La prof di mate

Scritto da , il 2014-09-28, genere etero

Parte 1

Era stata la mia professoressa di matematica per due anni alle superiori, la migliore che abbia mai avuto, e io sono stato sicuramente un suo buon allievo. Aveva un modo di spiegare le cose piu’ difficili, di fartele “vedere”, che era fantastico. Entravo in classe con lo stesso approccio di chi entra in un teatro dicendosi “…e ora godiamoci lo spettacolo”. Poi gli anni successivi è stata assegnata ad altre classi, ho proseguito la mia carriera scolastica e ci siamo ovviamente persi di vista.
Dopo tredici anni mi capita piu’ o meno casualmente di ricevere il suo indirizzo email grazie a una serie di eventi. E’ una persona che mi sta simpatica, in fondo, perché non scriverle per ringraziarla di tutto il bene che mi ha fatto? Ai professori fa sempre molto piacere ritrovare gli allievi dopo tanti anni. Le scrivo un’accorata e sincera lettera di ringraziamento e nel giro di poche ore mi arriva una risposta altrettanto commossa, dove mi chiede tra l’altro di darle del tu. Ci scambiamo qualche email, piu’ che altro con l’intento di ritrovarsi di persona, ma abitiamo in due città diverse e un buon migliaio di kilometri ci separa. Mi lascia comunque il suo numero di cellulare, e una domenica in cui mi sento dell’umore giusto mi decido a chiamarla. L’imbarazzo lascia subito il posto alla gioia, visto che mi risponde contenta e parliamo un po’ del piu’ o del meno, di cazzate insomma, come se ci fossimo visti ieri. Ma poi arriva la sorpresa, come una doccia gelida:
“senti Alessandro, perché non mi vieni a trovare qui a casa mia nelle Marche? Ti puoi fare una vacanzina al mare, sei sempre invitato!”
“Volentieri, grazie…”
Altro che doccia gelida, una doccia caldissima. Si tratta di trovarmi a casa sua, verosimilmente da solo con lei e per diverse notti, visto che non posso certo andare e venire in giornata. Quell’invito mi accende come una lampadina, e appena messo giu’ rimango a rifletterci, anzi diciamo pure che sono preda della fantasia, altro che riflettere. Pero’ capita di invitare la gente, magari per l’emozione del momento, e poi non se ne fa piu’ nulla da ambo le parti. Inutile illudersi.
Continuiamo a scriverci email ogni tanto, piu’ o meno una volta ogni due mesi, senza nulla di particolare a parte…una grande confidenza e la reciproca stima. Poi una volta mi ripete l’invito, per iscritto, e capisco che si tratta di una possibilità concreta di stare con lei. Questo dà la stura a tutta una serie di fantasie che aspettavano solo un pretesto per venir fuori. La ricordo come una bella donna, se ci fosse la possibilità non mi dispiacerebbe combinare qualcosa con lei. Ma non proprio tutto, ha l’età di mia madre, diciamo solo qualche scena un po’ equivoca e godereccia. Ho tranquillamente il tempo di prenotare un volo all’inizio dell’estate, per godermi una vacanza piu’ calda che mai. Dopo diversi mesi atterro all’aereoporto di Ancona, e affitto una macchina per raggiungerla nella sua cittadina un po’ fuori mano.
Arrivo sbattuto e sudato al campanello di casa sua, sono sinceramente felice di reincontrare una persona cara dopo tanto tempo. Mi apre la porta e vedo dai suoi occhi che è felice altrettanto quanto me, se non di piu’. Ci diamo i baci di rito:
“caro, che bello averti qui!”
“anch’io sono felice” le rispondo, mentre sento il mio sorriso fuori controllo.
Porto dentro il bagaglio e mi fa sistemare in salotto, vicino al divano letto. Parliamo un po’ del piu’ e del meno, i suoi occhi sono raggianti. Io sento che anche i miei lo sono.
Prima non sapevo se avrei trovato un marito in casa, ma ora non vedo nessuno. Nella sua stanza c’è un letto da una piazza e mezza, e un armadio che va giusto bene per una sola persona.
“intanto mettiti pure comodo, la cena non è ancora pronta se vuoi farti una doccia”
Ecco una bella scusa per mostrarmi nudo e vedere la sua reazione, che bello se mi mettesse da subito le mani addosso! Pero’ lei è già corsa in cucina, e non ho davvero nessuno motivo per recarmi li’ senza vestiti.
Indugio un po’ sotto l’acqua tiepida ristoratrice, e perdo tempo davanti allo specchio. A trent’anni suonati si è maturi e giovani allo stesso tempo; non sono affatto cosi’ male, rappresento probabilmente un pezzo di carne ambito e succulento per le donne della sua età, ormai rassegnate a essere corteggiate solo da persone piu’ vecchie di loro di 20 anni, in cerca di una infermiera gratuita. Chissà se lei in particolare si sente attratta da me?
Esco a piedi nudi sul pavimento lucido, con solo l’asciugamano intorno alla vita, e mi reco verso l’angolo del salotto in cui sono accampato. La scopro a versare una pietanza aromatica nei piatti, sul tavolo del salotto già apparecchiato di tutto punto.
Mentre ancora mi dà le spalle mi mette fretta in tono deciso:
“non ti volevo disturbare, ma guarda che è pronto; e la zuppa raffreddata non è buona, siediti pure”
“Va bene, eccomi” e mentre mi siedo, finalmente si volta verso di me.
“Oh, scusaaa! Pensavo che ti fossi già rivestito in bagno, non volevo stressarti”
Cerco di nascondere la voce strozzata dall’emozione (o è già godimento? mah…) e minimizzo
“Ma no, figurati. Fa anche caldo, io sto bene cosi’. E poi adesso dovrei perdere altro tempo a cercare i vestiti giusti in valigia, oltre che vestirmi. Ma per carità, solo se non ti scandalizzi; dimmi tu”
“Magari sei all’antica…” aggiungo per far leva piu’ in profondità.
“Ma chi? Io? Ma figurati se mi scandalizzo, e poi potrei essere tua madre! Stai pure seduto tranquillo, ci tengo di piu’ che mangiamo adesso. La zuppa è calda e avrai anche fame…”
Iniziamo finalmente a mangiare. Io a capotavola e lei subito di lato alla mia sinistra. Discutiamo di tante cose, di com’è andata la vita negli ultimi anni, di cosa possiamo fare nei prossimi giorni (spiaggia, passeggiate ecc.). La osservo mentre parliamo, i segni del tempo sono giusti su di lei, non eccessivi per la sua età. Tenendo conto che sono praticamente nudo, con solo un angolo di tavolo e un asciugamano medio a dividerci, la bocca parla automaticamente dei vari argomenti, mentre la mente è completamente offuscata dall’emozione di trovarmi li’ con lei. Non si tratta solo di fantasie nelle quali sono sdraiato con lei che mi tocca curiosa, ma anche della gioia che mi dà una persona intellettualmente molto stimolante, sempre nuova da conoscere e con la quale c’è stima reciproca.
Abbiamo finito di mangiare e siamo ancora seduti: mi fermo a fissarla mentre mi parla, ma sento che il mio sguardo si fa vacuo e un sorriso commosso affiora. Continua a parlarmi ancora mezzo minuto, e poi dalla mia assenza di reazione si accorge che qualcosa non va.
“Ma Alessandro, cosa c’è? Stai bene? Ti vedo strano”
“No, Loredana…è solo che…è solo che…” e mi viene un groppo in gola.
Mi lancia uno sguardo comprensivo e affettuoso “cosa c’è che non va?” e mi mette una mano sul ginocchio. Cerco di ignorare l’eccitazione che quel suo gesto mi provoca, e vado avanti
“E’ solo che sono contentissimo di essere qui, sei stata magnifica a invitarmi. Io ti ero già stato grato in tutti questi anni per quanto mi hai insegnato e per come l’hai fatto…”
“Caro, sei proprio una bella persona” sorride con la bocca e con gli occhi, emozionandomi ancora di piu’. Questo mi fa espirare con forza e sento il groppo in gola che stringe, faccio fatica a parlare e sono quasi senza fiato.
“E’ un bel regalo essere qui con te, pero’ c’è qualcosa che non va bene…” abbasso lo sguardo e sorrido timido “nelle tue email mi hai sempre mandato baci e abbracci alla fine, anzi mi scrivevi che mi abbracciavi forte e cosi’ via, pero’ non l’hai ancora fatto…” concludo un po’ triste.
Lei sposta la sua sedia vicino a me “vieni qua…sai che ti voglio bene?” e mi getta le braccia al collo. Appoggio il viso al suo, le voglio anch’io molto bene. Rimaniamo un po’ cosi’, forse un minuto, a respirare profondamente e a parlarci in silenzio. Sento gli occhi umidi, ma anche che una certa parte di asciugamano mi si sta sollevando a vista d’occhio. Non mi sento eccitato in quel particolare attimo, ma la reazione al nostro contatto fisico non posso evitarla. Avrei preferito in un altro momento meno affettuoso: cosi’ è imbarazzante, come se il mio abbraccio non fosse sincero. Lei è proprio rivolta da quella parte, non puo’ non vedere la tenda eretta a meno che non abbia gli occhi chiusi. Forse appunto li riapre e si stacca di colpo.
“Dai, ora dobbiamo sparecchiare. Anzi, faccio io, tu rivestiti” dice ricomposta ma in tono dolce.
Io devo rimanere seduto un paio di minuti a sbollentarmi, in piedi si noterebbe ancora di piu’, mentre lei va e viene dalla cucina. Nel mentre le parlo del mio lavoro, niente potrebbe ammosciarmi meglio, ma funziona solo in parte.
Approfitto di una sua permanenza prolungata in cucina per alzarmi e aprire la valigia in fretta. Tiro fuori gli effetti personali, il pigiama e un libro che stavo leggendo in viaggio. Ma fa caldo, e il contatto diretto delle lenzuola sulla pelle mi è sempre piaciuto. Mi infilo nudo sotto le lenzuola del divano letto, lasciando il pigiama e il libro a portata di mano, e lancio l’asciugamano bagnato sullo schienale di una sedia poco distante.
“Mi sono messo a letto, pero’ leggo ancora un po’ “ le dico ad alta voce verso la cucina.
“Bravo, ormai sono quasi le dieci, sarai stanco del viaggio. Finisco di sparecchiare e ti lascio in pace, fra un po’ vado anch’io a dormire”
Va e viene verso la cucina, mentre tengo un occhio sul libro e uno su di lei. Quando ha ormai finito di lavorare si volta verso di me, che ho il lenzuolo solo fino alla vita. Mi vede il petto.
“Ma sei andato a dormire nudo? Se hai dimenticato il pigiama ti posso cercare qualcosa…”
“No, grazie, a me piace dormire cosi’ “
Mentre va e viene fra camera sua, la cucina e il bagno, mi sento affettuoso ed eccitato nello stesso tempo.
“Senti, Loredana, prima di coricarti vieni ancora un attimo qui? Vorrei ancora un bacino della buonanotte…” chiedo senza vergogna.
“Certo tesoro, arrivo subito”
Quando arriva non leggo piu’, sono voltato su un fianco e le sto dando la schiena scoperta. Mi mette una mano sul fianco facendomi rabbrividire, non solo perché è gelida.
“Sei sveglio? Ti devi voltare pero’, se no come faccio? Uh, come sei caldo, hai mica la febbre?”
Mentre mi volto la guardo sorridente e già un po’ intorpidito dal letto.
“No, non ho la febbre. E’ che sono fatto cosi’, sono sempre caldo, me lo dicono tutte”
“Bene, allora buonanotte”
Mentre si china, e si appoggia con entrambe le mani sul mio torace, ci sorridiamo e mi dà un bacio sulla guancia.
“Ehm, ma io intendevo qualcosa di un po’ piu’…adulto. Non mi dai un bacino veloce sulla bocca? Se vuoi chiudo gli occhi…”
Si mette a ridere interdetta, e rimaniamo mezzo secondo a fissarci.
“Cosa? Va bene, ma chiudi gli occhi”
Io li chiudo pregustandomi il bacio che mi sono guadagnato e aspetto. Sento che con le mani fa di nuovo forza sul mio torace per chinarsi e questa volta mi dà un bacio veloce e secco sulle labbra.
“Grazie, scusa se me ne approfitto” dico in tono marcatamente falso.
“Non c’è di che” dice staccandosi da me, si sta per alzare.
“Senti…ti devo dire ancora una cosa” le dico con grande sforzo ed emozione
“Cosa c’è?”
“Ecco, lo sai che ti sono molto grato. Sei stata un’insegnante bravissima e ora dopo 14 anni mi hai pure invitato qui. Mi sento molto in debito…” la sto fissando con occhi innocenti e sinceri.
“Noo, ma non lo dire nemmeno!”
“No, davvero, almeno non voglio essere di nessun disturbo. Se hai bisogno di andare e venire dal tuo salotto non pensare che mi infastidisci, anzi. E prima di tutto, da domani sei mia ospite al ristorante tutte le sere”
“Figurati, non è necessario che ti disturbi cosi’. Io ti avevo invitato solo per la compagnia” rispose non troppo dispiaciuta.
“Ecco, la compagnia, appunto. Il minimo che posso fare per sdebitarmi è esserti di compagnia il piu’ possibile. Quindi, davvero…se anche di notte mi vuoi svegliare perché non hai sonno e vuoi parlare un po’, io sono solo contento”
“Grazie, spero che non sia necessario svegliarti”
“Fai pure. Poi, comunque, a me non piace dormire da solo. Se ti va durante la notte di trasferirti qui a dormire, o se preferisci chiamarmi da camera tua, io sono a tua completa disposizione…”
“Cosa??”
“Ma non pensar subito male” risposi ridendo “intendevo che sono a tua completa disposizione per tenerti compagnia, per parlare o solo per starti vicino, sempre se non ti scandalizzi che dormo nudo” concludo nascondendo alla bell’è meglio la voce rotta.
“Ho capito, va bene, grazie. Buonanotte allora” e se ne va con un sorriso.
Con le luci spente in tutta la casa, rimango da solo con le mie fantasie e i miei pensieri. Si preannuncia una vacanza divertente, non solo per la possibilità che avvenga qualche scena erotica, ma anche per l’aspetto balneare e turistico. Inoltre la sua compagnia è potentemente stimolante, e adatta a disquisire di matematica: le voglio assolutamente chiedere un parere sui numeri primi e l’ipotesi di Riemann. Mi addormento chiedendomi se la matematica sia una scienza assoluta, se ne esiste una sola vera, o se civiltà dall’altra parte dell’Universo possano usare un sistema diverso, altrettanto valido e giusto.
“Glielo chiedero’, domani, di sicuro …” penso ormai in modo sconnesso prima di scivolare in un sonno senza sogni.

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