La mia vicina di appartamento (terza parte)

Scritto da , il 2014-11-12, genere etero

La mia vicina di appartamento (parte terza)

Quello che sto per raccontarvi è una storia reale. Raccontatami e vissuta in prima persona dalla mia vicina di casa .La descriverò come fosse lei stessa a raccontarla.
Avevo fatto amicizia in chat con una ragazza che aveva voluto per forza raccontarmi la sua storia. Una storia singolare che l’ aveva segnata profondamente fino a toccare anche il carattere. In una parola, cresciuta in una famiglia come ce ne sono tante era stata segnata dal rapporto del patrigno nei suoi riguardi. Qualsiasi situazione era valida per l’uomo per picchiarla mentre la madre non aveva alcuna energia per difenderla. L’uomo costituiva l’unica fonte di guadagno perché la famiglia potesse andare avanti. In una parola questo subire angherie e percosse aveva fatto nascere in lei una specie di piacere sado masochista fino a provare sensazione piacevole quando veniva picchiata con la cinghia e non era in lei rimasta alcuna piacevolezza di carattere sessuale. All’età di venti anni lei ritrovava un piacere solo quando aveva a che fare con la violenza da subire. La conobbi per puro caso, ci tenemmo in contatto per un bel lungo periodo mediante cam e cellulare. Per lungo tempo i nostri colloqui cordiali iniziavano in un modo e finivano sempre sul sesso. Da parte mia ponevo tutto l’entusiasmo per coinvolgere lei, ma senza successo e i nostri colloqui con lei alla fine, metteva in risalto il piacere della conoscenza fatta con me e apprezzando la mia pazienza con lei e la sua conclusione era “Mariella, ti ringrazio e ho sentito il piacere da te provato, io nulla”. Questo mi rammaricava non poco.
Avevo da parecchio una bella amicizia con il mio vicino di appartamento, Giulio, che mi aveva dato una mano a lasciare il mio posto di lavoro al ristorante trovandomene un altro ben diverso, con il quale tra un incontro e l’altro mi consultai. In un primo momento ebbi un po’ di titubanza,il timore che potesse pensare che mi volgevo a lui per avere un suo diretto aiuto. Non fu così. Mi disse che a suo giudizio la cosa migliore era quella di continuare come stavo facendo e prospettare un periodi con lo stare insieme. Mi fece capire che Lina, questo il nome della mia amica, quasi sicuramente era lesbica e difficilmente avrebbe accettato l’intrusione di un uomo. Mi fece piacere questo anche perché non avrebbe rischiato di incrinare il nostro rapporto.
Mi decisi allora nell’imminenza delle festività natalizie di proporre un incontro tra noi due.
Fu felicissima chiedendomi di salire su al nord in quanto aveva una casa molto ampia. Non possedevo magari ampi spazi, ma anche la mia abitazione era in condizione di accogliere e poi in quello che mentalmente mi proponevo, mi sarei sentita più a mio agio. Venne accettata da Lina la mia proposta e nei giorni precedenti il suo arrivo,ogni attimo libero suo e mio si stava al pc o al cellulare.
L’una sembrava aver necessità assoluta dell’altra. Lina era una splendida donna, gli uomini non sapendo la sua situazione se la consumavano con gli occhi. Avevamo fatto lo scambio di foto, ma ci eravamo incontrate in skype molto spesso e mostrandoci in tutti i modi, nude o effettuando vere e proprie sfilate di moda con i nostri abiti. Nello stato in cui stavo, mi piaceva tanto Giulio, il mio benefattore vicino di casa, ma cominciavo ad essere innamorata di Lina. Spesso di notte svegliandomi ed essendo sola nel letto, la immaginavo a me a fianco e prima di prendere nuovamente sonno sentivo la esigenza e l’effettuavo quella di masturbarmi pensando a lei, al suo corpo, alla sua comunque dolcezza.
Venne il giorno, l’attesa in aeroporto fu per me spasmodica in quanto il suo aereo fece notevole ritardo. Quando la vidi uscire dalla porta scorrevole che da dentro consentiva ai viaggiatori di uscire in sala di attesa, mi precipitai come una sciocca bambina verso di lei e ci fu un abbraccio tenero, insistente che sicuramente meravigliò molti compagni di viaggio di Lina. Tenendoci sottobraccio recuperammo la mia auto e in men che non si dica giungemmo a casa. Quando le mostrai la stanza per lei preparata, mi guardò con sorpresa dicendomi:
- Ma vuoi scherzare, io son venuta per dormire con te, mia cara.
Mi fece tanto piacere il sentirlo e allora le mostrai la mia stanza col letto matrimoniale e dissi:
- Amore, qui staremo veramente bene
Il tempo prima del pranzo fu vissuto con sommo piacere con abbracci, baci, carezze. In verità non me lo aspettavo e lo dissi a Lina:
- Lina che piacere poterti baciare veramente, stringerti a me e farti sentire tutto il mio più caldo affetto
- Mariella, mi sembra un sogno essere con te dopo milioni di chiacchiere al cellulare. E’ un’altra cosa, credimi sentire te tra le mie bracce mi ha fatto sentire un non so chè!
- Lina, vedrai, questo è niente, ne son certa. Passeremo giornate belle e nottate da favola, ne sono sicura
- Me lo auguro, ma se nulla dovesse accadere, è accaduta la possibilità di conoscere la donna più bella, più cara che mi sia mai capitata.
- Quante volte ti ho detto di amarti, ora che ti conosco di persona non solo lo confermo, ma voglio dimostrartelo in tutti i modi facendoti superare quella barriera che ti ha limitata nel vivere pienamente il piacere.
Lina mi si avvicinò ed abbracciandomi mi sussurrò:
- Son certa che ritornerò su con tanta ricchezza in più.
- Lo spero, Lina. Sei un amore.
Così dicendo mi venne spontaneo il desideri di abbracciarla e baciarla sulle labbra avendone positiva risposta. Questo mi fece tanto piacere in quanto mi testimoniò che il lungo rapporto telefonico o con il pc aveva smosso in lei qualcosa.
Pranzammo in lieta armonia, si manifestò subito con quella caratteristica evidenziatami intrattenendoci, di essere di una socievolezza unica. Facemmo tutto insieme,preparare, pulire il tutto e poi anche un brindisi di benvenuto. Erano circa le ore 15,00 quando decidemmo di riposarci un po’. Tv accesa e noi distese sul morbido letto sentimmo la sensazione di essere due persone di vecchissima conoscenza. Era un primo pomeriggio che vivevamo insieme dopo le tante telefonate.
Allungai la mano e presi quella di lei, la baciai e dolcemente mi avvicinai a lei. Aveva gli occhi lucidi, era bellissima e non potei esimermi da un abbraccio forte e sentito. Lei ad un tratto:
- Mariella aiutami, ho desiderio di sentire quel che tu provi.
- Certo Lina, certo. Son certa che sentirai quel che io provo ma ancora più intensamente.
Mi distesi sopra di lei, la strinsi forte a me e feci si che le nostre fighe si sovrapponessero. Era una cosa eccezionale. Dovevo dominarmi per evitare che lei sentisse quasi un senso di colpa. Si cominciò a muovere, a rispondere un pochino alle mie forti spinte che causarono in me una buona fuoriuscita di umori che bagnarono la mia e la sua figa. Avvertii un che di insolito quando cominciai a baciarle a lungo il collo, mi dava l’impressione che avvertiva qualcosa. Il mio timore era che eventualmente per assecondarmi facesse finta. Le aprii le gambe, aveva un fiore incontaminato, lo baciai ripetutamente. Sentivo in me l’imminenza di un orgasmo, cercai di trattenermi, ma lei:
- Mariella, dai, non preoccuparti, fammi sentire come godi.
Esplosi con una quantità di sborra, mai emessa prima. Le chiesi scusa per questa immediata situazione. Mi sorrise, allungò la mano e toccandomi la figa impregnata, volle sentire l’odore:
- Mariella, non preoccuparti di me, magari questa notte se dovessi voler sentire piacere, ti pregherò di prendere una cinghia.
- Ti prego, Lina, spero che tu non ne abbia bisogno, anzi ne sono certa. Vedrai che il nostro bene si trasformerà in piacere anche per te.
- Me lo auguro.
Riposammo per un po’ di tempo e verso le diciannove decidemmo di uscire per le strade della città riccamente addobbate di festoni e luci natalizie. Rimanemmo fuori anche per cena, in verità volle mangiare una pizza in un noto ristorante sul mare. Quando rientrammo era già orario propizio per andare a dormire,invece ci trattenemmo un po’ di tempo nel salotto a vedere un programma alla tv, durante il quale, come due scolarette ci scambiammo baci e coccole in continuazione. Fu lei a chiedermi di andare a letto e dopo una doccia fatta insieme ci ritrovammo profumate e vogliose. Avevo deciso di dedicarmi a lei e volevo sentirla fremere di piacere. Il riscaldamento aveva reso l’ambiente accogliente talmente che lo star nude era piacevole.
Lina mi prese la mano, cominciai a sentire le sue carezze, il piacere di una mano che sfiorava il mio corpo arricchendo di piacere quello che già possedevo. Mi avvicinai a lei, le aprii le gambe e formando un incrocio tra le nostre gambe. Fu un attimo, la sentii fremere, non volevo sbagliare evidenziandoglielo, continuai a stringerla a me, lei mi assecondava. Lina stava forse sciogliendosi, che bello pensai. La baciavo, sentivo il calore del suo corpo intenso e le vibrazioni che mi giungevano dalla sua figa in contatto con la mia. Staccai tutto, le aprii le gambe e ammirando la sua patatina esclamai:
- Lina, devi essere mia ed io tua. Lo sento.
- Si, Mariella, mi sento un po’ strana, piacevolmente diversa,
- Lascia fare a me e cerca di non bloccarti ma collaborare.
Cominciai a baciarle le tette, erano ben dure e sentivo che si indurivano i capezzoli ancor di più. Scesi un po’ giù e con la lingua mi fermai sull’ombelico poi mi precipitai vogliosa sulla sua parte malata, la fighetta. Mi accorsi che non era asciutta come quest’oggi, cominciai a leccare, la lingua la indirizzai dentro, cominciò a muoversi un poco. Solleticai il clito, mi accorsi che cominciava a muoversi e non era un movimento voluto, ma certamente nasceva da quanto stava provando.
- Mariella, dai continua, continua, continua..
- Si Lina, amore mio sento anche io che sta avvenendo il tanto atteso evento.
- Aspetta voglio io baciarti e leccarti.
- Siii , vieni su di me. Che gioia
Lina proiettò la lingua sulla mia figa, per lei forse era la prima volta. La sentii un pochettino impacciata e poco pratica, ma avvertii che stavo per arrivare, mi spostai e all’istante eravamo in un sessantanove che risultò esaltante. Lina cominciò ad emettere mugolii, io ero distratta pensando a lei, ma sentivo giungere l’orgasmo.
- Dai Lina, dai….. sei brava, che piacere.
- Si Mariella, mi piace, mi piace, che bello…….
Pochi attimi dopo un urlo di Lina:
- Vengooooo, Marianna vengooooo. Che bello, che piacere. Grazie amore mio…..
Un attimo dopo sentii anche io il medesimo suo piacere, ma per me fu doppio. Avevo portata Lina a sentirsi donna. La notte fu una lunga passione vissuta con gioia. Lina decise di rimanere per una decina di giorni con me. Sarebbero state le vacanze più belle e memorabili sia per me che per lei.

Anonima capuana

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