Franca 1

Scritto da , il 2014-07-12, genere saffico

Non è di mia abitudine entrare in chat di mattina, ma i sentimenti della notte scorsa erano ancora così vivi e frizzanti che non riuscii a frenarmi di collegarmi nella chat con la speranza di incontrarla. Le mandai prima un sms con su scritto

“sono in chat, kiss”

e poi accesi il computer, passarono pochissimi minuti e vidi il suo nick nella lista “Ciccina”.

La chiamai subito e nello stesso tempo aprii una stanza privata solo per noi.

“Accendi la cam, ti prego. Voglio vederti”

Disse e contemporaneamente apparve la sua immagine, la vidi bella, raggiante, i capelli rossi ancora spettinati quegli occhi marroni cosi brillanti ed il suo sorriso smagliante. Nel suo volto leggevo la stessa felicità che provavo anch’io dopo quella notte inebriante passata con lei.

Vedendomi i suoi occhi s’illuminarono ancora di più, il sorriso si sviluppò come in uno sprazzo di cielo sereno e io mi sentii così felice e fortunata di poter vivere certi momenti.

“Quanto sei bella bimba, quanto piacere mi hai dato. Non ho ancora fatto la doccia per mantenere il tuo profumo sulla mia pelle… ohh sapessi quanto sentimento provo ora io per te”

La stessa cosa avevo pensato io, quando mi ero svegliata e avevo sprofondato il mio naso nel cuscino accanto al mio per sentire di nuovo quel suo profumo così ammaliante e poi scendere tra le lenzuola per poter incontrare di nuovo la sua dolce fragranza.

Mai avevo provato tanto piacere quanto con lei, donna aperta e senza limiti, esperta e pronta a donare e a prendere tutto.

Franca, questo il suo nome, 27enne, occhi marroni, capelli rossi fiammeggianti lunghi fino a metà spalla, 1.60 longilinea, circa 60 chili con le curve al posto giusto non magra, non grassa, il seno di una seconda abbondante con i capezzoli estremamente eccitabili che tra le mie labbra riuscivano a raggiungere dimensioni incredibili e di una turgidezza marmorea.
Li ricordo, dolci e caldi come un gelato bollente, succhiandoli si ergevano sempre più e lei ne godeva, tanto erano sensibili e sensuali.

La conosco in pratica da sempre. Lei abita nella palazzina accanto alla nostra, al terzo piano come noi. Era l’appartamento dei suoi genitori che da diversi anni si sono spostati al mare e lei ha preso il contratto a suo nome ed è rimasta li. In fondo si può dire che mi ha visto nascere, lei allora aveva 9 anni e col tempo faceva anche spesso da Babysitter fino a che io raggiunsi i quindici anni. 3 anni fa.

Per diverso tempo non ci fu più contatto tra noi, all’infuori di qualche incontro casuale per strada, qualche “ciao, come vá?” alla svelta e non molto di più.

Circa due settimane fa, mentre dopo la doccia ero in camera e mi asciugavo mi accorsi, con la coda dell’occhio, di un movimento delle tendine nell’appartamento di Franca, guardando bene mi accorsi solo di un’ombra che si spostó velocemente dalla finestra. Rimasi ferma, girandomi di spalle alla finestra verso lo specchio a muro e lasciai la mia tenda aperta. Guardando attraverso lo specchio in direzione della mia schiena feci come se mi asciugassi la parte posteriore del mio corpo e subito viddi le tendine che nuovamente si spostavano ed il viso di Franca nello spiraglio. Per me ora era chiaro che lei mi stava spiando.

La cosa mi turbó al momento e non sapendo cosa fare mi spostai dalla sua visuale e mi vestii. Per tutto il giorno non pensai ad altro. Uno dopo l’altro mi vennero in mente tante occasioni che avevo passato insieme a lei. In modo particolare ricordavo il suo calore nei miei confronti. Volentieri mi prendeva tra le sue braccia e mi coccolava, sbaciucchiandomi e accarezzandomi. Con lei stavo sempre accoccolata, sentivo quasi fisicamente il suo bene nei miei confronti. Ricordo quanto lei ci tenesse, la sera, prima di andare a letto di farmi fare il bagnetto. Le sue mani che mi lavavano con una delicatezza da far venire a volte i brividi. Quando poi mi asciugava era una tenerezza unica. Quante volte mi disse “Ti voglio un mondo di bene” oppure quando mi chiamava “Topina” emergeva nel suo viso tanta dolcezza.

Allora non ero in grado di poter pensare che ci fosse qualcos’altro tra noi all’infuori di un’amicizia stretta tra una Babysitter ed una bambina.
Ora questa scoperta mi faceva pensare a molte altre possibilità di sentimenti da lei sentiti nei miei confronti.

Da quanto tempo mi spiava? E innanzitutto cosa aveva visto fin’ora? Negli ultimi anni mi incontravo spesso, anche in casa mia con due mie amiche intime con le quali ci scambiavamo spesso e volentieri dolci coccole. A me piace masturbarmi e molto di più mi piace farlo insieme con altre persone e Tina e Sandra erano diventate le mie “Sparring”. A volte in due, altre volte in tre passavamo dei pomeriggi interi a masturbarci ed ad accarezzarci. Da poco tempo anche baciarci intensamente ma in fondo per noi è sempre stato un gioco di mostrarsi e guardare. Questo ci legava molto, questo senso di libertà che ci donavamo facendoci ammirare e ammirandoci l’una dall’altra.
Ora mi domandavo se Franca ci avesse viste, cercavo di ricordarmi se in queste volte avessi chiuso la tenda della finestra oppure no. Arrivai alla conclusione che se Franca avesse tenuto la mia finestra conseguentemente sotto controllo avrebbe dovuto seguire i nostri trastulli pomeridiani.

La sera quando fu ora di andare a dormire lasciai la tenda della finestra aperta, accesi la mia abatjour e come se nulla fosse mi piazzai davanti al mio specchio e iniziai a spogliarmi lentamente. I miei occhi, attraverso lo specchio erano fissi nella finestra di Franca e pochissimi attimi dopo vidi le sue tendine muoversi, uno spiraglio si aprì, ma non potevo riconoscere nulla dietro la finestra.
Quello spiraglio rimase aperto ed io immaginai che lei fosse a qualche passo nell’interno della stanza e nel buio lei rimaneva per me invisibile. Io ero certa che lei fosse li ad osservarmi. Sicuramente, al 100%.

Questa situazione mi fece rabbrividire, e lentamente cominciai ad eccitarmi. Il sapere che qualcuno mi spiava senza essere a conoscenza che io lo sapessi mi fece sentire i brividi sulla pelle.

Io seguitai a spogliarmi, lentamente, tenendo sempre d’occhio la sua finestra dove nulla si poteva vedere. Arrivai al reggiseno che staccai con molta languidezza per poi prendermi il seno tra le mani e massaggiarlo con voluttà. Lei, vedendomi solo alle spalle poteva solo immaginare cosa facevano le mie mani, ma i movimenti erano tanto ampi che pochissima fantasia sarebbe bastata a rispecchiare le mie coccole. Accarezzandomi chinavo la mia testa all’indietro per indicare quanto io godevo di queste mie coccole.

Poco dopo lasciai che le mie mani scendessero accarezzando i miei fianchi, lentamente, sinuosamente per arrivare al bordo degli slip nei quali Infilai le mani per prendere i miei glutei massaggiandoli. Immagino la scena vista dai 6-8 metri che ci dividevano, io al suo posto avrei raggiunto già ora il mio primo orgasmo, sempre che lei si stesse masturbando. E di questo ne ero sicura.

La immaginavo, probabilmente nuda nella sua stanza, mentre mi osservava e si accarezzava la sua micetta, probabilmente già inzuppata di miele come la mia, chissá se si trastullava anche il suo seno…
Io ero già in estrema suspense, mi sentivo la pelle calda, un leggero sudore copriva la mia pelle lasciandola rabbrividire, la mia micetta ribolliva nella sua voglia, voleva le mie coccole e così decisi di andare fino in fondo.

Con calma mi girai verso di lei e fissando la sua finestra feci scendere lentamente gli slip, e mi abbassai per toglierli dai piedi, in quel momento lei poteva ammirare il mio seno, di scarsa seconda, ma con i miei capezzoli in pieno fervore. Rialzandomi rimasi ferma per qualche secondo presentandomi come in vetrina, in tutta la mia nudità, il pizzetto scuro tra le gambe doveva brillare attraverso la mia rugiada alla luce dell’abatjour.

“The show must go on”, questa frase mi venne in mente in quell’istante.

Con la destra iniziai ad accarezzare i riccioli umidi, mentre la sinistra prese il seno, con la punta delle dita strizzai il capezzolo ormai in pieno fiore, fino a sentire un dolore fitto e la destra si abbassò verso la voragine del vulcano prorompente.

Io chiusi gli occhi e mi concentrai su quello che provavo, un qualcosa mai vissuto si sbloccava dal mio bassoventre come una saetta che attraversava tutte le mie viscere fino ad esplodere nel cervello. Una serie d’onde si ripetevano in un saliscendi voluttuoso, i miei succhi scivolavano tra la mia mano, lungo la mia gamba ed io godevo di una serie infinita di orgasmi esplosivi, saettanti.

Lentamente il mio corpo si tranquillizzò ed io aprii i miei occhi, le tendine erano ancora socchiuse, un senso letargico nel mio corpo mi fece sentire una stanchezza fisica incontrollabile. Con gesti lentissimi alzai la mia mano completamente unta del dolce miele e la portai alla mia bocca, sensualmente leccai l’estratto delle mie voglie fissando di nuovo la finestra di Franca. Più volte intinsi la mia mano in quel vaso pieno di libidine per godermelo con la mia lingua fino a che le gambe cedettero dalla stanchezza e mi accasciai a terra felice e soddisfatta, svuotata fino all’ultima goccia.

Non so quanto tempo dopo mi rialzai per distendermi nel letto e nel chiudere la tenda mi accorsi che le tendine nell’altra finestra erano chiuse, nessun spiraglio era più visibile, lo Show era terminato.

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