La Suite

Scritto da , il 2014-07-12, genere saffico

L’ascensore si ferma al diciottesimo piano, quasi all’apice dell’edificio, dove si trovano le suite dell’hotel che ospitano i VIP provenienti da tutto il mondo.
La stanza profuma di dolce muschio: perfettamente oscurata trasmette la sensazione di essere in un paese orientale, così come lo stile giapponese dell'arredo.

Quegli occhi che al ristorante mi avevano seguita senza mai lasciarmi, mi guardano luccicanti di aspettative, di desideri intensi.

Sguardo invitante ma non invadente che promette momenti unici.

Avvicinandomi percepisco il suo profumo, l’odore che emana la pelle del suo corpo che, coperto da una leggera vestaglia di seta, lascia intravedere tutta la sua bellezza, la forza sensuale attraente e seducente. Le sue mani calde prendono delicatamente il mio viso e le sue labbra accarezzano le mie, soffici come piume, carnose e profumate, la sua lingua umettando le mie labbra riesce senza pressione ad immergersi nella mia bocca ormai arida dal desiderio prorompente che sale dal mio epicentro.

Mentre le sue esperte mani sbottonano la camicetta, lasciando poi scivolare la gonna sul pavimento, i suoi occhi fissano i miei che soggiogati da quel risucchio godono del sentimento che emanano. Questi meravigliosi occhi da cerbiatto, dolci e suggestivi che mi hanno ammaliato tutta la sera ora mi spogliano godendosi ogni centimetro di pelle che le sue mani lentamente liberano dai tessuti. Al cadere del reggiseno di pizzo bianco i miei capezzoli ormai turgidi li fanno stralunare.

Un sorrisino s’intravede sulle sue labbra lucide della mia saliva. Per liberarmi dalle mie mutandine s’inginocchia e sentendo il suo sospiro immagino quale piacere stia provando vedendo il mio monte di venere ricoperto da un piccolo pizzetto di peli curati, ormai inumiditi dalla mia rugiada.

Il suo viso si avvicina al mio pube per inalarne la brezza che discioglie. Senza fretta raccoglie con due dita il nettare profumato per poi gustarlo con la lingua.

Io sento il bisogno di baciare le sue labbra, quindi m’inginocchio anch’io per giungere alla sua altezza e per ammirare per l’ennesima volta quegli occhi da angelo demoniaco. Poi, con un bacio fremente di desiderio, mi appago del mio agrodolce sapore.

Con una lieve pressione mi spinge al suolo, dove supina contemplo il magnifico corpo liberato dal lievissimo tessuto. Preturberanze meravigliose si prospettano ai miei occhi e subito un fantasmagorico volteggiare di sentimenti si sussegue senza tregua:
le sue labbra m’inebriano volteggiando a fil di pelle;
la sua lingua mi percuote accarezzando il mio gioiello turgido e in attesa,
le sue mani mi posseggono strusciando, massaggiando, inserendosi nella mia voragine bollente, risvegliando spasmi irraccontabili.

Estreme sensazioni si susseguono fino a raggiungere il flash, l’esplosione celebrale che percorre tutto il corpo, ogni senso ed ogni nervo.

Anche lei stremata si lascia cadere su di me; i suoi capezzoli turgidi e prorompenti sul mio seno, il suo sesso nero e folto, bagnato dalla sua salsedine, appoggiato al mio bassoventre mi sottraggono dal dolce tepore lasciandomi risvegliare il desiderio di godere anch’io di questa deliziosa ed esile geisha.

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