La mia vicina d'appartamento (parte quarta)

Scritto da , il 2014-11-15, genere etero

La mia vicina d’appartamento (parte quarta)
La vita scorreva piacevolmente soprattutto per Lina che aveva superato quel trauma vissuto da ragazza che le aveva tolto la bellezza e il piacere del sesso. Stava per lei diventando una specie di desiderio di recuperare il passato. Di giorno non mancava degli attimi nei quali il nostro fisico richiamava una esigenza per un momento di amore fisico, io non avevo di queste necessità, ma ne venivo piacevolmente coinvolta e trascorrendo la giornata quasi del tutto in casa ben riscaldata si stava quasi con una totale nudità.
A pomeriggio si dedicava a qualche filmetto erotico e dovette essere questo modo di passare il tempo che cominciò ad essere solleticata con accenno di desiderio di un uomo. Dapprima vedere un membro maschile le produceva quasi un che di negativo, storceva la bocca e gli occhi li allontanava dall’oggetto e quando una volte le feci vedere un vibratore di discreta grandezza, quasi con una forma di rimprovero a me, lo allontanò in male modo.
Insomma lei aveva superato una parte di quel che ogni donna può desiderare e fare. A me andava bene, la notte era un piacere averla tra le bracce, cavalcarla, incrociare le cosce e attizzare letteralmente le due assatanate fighe. Era instancabile, capace di arrivare a tre o a volte quattro volte di orgasmi durante la notte, da parte mia abbastanza meno. Io non avevo da recuperare, ad ogni modo, quel suo corpo liscio, morbido mi caricava di piacere.
Stavo sistemando la cucina e ad un tratto:
- Mariella, ma il tuo amico, Giulio, non si fa proprio vedere?
La domanda mi suonò come campanello d’allarme, cosa poteva volere, pensai, se non provare anche l’uomo? In verità non mi meravigliai tanto, sin dal mattino mi aveva tempestata di domanda su quello che era il piacere che un uomo poteva dare ad una donna. Lei non aveva mai avuto rapporto normale con un uomo. Io le fui sincera e le raccontai come avevo gustata l’attenzione di Giulio quella notte che stemmo insieme. Il discorso finì lì, ma nel pomeriggio l’avevo vista intenta a guardare il solito filmetto porno e sbirciando con gli occhi la vedevo nervosa e costantemente muoversi sul divano in corrispondenza di scena in cui l’uomo chiavava una donna. Nel tardo pomeriggio poi quella domanda. Con tutta franchezza ne fui un po’ infastidita, poi pensai che Giulio in fin dei conti era poco più di un amico o magari un buon cavallo da monta che mi soddisfaceva al momento opportuno.
- Lina perché me lo chiedi?
- Scusami cara, non voglio mica farti ingelosire, ci mancherebbe! Sarei la donna più irriconoscente e cattiva. No, semplicemente non mi dispiacerebbe conoscerlo e fare insieme tutti e tre quattro chiacchiere. Tu me ne hai parlato tanto bene e della vostra amicizia che mi è sorto il desiderio e il piacere di conoscerlo.
- Ok, Lina, non c’è problema, fa piacere anche a me fartelo conoscere e passare qualche momento insieme. Stasera stiamo attente a quando rientra che lo blocchiamo.
Lina manifestò il suo gradimento e propose di preparare un dolcetto in quattro e quattro otto. Lasciai a lei il compito di provvedere alla realizzazione di quanto aveva proposto e si applicò in modo encomiabile e con fare allegro. Io continuai il mio daffare.
Verso le venti e trenta sentii Giulio che apriva la porta del suo appartamento e subito Lina:
- Mariella, è arrivato.
Non mi meravigliai, avevo notato che spesso si portava in zona porta d’ingresso-
- Diamogli il tempo di sistemare le sue cose poi lo chiamiamo, sta certa che avrà molto piacere dell’invito. Immagino che dal momento che ti ha vista qua da me sarà stato preso mille volte dal desiderio di venire qua, ma Giulio è persona di una correttezza estrema.
- Sei fortunata tu ad avere un amico così e per giunta porta a porta
- Si è vero ed io gli sono tanto riconoscente e non ho altro per ripagarlo che qualche volta, quando lui me lo consente di far pulizia nella sua stanza e poi …. Hai capito.
Dopo circa trenta minuti presi il cellulare e
- Giulio, ciao, sono Mariella, ti va di fare un salto da me, noi due donne sole avremmo piacere di avere un bell’ uomo a farci compagnia.
La risposta fu: ok. Ma quando venne dentro scherzosamente, ma con un po’ di energia:
- Brava, ve ne siete state beatamente insieme, certamente a malignare e non pensando minimamente che al di là di quell’occasionale incontro quando la tua amica è arrivata. Non ti sei proprio curata di me, nonostante che siamo in periodo particolare. Fa niente, dai, ora lasciami salutare la tua amica che se non ricordo male si chiama Lina.
- Bravo, come ricordi bene e cosa hai avuto nella mente nel pensare che due donne sole, fianco a fianco con il muro della tua camera da letto e tu solo in quel letto.
- Ok, basta così, piacere, Mariella e piacere, Lina.
Con fare familiare si scambiarono un bacetto e tutto ritornò in calma.
Non aveva mangiato e allora proponemmo la soluzione più logica, cenare insieme. Lina felicissima, Giulio neanche a parlarne. Io mi immersi piacevolmente nel clima creato. Giulio si assentò un attimo e tornando da noi venne con due bottiglie di vino di massimo pregio.
- Giulio, ma hai brutta intenzione?
- Ahahahah, cosa vuoi, un’occasione come questa quando potrà capitarmi ancora? Due belle donne che mi invitano a cena….
- Voglio sperare che non stai a pensare ad altro, magari.
Fece una strizzatina d’occhi come a dire: se ci esce qualcosa, niente male.
La cena fu veramente piacevole, allegra particolarmente Lina manifestò un brio che non avrei mai supposto. Aveva un sorriso accattivante ogni qualvolta Giulio si rivolgeva a lei. Io più che essere gelosa provavo piacere per la mia amica che sembrava aver raggiunto un livello notevole di piacere nel conversare. Giulio non sapeva tutto quello che era stato il mondo del sesso di Lina sino a sei giorni fa. A lui doveva sembrare tutto normale, trattandosi di una donna che mostrava molto piacevolmente la sua positività. Finita la prima bottiglia e prima di aprire la seconda eravamo tutti e tre già un bel po’ alticci.
Venne fuori il dolce ed io:
- Giulio, devi sapere che questo dolce è stato fatto di proposito per te dalla mia amica Lina.
- Lo dicevo io che siete due donne straordinarie, Mariella permetti che io offri un ringraziamento a Lina, a modo mio?
- Lo sapevo, dai, muoviti, mi sono accorta che muori dalla voglia di baciarla
Si avvicinò a lei, la prese tra le braccia e vidi le loro labbra congiungersi. Fui in parte sorpresa, Lina aveva superato e direi in modo straordinario anche l’altro limite. Un bacio lungo e condiviso dai due soggetti. Quando si furono separati, guardai Lina negli occhi, aveva l’espressione di una donna felice meglio direi. era l’immagine della felicità. Anche la seconda bottiglia prese lentamente il volo e chi dei tre fosse più lucido è difficile capirlo. Giulio seduto sul divano con noi due a lato, avvicinò noi due a lui e le tre teste formarono un tutt’ uno. Quando ad un tratto Giulio, furbescamente esclamò:
- Signore grazie per l’invito, per l’ottima cena, ora tolgo il disturbo.
In sincronia Lina ed io:
- Ma dove vuoi andare? Lo so che è tutta una messa in scena, Lui vuol essere pregato. Stasera avrai il piacere di dormire, se ci riusciremo, tra due donne.
Fece finta di sorprendersi, ma poi si buttò sul divano trascinandosi sopra di sé Lina abbracciati.
La casa era calda, anche troppo, si stava veramente bene, io come buon anfitrione seguivo passo passo i movimenti di Lina, non volevo assolutamente che qualcosa potesse compromettere quell’avvicinamento alla normalità. Oramai mi sentivo l’angelo protettore di lei. In una parola le volevo veramente bene, era per me una sorella.
Mi allontanai con una scusa andando giù in cantina, quando risalii la sorpresa, Giulio montava sul divano Lina. Non furono scossi dalla mia improvvisa presenza e continuarono. Mi portai discretamente in camera da letto, lasciando uno spiraglio di porta aperta sentivo tutto, vedevo di tanto in tanto l’evolversi di quella prima normale chiavata che Lina assaporava, emetteva sospiri, aggettivi verso Giulio si sprecavano: caro, dolce bravo; poi una pretesa insistente:
- Dai Giulio, dai fammi sentire tutto il piacere che non ho mai provato. Che bello, Mariella vienimi vicina, sei tu l’artefice del prodigio.
Mi affiancai, sentivo anche io il desiderio di Giulio, vedevo pompare violentemente il suo pene all’interno della figa di Lina. Mi sentii presto tutta umida la figa, buttai via lo slip e cominciai a torturarmi fino al punto che sentii arrivare l’orgasmo. Fummo in due a strillare: Lina ed io:
- Vengoooooo. Che piacere…..
- Lina fatti abbracciare mentre Giulio continua a farti sentire dentro il suo cazzo.
- Si, amore mio, che bravo Giulio, un piacere che segnerà di certo il mio futuro e sarà sicuramente di piacere.
Giulio tirò fuori il suo membro e inondò di sperma tanto Lina che me. Rimanemmo come in trance fermi. Poi io scossi tutti dicendo:
- E il caso di andare a letto e se si riuscirà a dormire bene, diversamente ci racconteremo delle barzellette.
Scoppiarono a ridere tutti e due e, sollevandosi dal divano, si diressero insieme in doccia. Io segui dopo la mia pulizia e dopo un brindisi a tre con goccio di ottimo whiski, ci distendemmo sul lettone mettendo Giulio in mezzo a noi. Era un’esperienza nuova per tutti e tre, del tutto nuova per Lina. Fu lei che ad un certo punto quasi per riconoscenza verso di me, scavalcò Giulio e mi abbracciò, mi baciò con passione, cominciò a toccarmi tutta, sentivo il suo calore , si distese lunga sul mio corpo e quando sentì qualcosa che spingeva sul suo rotondo e sodo culetto, si girò di scatto:
- No Giulio, non l’ho mai fatto. Non sono preparata.
- Aspetta Lina, non preoccuparti, guarda me. Vedrai che superando quel minimo di fastidio o dolore proverai un piacere mai provato.
Si scostò, Giulio venne ad abbracciarmi, Sentivo il suo membro duro che mi picchiava sulla fighetta. Presi il cazzo in bocca e mostrando a Lina il da farsi e quando sentii il massimo della crescita del suo membro, mi girai; sapevo bene quel che desiderava Giulio e quel che piaceva a me. Diedi a lui il retro del mio corpo ed aprii oscenamente le cosce. Lo sentii inumidirmi il buchetto con quell’umido che oramai si era diffuso sulla figa. Lina guardava curiosa ma anche un po’ sorpresa. Mi vide collaborare con Giulio allorquando portando le mani dietro cercai di tirare per il verso proprio le chiappe e mettere completamente visibile il buchetto. Giulio puntò la cappella e dopo una prima spinta, alla seconda lo sentii dentro. Poi ancora più insistentemente e fu tutto dentro. Il suo movimento trasformò l’iniziale dolore o sofferenza in un piacere enorme. Oscenamente gridavo a Giulio di non desistere, Lina mi accarezzava le chiappe, prese a baciarmele compiaciuta. Si distese a mio lato e con me volle assaporare quell’altro aspetto del piacere che lei mai aveva provato. Giulio dopo avermi riempito il culo di sborra calda e vischiosa e dopo una breve sosta, quando risentì il suo strumento dignitosamente ripreso, pensò a Lina.
L’aver visto me sotto Giulio e avendo sentito le mie grida di piacere, si senti rassicurata. Aveva un culo bello, ma bello tanto che quasi mi dispiaceva che ricevesse si un piacere, ma dopo un bel po’ di sofferenza. L’accarezzai, cercai riuscendoci di penetrarla con un dito, riuscendoci, tirai fuori e leccai, Giulio mi mise da parte e con fare stranamente delicato prima baciò il buchetto poi con delicatezza avvicinò il suo membro, ma prima di insistere lo indirizzò all’interno della figa, coprendolo di liquido ancora abbondantemente la sua figa. Al primo tentativo ci fu un urlo quasi bestiale di Lina, era stata semplice suggestione di dolore, Giulio non aveva per nulla spinto. Il successivo tentato produsse una penetrazione limitata, ma poi Lina sentì quel che mai aveva immaginato di poter ricevere. Mi guardò, aveva un viso rosso fuoco, mi diede la sua mano da stringere. Giulio aveva portato il suo impegno alla fase di piacevole partecipazione di lei.
Il maschio su di lei spingeva e ritirava, il viso di lei era oramai sorridente, gli occhi illuminati, rivolti verso l’alto e quasi pregando Giulio di continuare, di non desistere si trovò ad assaporare quel piacere che lei in passato aveva del tutto cancellato dalla sua possibilità
Quando sentì Giulio sborrare dentro il culo, lo pregò di stare dentro più a lungo e lo pregò di distendersi completamente su di lei senza alcun movimento. Voleva sentirsi tutt’una con lui.
Dopo qualche minuto si staccarono e lei prese ad abbracciare, baciare Giulio per poi rivolgere a me tutte le sue attenzioni.
Serata memorabile per Lina, ma altrettanto da ricordare da parte mia ed anche di Giulio.
Lina aveva dimenticato oramai le vessazioni del suo patrigno ed era giunta a sentirsi veramente una donna con piaceri non distorti ma belli e normali.
Anonima capuana

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