La pipì di Miriam

Scritto da , il 2014-07-05, genere pissing

Questo racconto è opera di fantasia; ogni riferimento a cose e/o persone reali è da ritenersi puramente casuale. Tutti i personaggi contenuti in questo racconto, oltre a essere fittizi, sono anche da considerarsi maggiorenni. Il racconto è destinato solamente a un pubblico maggiorenne in quanto contiene riferimenti di natura sessuale.

La pipì di Miriam

Miriam era una bellissima studentessa universitaria. Aveva ipnotici occhi azzurri, naso a patata e labbra carnose. Era piuttosto bassa e magra, ma aveva morbidi lineamenti: il suo sedere era rotondo e avanzava dal suo profilo come le sue bellissime poppe generose, grandi quasi come un seno materno. Aveva poi piedi e mani piuttosto grandi ma molto curati. Era in generale una ragazza molto curata e il suo corpo emanava sempre un buonissimo profumo di pesca. Avevo approfittato di un esame che avremmo avuto da lì a poco per invitarla a studiare da me. Ricordo indossava un paio di jeans stretti e una canotta nera elegante. Eravamo seduti attorno ad un tavolo quando lei disse:
"Dovrei andare in bagno... dov'è?"
Io le indicai la porta alla nostra destra. Lei mi fece un sorriso.
"Grazie" disse e si avviò verso il bagno.
Appena chiuse la porta, io feci una corsetta furtiva verso il bagno e appoggiai un orecchio alla porta: psssplurpplurplur; stavo sentendo Miriam che faceva la pipì! Il suono della sua pipì che cadeva era come quello di un ruscello che scorre. Mi venne un'erezione incontrollabile all'immagine di Miriam che la stava facendo a qualche metro di distanza da me. Era un minuto che la stavo sentendo fare pipì e non aveva ancora finito! Ne aveva tanta da fare e questo mi piaceva molto. Tirai fuori il pene e cominciai a masturbarmi. Di colpo il flusso di pipì si arresto, poi ripartì ancora per un secondo e si arresto infine definitivamente. Quel richiamo finale di pipì mi fece quasi venire, ma dovetti rimettermi il pene nei pantaloni velocemente prima che lei fosse uscita.
Di colpo la porta si aprì. Io mi trovavo ancora davanti alla porta del gabinetto col pene oscenamente eretto nei pantaloni. Miriam appena uscita si spaventò.
"Che ci fai qui?" chiese.
"Ti ho sentito che stavi facendo pipì" dissi.
"Cosa?" disse lei e arrossì. Poi vide il mio cazzo indurito.
"Ma che fai!" disse sorridendo. Non sembrava che la cosa le dispiacesse troppo.
"Mi piace sentirti fare pipì, mi eccita terribilmente." dissi.
"Devo farne ancora un po', sai?" disse lei mettendosi una mano sulla passera. Il mio pene si stava ingrossando ed era sul punto di esplodere nei miei pantaloni.
"Che ne dici se proviamo a divertirci?" chiesi io.
"Perché no." Rispose sorridendo. Era sempre un po' imbarazzata ma l'idea le piaceva.
"Che ne dici di farmi la pipì addosso?"
Lei rise.
"Possiamo provare." disse.
Io mi stesi per terra. Lei si piego sulle ginocchia e divaricò le gambe mettendomi la sua passera davanti alla faccia. Sentivo che odorava di pesca anche la sua figa.
"sei pronto?" chiese.
"Certo." dissi io.
"Uno...due.. e tre!"
al tre spinse la pancia all'indentro e un flusso di pipì le usci dalla passera, passo attraversò i suoi jeans, per poi arrivarmi direttamente addosso. Fece un verso di liberazione;
"mmm.. si." disse e ridacchio.
La pipì era calda: portava il calore del suo corpo. Inizialmente sputai la pipì che mi arrivava in bocca, ma poi -ricordandomi un articolo che illustrava come la pipì fosse sterile- provai ad ingoiarne giusto un sorsetto. Sentivo la sua pipì che scendeva lungo la mia gola, era molto eccitante. Ad un tratto smesse. Era imbarazzata in quanto piuttosto timida, ma le si vedeva negli occhi che le era piaciuto farlo. Avevo il pene sul punto di esplodere.
"Puoi fare qualcosa per quello?" le chiesi indicando il mio pene.
"Certo" disse lei. Mi aprì allora la cerniera dei pantaloni, tirò fuori il pene, ci avvolse la sua mano attorno e cominciò a masturbarmi. Mentre lo faceva pensavo a quello che era appena successo, pensavo a lei che faceva la pipì dapertutto. "Sto venendo!" dissi di colpo. Lei avvicinò allora il viso al mio pene sorridendo e di colpo sborrai. Il primo gettò le arrivò inaspettatamente sulla fronte. Lei aprì poi la bocca e raccolse tutti gli altri getti con la lingua e sorridendo. Una volta finito di arrivare ingoiò la mia sborra: si vedeva che le piaceva. "Buono" disse. Poi mi guardò negli occhi e fece una risatina: sapevo non sarebbe stata l'ultima volta.

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