, ci baciamo, gli sfilo la t-shirt e vedo quel petto muscoloso con una leggera peluria, lo desidero ardentemente, gli sbottono i jeans e gli abbasso lentamente per non irritare quella magnifica pelle, vedo uno slip nero con un elastico nero e rosso che gli copre il pene, lo accarezzo da sopra gli slip, massaggio e poi gli tolgo quel lembo di stoffa, vedo una cosa maestrale, grosso e duro barcolla e credo gli faccia male tanto sia duro. Inizio a pompare lentamente per poi gradatamente prendere sempre più un ritmo veloce.
Godiamo entrambi, mi chiede di incularmi ed io un po’ titubante accetto a condizione che faccia piano, non ricordo cosa venne dopo so solo che lui fu dolcissimo con me, come si fa quando si coglie un fiore delicatamente nonostante la sua grandissima forza, lo amo tanto.
Mi ritrovai il mattino seguente abbracciato al suo torace mentre lui dormiva come un angelo, il suo sguardo come se stesse sognando.
Si sveglio poco dopo, si accese una sigaretta e si vesti, feci altrettanto io e uscì dalla casetta.
I giorni continuarono tra passeggiate e coccole, due settimane credevo di essere in paradiso ma sapevo che era lì in agguato l’ultimo giorno che tra emozioni forti e notti passate ad ammirare il mio tesoro arrivò.
Preparammo tutte le valige, il mio volto pieno di lacrime, non riuscivo a smettere di piangere, volevo essere morto per ricordarmi solo i bellissimi momenti passati con lui.
Mi ha dato il suo numero di telefono e ci sentiamo spesso.
Andrà a fare l’animatore in un villaggio di montagna e ““PER CASO”” andrò anch’io a Natale in quel villaggio.


A presto e baci da
Rikyxxx-passivo

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