Una tazzina di caffè

Scritto da , il 2010-08-01, genere gay

Ero al bar con la mia tipa una sera. C'era il barista che mentre serviva noi e molti altri lanciava delle occhiate. Anche fingendo indifferenza era palese, mi stava marcando di brutto. Io parlavo con Erica, mi guardavo disinteressatamente intorno ma ogni tanto zac, l'occhio su di lui cadeva. Moro, capelli con una specie di scalpo, baffettini e barbetta che circondavano la bocca non troppo grande ma neanche piccola, 2 occhi grandi e rumorosi, sembrava parlassero e parlava anche quel piercing che si muoveva quando sorrideva. Finito il caffè, pagammo
e uscimmo dalla pasticceria. Dopo un po' che camminavamo Erica salta su e mi fa "Hai visto come ti guardava quello??" e io cadendo dalle nubi piu' alte "Ehh, cosa, chi?". "Ma si dai, il barista! Impossibile che non te ne sia accorto". "Senti Erica io non guardo i maschi, a me piacciono le donne, mi piaci tu!". "Lo so, ma è strano che tu non abbia notato, ti guardava spudoratamente, poi il mondo è pieno di quelli, gay, bisex. Ci sono anche tanti uomini che hanno la ragazza e fanno finta di niente, che si sposano, hanno i bambini e intanto vanno con gli
uomini e questo non mi sembra giusto perchè se stai con una donna bla bla bla bla e qui e laì e su e giù e bla bla bla". "Senti Erica basta!!
Non capisco perchè mi dici tutte queste cose. Mi hai fatto una testa così...!". "Oh scusami, a volte quando mi lascio andare il discorso va avanti da solo e non riesco piu' a fermarmi. Poi una volta una mia amica mi ha detto che ha scoperto che il suo ragazzo aveva una relazione con un altro ragzzo e immagina come ci sia rimasta. La prese malissimo e blablabla...." "Ericaaaaaa, per favoreee!". "Ok scusa, sono argomenti che non ti interessano...": "Infatti, non mi interessano minimamente". E per fortuna la fini' li.
Passarono due giorni. Ero in centro di pomeriggio con Claudio, amico da sempre, bruttino da sempre. Mai pensato di finirci a letto e se fosse successo sarebbe stata una disgrazia. "Gli faccio, ti va di farti una pasta e caffè?" "Si dai, rispose, andiamo al Capital, c'è una figa di quelle al banco...". Ahhhh che stress pensai. Arrivammo al Capital e per fortuna era chiuso per ferie...Ripiegammo ovviamente su quello che proposi io, Vannini. C'era il solito casino di gente e c'era il solito barista. Mi vide, mi fece CIAO, ricambiai. Incollo' gli occhi come la volta precedente. Mentre divoravamo un ottimo bignè al cioccolato Claudio mi fa "Non è male sto posto, peccato ci siano solo maschi a servire". "Già, ma c'è quella alla cassa guarda!". "La guardo' inorridito esclamando "Ma và...ma se sembra la donna cannone!"...
Mi misi a ridere e rise anche lui. Stavo solo cercando di distrarlo per meglio concentrarmi sul tipo che mi faceva il film, un film che mi piaceva tanto e che ho registrato pur non avendo la cinepresa. Intanto Claudio farneticava sui problemi e la sfortuna con le donne, che non riusciva a trovare la ragazza, che nessuna se lo filava ecc. "Dai tempo al tempo" dissi, l'amore arriva quando meno te lo aspetti".
"Vabbè, riprese, spero abbia ragione tu". "Arrivo' il caffe', io lo bevo amaro e bollente per cui alzai subito la tazzina dopo che lo strafigo me lo porse. Ma la riposo subito. Mi ero accorto che sotto la tazza c'era un bigliettino. Non doveva accorgersene nessuno! Presi una bustina di zucchero e quel ficcanaso di Claudio mi noto' sapendo bene che non lo zuccheravo mai. Dovetti anche giustificarmi.
"Sai, qui il caffè è veramente ottimo ma usano miscele molto amare per cui qualche atomo di zucchero ci sta". Fece un risolino e si giro' a vedere un figone che era appena entrata. Fu il momento giusto. Alzai la tazzina, nascosi il bigliettino tra le dita e bevvi quel caffè dolciastro che non sopportavo, ma mi piacque lo stesso. Mi piacque per l'allegato che furtivamente avevo già riposto in tasca.
Il barista aveva osservato bene le mie mosse ed era compiaciuta l'espressione del suo viso e dei suoi occhi che si muovevano sempre nella mia direzione. Lo salutai sorridendo e uscimmo. Ore 20, finalmente ero a casa e solo. La suoneria del cellulare mi fece razzolare nella tasca opposta a quella di dove stava la mano per recuperare il biglietto. Che palle! Era Erica. "Ciao ciccio come stai? (non ho mai sopportato essere chiamato ciccio) "Ciao bellezza, tutto bene e tu?" "Ma..ho un leggero mal di testa, pensavo
di non uscire stasera, mi dispiace tanto, poi doveva venire anche quella mia amica, quella di cui t'ho parlato l'altra volta, sai quella che aveva il ragazzo che andava coi ragazzi (ahhhh che stress urlai dentro di me...), ma non me la sento di uscire...". "Beh dai facciamo un'altra volta. adesso magari prendi un'aspirina e poi a letto così ti passa tutto, eh amore?" "Faro' così ciccio (mmmmmmmmmmmmm) ci sentiamo
domani allora, eh. Buonanotte e un bacione". "Un bacione a te!" E riagganciai, FINALMENTE. Quando sto per fare una cosa odio essere interrotto e l'unica cosa che dovevo fare era leggere quello straagognato pezzetto di carta. Lo presi. Lo aprii. "L'amore arriva quando meno te lo aspetti + numero di cellulare + la firma Leonardo". Cazzo' esclamai, alla faccia della discrezione. Poi era la frase che avevo detto a Claudio. Doveva averla sentita e non aveva perso tempo per farmelo notare e per farsi notare. I miei erano andati in campagna per il week. Avrei dovuto farmi da mangiare ma preferii saltare la cena e pensare. Giravo nervosamente su e giu' per tutta la casa.
Lo chiamo o lo messaggio, lo messaggio o lo chiamo? Sembravo Paperone quando pensa e a forza di camminare fa il solco per terra sul pavimento. Un quarto d'ora così e poi la decisione: "Lo messaggio!" Questi i messaggi in successione che ci scambiammo vicendevolmente senza tregua per 10 minuti. "Mi hai rubato la frase"-"Era molto bella, chiedo venia"-"Sei perdonato, tu ci credi?"-"All'amore a prima vista?"-
"Si e tu?"-"Non ci ho mai pensato ma posso crederci"-"Lei la ami?"-"NO, avevi dei dubbi?"-"E se ti chiedessi di amare me?"-"Posso provarci, mettiamoci alla prova". Gli sms terminarono. Mi chiamo'. "Non so neanche il tuo nome" disse con una voce stramaledettamente maschile, erotica, sexy, sicuramente pugliese dall'accento. "Che bella voce che hai, non me ero accorto in pasticceria. Io sono Fabrizio". "Anche la tua voce è stupenda, Fabrizio. pausa di silenzio", riprende "Che cosa vuoi in cambio di un bacio?".
Domanda diretta, domanda intrigante, arrappante diretta a uno che non aveva mai dato un bacio a nessun maschio. Ma non volevo fare la parte dello sfigato e questo non glielo dissi. Gli dissi invece "Un bacio molto bagnato, con le braccia che mi stringano e gli occhi negli occhi"."Anche subito?" replico'."Anche subito" replicai. Gli diedi indirizzo e agganciai. Trepidante attesa, ancora su e giù per la casa e pur non avendo il cappello a cilindro credo che i solchi per terra li feci davvero. Suonano alla porta. La apro. Leonardo è di fronte a me con i suoi occhi
enormi, e me li mangio con i miei occhi, piu' piccoli. Lo faccio entrare. Nessuna parola. Mantiene la promessa. Mi abbraccia, mi stringe, mi guarda senza mai staccarsi dal mio sguardo e mi da' un limone che mi fa perdere il fiato, mi fa trasalire, mi fa inceppare, mi fa scardinare l'io dal me stesso. E che buono quel sapore di Caprioska alla fragola che aveva. Se penso ai baci che davo a Erica era come baciare
l'acqua. Non era Erica che cercavo. Era qualcuno che mi facesse capire quanto si possa trasmettere anche solo con un bacio. Un bacio vero, un bacio molto bagnato, un bacio di qualcuno che ti stringe forte e ti fa capire quanta passione, quanto amore possa essere trasmesso solo con lo scambio di saliva. Il cellulare interruppe quell'idillio. Erica! Ancora leiiiiii!: Risposi: "Amore sono io, sai mi è passato il mal di testa, ora sto molto meglio. Mi è venuta voglia di uscire così non faccio figuracce con la mia amica...". "Ah si, quell'amica che aveva il ragazzo che
andava con i ragazzi? Non è vero?? Sai che ti dico Erica? Che mi sono rotto di queste cazzate, mi sono rotto di te. E non ho bisogno di nessuna che mi spieghi come si fa ad andare con i ragazzi, hai capito?????-e questo glielo urlai-"perchè io so già come si fa ad andare con i ragazzi, HAI CAPITOOOO? Considerati liquidata!". Riagganciai con gusto. Per non sentire i suoi MA, i suoi COSA? i suoi PERCHE? E i
suoi singhiozzi di sciacquetta che era stata appena mollata dal ragazzo". Il ragazzo e Leonardo andarono in camera di sopra e per tutta la notte fecero cose che di solito usano fare i ragazzi quando stanno insieme e qui non c'è bisogno di specificare. Le sappiamo tutti. E tutti sappiamo che l'amore, quello vero, arriva quando meno te l'aspetti.

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