La mia vicina di appartamento

Scritto da , il 2014-10-20, genere etero


Dopo circa un anno prendo nuovamente contatto , lo spero almeno, con i miei vecchi cinque lettori , proponendo loro questa esperienza realmente vissuta . Buona lettura.
Era un periodaccio, tutto andava per il verso sbagliato. Gli amici che tante volte avevo sollevato da problemi , scomparsi, il lavoro scarso e pertanto penuria di soldi. Mi stavo lamentando da un po’ di tempo quando ad un tratto mi accorsi che il mio lamento era ben poca cosa e aveva certo meno motivazione in confronto alla mia vicina di casa.
Non l’avevo molto frequentata, anzi quasi niente in quanto si basava su “ buon giorno e buona sera”. Il motivo era anche che il lavoro mi portava lontano ed io avevo limitato tempo nello stare a casa e frequentarla. Ora stavo da un po’ di giorni a casa, il lavoro bloccato che tuttavia non interrompeva quello che era il diritto acquisito e perciò con lo stipendio che comunque sarebbe arrivato sul mio conto bancario.
Due giorni fa sentii, erano le ore 09 e 30, suonare il campanello della mia porta, andai, guardai lo spioncino, era la mia vicina. Aprii e me la trovai davanti in un atteggiamento sconfortante, ma poiché non sono una persona insensibile:
- Buon giorno, signora Mariella, come mai qui?
- Sono mortificata, non ho parola, mi vergogno per quello che le sto chiedendo, ho bisogno di un aiuto. Non so a chi rivolgermi, dai miei sono in rottura da tempo e il lavoro che avevo è finito da un paio di mesi.
- Di cosa ha bisogno? Anche per me le cose non vanno al meglio, tuttavia mi dica di che si tratta.
- Ho da pagare il mese al proprietario della casa che mi ha minacciata di mandarmi via. Non si preoccupi nel giro di quindici giorni le restituirò tutto. Dovrei riprendere a lavorare in un noto ristorante della città.
- Signora Mirella io spero che veramente chi le ha promesso un lavoro sia stato sincero, ma per ora io ben volentieri le do una mano e le do quanto di cui ha bisogno.
- Signor Giulio, non so come ringraziarla. Mi son rivolta a lei in quanto ho avuto il suggerimento da un suo amico, sono amica della moglie ed è stato lui che dichiaratosi al momento in situazione problematica mi ha fatto il suo nome. La ringrazio, le sono riconoscente e se dovesse aver bisogno per la casa di qualsiasi cosa mi sentirò onorata nel poterla servire.
- Ok, ora facciamo una cosa,incominciamo a togliere di mezzo questo formale “lei”.
- Non so se sarò capace, comunque grazie anche di questo.
La feci accomodare dentro, poi le chiesi se gradisse un caffè da consumare insieme. Si precipitò lei verso la cucina disponendosi a volerlo lei fare. Ed io lascia fare. Per la prima volta notai che avevo da un bel po’ di tempo una vicina di casa niente male . Il lavoro, il tempo lontano da casa mi aveva tolto il piacere di guardarmi attorno.
Durante quei dieci minuti che stemmo insieme mi raccontò un po’ della sua vita, sposata con un matrimonio durato meno di un anno, avendo scoperto il marito che lavorava in una ditta che operava nell’Arabia Saudita addetto ai pozzi petroliferi, aveva fatto un precedente matrimonio con una donna del luogo e con la quale aveva due figli. Aveva tanto pianto, si era disperata e ad un tratto aveva anche tentato il suicidio ingoiando veleno per topi. Era stata salvata a tempo. Da quel periodo erano passati tre anni e lei era vissuto solo tra lavoro, in una agenzia di pulizie e vita in casa.
Rimasi molto sorpreso e pensai come anche vivendo porta a porta spesso si è nella solitudine più piena. Andò via dopo aver ricevuto quanto chiestomi e addirittura tentò in un momento di commozione di baciarmi una mano. Riuscii a sottrarmi e l’accomiatai con un sincero saluto e incoraggiamento. Nei giorni successi la incontrai un paio di volte, lei sempre ossequiosa si proponeva a farmi qualsiasi servizio in casa o mansione fuori casa.
Era un sabato pomeriggio, casa mia per una perdita improvvisa di un rubinetto del bagno finì per allagarsi e rientrando trovai un vero disastro. Come fare, come non fare e allora decisi di chiedere a Mirella una mano in quanto asciugare e pulire nella condizione in cui mi trovavo non era cosa mia.
Bussai alla porta a fianco alla mia, usci con un sorriso smagliante, comprese subito che le stavo chiedendo un aiuto e lei dal giorno che la liberai dall’incubo di essere sfrattata aveva sperato di potermi essere d’aiuto.
- Mariella ho un lago in casa, puoi darmi una mano?
- Ma certo signor Giulio, cosa è successo?
- Niente son rientrato in casa ed ho trovato acqua da per tutto, tappeti mobili bagnati, un macello.
- Vengo subito, non si preoccupi ci penso io.
- Guarda che mi devi dare il “tu”.
- Scusami, ma non ne son capace, mi abituerò , ma ora pensiamo all’acqua
Entrata in casa si rese conto e allora:
- Giulio, vado ad equipaggiarmi a dovere.
Andò nel suo appartamento e di li a pochi minuti si presentò con tutto l’armamentario necessario ed inoltre indossando un pantaloncino che metteva ben in risalto le sue gambe.
Mariella, lo venni a sapere in quella occasione aveva da poco compiuto ventisei anni, era una bella donna ed io ora la facevo tale: quei pantaloncini mettevano in risalto una sagoma molto ben fatta. Non un’oncia di grasso in più, dei fianchi con un minimo di rotolino che avrebbero chiesto un po’ di cicletta da camera da smaltire. Mi risultò veramente una bella donna con un viso venato da una tristezza, così l’avevo letto la prima volta, ma ora disteso, quasi sfrontatello.
Si diede subito da fare, raccolse l’acqua mentre io mi diedi da fare ad aggiustare il rubinetto, cosa che riuscii a sistemare. Secchi su secchi, strizzata di stracci in continuazione e poi alla fine stesura dei tappeti alla finestra facendo in modo che non sgocciolassero al piano di sotto; un lavoro fatto con estrema precisione e sollecitudine. Ci vollero ben tre ore alla fine Mirella stressata esclamò:
- Giulio son contenta di questo tuo guaio…..
- Ah e come mai, ti piace lavorare a vuoto?
- No è che mi ha dato possibilità di lavorare per te e con te , vedere la tua casa ed apprezzare il tuo spirito gioviale
- E allora, detto per detto, anche per me è stata una scoperta, avere una così bella donna a me vicina e per il lavoro e per lo star fuori e non accorgermene.
- Troppo buono sei, chissà quante farfalle ruotano intorno a te!
- Senti,non mi va di chiederti quanto devo, ma se mi consenti una pizza stasera ne sono contento, Mirella.
- Con piacere, Giulio, ma non parlare che mi avresti voluto pagare, mi sarei mortalmente offesa. Io ti sarò sempre riconoscente, ora forse potevo trovarmi sulla strada, sfrattata. Mi sento onorata e contenta di poter uscire e mangiare una pizza con il mio salvatore.
- Allora a stasera, se conosci tu una buona pizzeria o un ristorante, scegli!
Alle 20 e 30 bussai alla sua porta, venne fuori con un sorriso raggiante . Restai sorpreso, era veramente una bella donna.
- Complimenti Mariella, sei una bella donna.
- Non farmi arrossire , forse è la novità che sto vivendo di uscire per una pizza dopo tre anni, Sono contenta e mi ripaghi più di ogni altra cosa per quel poco che ho fatto
Preferii il ristorante per una cenetta non diciamo da mettere negli annali, ma certo da ricordare.
Si rimise alla mia scelta per il menù e dopo un ricco antipasto a base di prodotti ittici stemmo ad attendere il primo, Mariella aveva un sorriso bello di serenità sul volto, ad un tratto allungò la mano ponendola sopra la mia, accarezzandola:
- Giulio, grazie, grazie. Mi sembra un sogno poter respirare anche se per un istante una pace ed un piacere semplice, innocente da tempo non gustato.
- Ma no Mariella sono io che ringrazio te e per quanto fatto stamane in casa e per la tua piacevole compagnia, sei una bella donna
- Grazie del complimento, ad una donna fa sempre tanto piacere anche se un po’ esagerato.
- No, credimi ti trovo bella e piacevole anche nella conversazione.
Arrossì tutta, ma tenne la mano mia stretta dalla sua, gustammo il pranzo, ma non sapevo perché o forse lo intuivo ma non volevo farlo intendere neanche a me che consumammo con una insolita celerità.
Ritornammo verso casa ma non trascurando un breve giro per il luogo più romantico della città, poi a casa. Davanti all’uscio di casa sua, al lato c’era il mio, non sapevo trovar le parole, volevo invitarla dentro per quattro chiacchiere ancora, ma penso che anche lei aveva lo stesso desiderio ma incapace di esporre.
- Giulio, grazie per la serata, sei stato un compagno straordinario,
- No, Mariella sei stata tu per me una vera piacevole scoperta: Vorrei invitarti dentro casa mia per qualche attimo ancora insieme ma ho paura di rompere questo piacevole incontro.
- No, Giulio entro con piacere da te e passare ancora qualche minuto con te.
- Allora accomodiamoci!
Aprii, entrammo, tutto era oramai asciutto e in ordine. Capii dal suo volto la soddisfazione di ciò.
La feci accomodare sul divano e le chiesi cosa gradisse; scelse un amaro e accompagnò la scelta con una battutina sciocchina ma simpatica:
- Il troppo piacere è meglio mitigarlo con un amaro.
Ridemmo insieme e poi quasi con l’intento di farla trattenere un po’ in più accesi il televisore. Nel fare i passaggi tra un canale e l’altro, era lei a muovere i tasti, cadde su un canale che spesso propone filmetti se non hard ma certo un po’ spinti. C’era una coppia a letto nuda e che si baciava voluttuosamente. Guardai l’immagine, guardai lei e senza un attimo le buttai le bracce al collo. Lei corrispose e allora le nostre labbra si congiunsero in un bacio che voleva scaricare tutta la tensione di piacevolezza reciproca che avevamo accumulata. Restammo bloccati per vari minuti, sentii poi sulle mie labbra la sua lingua che si faceva strada verso la mia bocca, corrisposi. Fu un bacio tenero ma pieno di desiderio e allora le sfiorai la coscia che al momento era scoperta, non fece gesto in contrario, anzi sentii la sua mano premere sul mio pene cresciuto a dismisura in un attimo. Non riuscii a trattenermi, la distesi lunga sul divano e cominciai a baciarla sul collo, e liberato un po’ il seno, sulle tette leccandole con voracità. Cominciai a sentirla muovere sotto di me….
- Mariella, andiamo in camera da letto?
- Si, si, siiiiii Giulio…. Ti desideroooo
La presi in braccio e la depositai dolcemente su quel mio letto che da tempo non aveva ospitato più donne. L’ aiutai a svestirla, mi svesti lei accompagnando ogni gesto da una dolce carezza e quando fui nudo volle contemplarmi in tutta la mia nudità. Iniziò un’ondata di carezze, di baci e quando pervenne in zona membro cominciò a leccarlo in un modo da farmi provare quello che non avevo mai provato. Lo prese in bocca, in un rapido susseguirsi di su e giù, stavo sul punto di godere, quando lei smise, rivolse l’uccello alla sua passera che al momento era fradicia di umori. Me l’ accostò alla bocca e senza nulla dirmi me la pose per una slinguata dovuta
Assaporai tutto il piacere che manifestava quell’umore, rimasi qualche minuto intento a tanto, arrivando a sentire l’indurimento del clito, poi la misi spalla sul letto e con infinita delicatezza mi disponevo a penetrarla..
- Si, Giulio, dammelo. Lo voglio sentire tutto dentro, meriti tutta me , Sei un uomo straordinario e vedo che anche qui a letto sai dare tanto piacere ad una donna. Dai spingilo tutto dentro, lo voglio.
Ero al settimo cielo, entrai in lei e la mia tensione erotica in un attimo si scaricò in lei nel mentre che in contemporanea lei urlava parole sconnesse che affermavano un orgasmo potente, lungo e pieno di piacere.
- Giulio, erano anni, mai mi son concessa a uomo, non me ne pento. Sei un uomo straordinario è stato bello sentirti venire dentro di me. Non preoccuparti, non ci sono rischi, prendo da sempre e più per abitudine che per esigenza la pillola.
- Mariella, non so come ringraziarti per la bella serata passata conte, ho avuto modo di conoscere varie donne, ma tu mi sei parsa straordinariamente accattivante. Hai un corpo conforme a quello che può essere l’ideale di una donna di meno di trenta anni. Mi sei piaciuta e ti confesso, non sono ancora sazio di te,
- Giulio ti dico che voglio sentirmi tutta tua, chiedimi tutto, voglio essere tua tutta per una notte
- Mariella, non potevo immaginare una figura così bella e dolce vicino il mio ambiente.
L’aiutai a girarla e stando con il pancino in giù potei apprezzare il suo bel culetto. Due natiche proporzionate alla persona. I miei baci si diffusero un po’ ovunque e quando dolcemente le toccai il buchetto:
- Giulio, ti raccomando sono lì vergine ancora, ma te lo dono con piacere e gioia. Se senti qualche lamento non preoccuparti il motivo lo sai. Prendilo, fammi soffrire e poi godere, lo desidero e desidero viverlo ora con te.
Mi adoperai con dolcezza a sollecitare un’apertura, ma al mio tocco si restringeva di più ed era normale. Presi dell’umido, frutto del duplice orgasmo il suo e il mio e con un dito mi feci un piccolo passaggio. Iniziai a baciarla e leccarla intorno al fiorellino e avvertii che lei si cominciava a muovere in segno di piacevole risposta. Le diedi ad un tratto uno schiaffetto, la reazione fu di sentirlo più penetrabile; il dito entrò sino in fondo
Posi un mano sotto e la tenni in modo da carezzare la fighetta tanto umida, Forzai e due dita trovarono spazio in quell’antro immacolato ove mai cazzo era entrato. Ora aspettava il mio.
Tirai via le dita, il forellino era più invitante e, rosso com’era, mostrava d’essere pronto a farci entrare la cappella e poi il resto.
La inumidii al massimo con quanto liquido riuscii a raccattare dalla sua figa e spalmai fuori, dentro. Lei sopportava tutto, ma certo era consapevole che dopo l’eventuale dolore sarebbe subentrato un piacere enorme. L’aveva sentito in passato da qualche sua amica Avvicinai il mio cazzo al buchetto, poi una prima spinta, una seconda con miglior esito e ad un tratto la cappella per intera era dentro; breve sosta, sospiro da lei trattenuto e poi un colpo solo, il mio pene grosso, ma durissimo, trovò la piena collocazione in lei e avvertii che aveva preso coscienza di ciò dall’urlo emesso.
Rimasi su di lei immobile, volevo farlo ben adattare dentro, poi dolcemente, sussurrando dolci parole all’orecchio iniziai a muovermi. Lei rispose, un flebile lamento di piacere poi più forte, poi un respiro si affiancò al mio, cominciava a sentire il piacere di quella violazione
Rimanemmo così per circa un quarto d’ora, poi cominciai forte a muovermi dentro e lei a rispondere a me, e dopo pochi attimi sentii lei gridare di continuare a stantuffare dentro, le piaceva, era una novità ma non con tanto dolore come avevano detto, ora le piaceva e tanto. Volevo farla godere al massimo e quando sentii che arrivava , io mi trattenni, poi dopo un attimo cominciai il mio percorso. Si emozionò, si sentì nuovamente presa dal desiderio tanto che dopo dieci minuti venimmo tutti e due, quasi contemporaneamente
Quando diedi uno sguardo al pendolo, mi accorsi che erano le 02,25. Una velocissima doccia a due con aggiunti normali toccamenti, poi sul letto distesi per un rigenerante sonno anche se di poche ore.
L’indomani alle ore otto, ci salutammo, e ben intendemmo ambedue che sotto sotto nascondevamo ambedue un appuntamento per le prossime volte

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