Luca e zio Tore

Scritto da , il 2010-06-05, genere voyeur

- Allora, com'è andata oggi a scuola? - chiese zio Tore a Luca con la sua voce roca e profonda.
- E' stata una giornata come le altre. La solita prof che rompe le balle e ci carica di compiti da fare a casa. Quella stronza! -
- Che tipo è? Spero sia almeno una bella donna con un bel culo. -
- Macchè, vecchia, racchia e culo secco. Credo che neanche ce l'abbia. E in più è pure stronza. - Lo disse proprio con disgusto. Stavano seduti sul letto nella sua cameretta. Quando parlava con zio Tore si chiudevano sempre là dentro. Volevano starsene tranquilli in modo che nessuno potesse disturbarli.
- Parlami delle tue compagne. C'è una ragazza in particolare che ti piace? -
- Si, c'è Federica, la più bella della classe. Cazzo quant'è bella. Dovresti vedere le sue tette, senza parlare poi del suo culo. -
- Ti diventa duro quando la guardi? -
- Da quando entriamo in classe a quando usciamo, cinque lunghe ore col cazzo che sta per scoppiarmi nei pantaloni. Poi ce l'ho proprio di fronte a me, coi suoi bei capelli che mi vien voglia di allungare un braccio e toccarglieli. E quando vedo la forma dei lacci del suo reggiseno sotto il maglioncino e mi immagino di sganciarglielo, ho una vogli matta di farmi una sega e sborrarle addosso. -
- Se ti piace tanto perchè non le parli? -
- Ma dai, quella se la tira, come tutte le altre del resto. Neanche si degna di guardarmi quella troia. -
- Dovresti farle vedere il tuo bel cazzo. Prova ad appartarti da solo con lei e poi lo tiri fuori e glielo sbatti in faccia. Vedrai che cambierà subito idea non appena lo vedrà. -
- Magari, me lo farei succhiare a dovere. -
- Tutto qui? -
- Poi le tirerei giù i jeans e le mutandine e glielo schiafferei nella sua bella figa. La scoperei tutta senza pensarci due volte. Le strizzerei quelle sue belle tette e gliele succhierei fino a consumargliele. Finito con la figa poi la farei girare e le sfonderei pure il culo. La farei godere come una troia quando il mio cazzo le allargherà per bene il suo buco. Le sborrerei dentro tutta l'anima che per una settimana intera cagherebbe merda bianca. -
- Ti stai eccitando in questo momento? - chiese zio Tore guardando il gonfiore sotto la sua tuta da ginnastica.
- Ce l'ho duro come il marmo. -
- E delle altre tue compagne che mi dici? -
- Sono delle belle fighe anche loro, non come Federica, ma altrettanto bone. Oggi Marta è pure venuta senza il reggiseno. -
- Aah, tette sciolte - sospirò zio Tore chiudendo gli occhi e alzando il viso come assorto nella splendida visione. - Adoro le tette sciolte. -
- Anch'io. Quando camminava le vibravano tutte sotto la felpa, tremolavano come budini. I suoi capezzoli spuntavano come a voler uscire fuori. L'ho vista correre per un pò e quelle tettone ballonzolavano su e giù che erano una meraviglia. L'ha fatto apposta per farci eccitare quella cagna in calore. Stavo per andare al bagno a spararmi una sega quando è suonata di nuovo la campanella. -
- Ma non ve la danno mai queste troiette? -
- Macchè, ci provocano e ci fanno arrapare come mandinghi infoiati, ma quando ci proviamo noi ad avvicinarci quelle si tirano subito indietro come a volerci prendere per il culo. Giulia e Donatella oggi indossavano un paio di fuseau aderentissimi, si poteva vedere benissimo la forma delle loro mutandine che insieme a quel bellissimo indumento (lode a chi l'ha inventato), si infilavano nel solco delle loro natiche. Cazzo quanto m'è venuto duro, quanto avrei voluto buttarmi su quei bellissimi culi e fare... Madonna mia, ma come fa uno a trattenersi dico io? Come fanno loro stesse a non saltarsi addosso a vicenda? Se fossi io una ragazza passerei l'intera giornata a ficcarmi banane e cetrioli nella figa e nel buco del culo. Mi farei scopare da tutti i cazzi della scuola. Magari tutti in una volta. -
- La tua tuta sportiva è diventata bella grossa. -
Abbassò lo sguardo. Zio Tore aveva ragione, il suo cazzo era veramente in tiro.
- Dai tiralo fuori, fammi vedere quanto ce l'hai grosso. -
Luca si sfilò la tuta e gli slip fino alle cosce mostrando il suo membro in erezione con la capella già scoperta. Zio Tore sgranò gli occhi.
- Mamma mia guarda che capella. Bella rossa tutta da pompare. -
- Ti piace? -
- Oh si, la prenderei tutta in bocca e mi farei sborrare addosso come hai fatto l'ultima volta. -
Luca amava Zio Tore, nel vero senso della parola. Era l'unico della famiglia con cui riusciva a parlare liberamente di qualsiasi cosa. C'era sempre per lui. Non aveva nessun amico con cui confidarsi e passare del tempo insieme, la sua schifosissima timidezza non gli permetteva questa semplice normalità. Quando aveva veramente bisogno di aprirsi, zio Tore era sempre presente. Lo amò da subito, da quando venne a stare nella loro casa. Passava interi momenti della giornata a parlare con lui nella sua cameretta. Era anche attratto fisicamente, molte volte si eccitava solo ad un suo piccolo contatto. Quello che lo faceva impazzire di più era accarezzargli il viso e guardarlo dritto negli occhi, in quei suoi bellissimi e grandi occhi neri. E il suo aspetto bello e giovane era una gioia ammirarlo. Un pò era intimorito da questa sua strana attrazione morbosa, sapeva che non era una cosa normale, che c'era qualcosa di depravato dentro di sè, ma non poteva farci niente, lo amava con tutta l'anima. Ma era anche terrorizzato che qualcuno venisse a scoprirlo, non osava pensare ad un'orribile eventualità del genere. Sarebbe passato per un pervertito, tutti i suoi compagni lo avrebbero preso in giro per il resto dei suoi giorni.
- Dai, voglio guardarti mentre ti fai una sega - continuò zio Tore senza staccare gli occhi dal suo cazzo.
Luca obbedì e prese a menarsi l'uccello.
- No, non così veloce. Devi farlo piano, dolcemente. Devi far scorrere la guaina su tutto il cazzo, devi sentirlo. Copri e fai uscire la capella dal prepuzio come se stessi sfilando un guanto... così... lentamente. Guarda come si sta lubrificando, guarda come scorre libero, che goduria, che finezza. Dai una palpatina anche alle palle, non lasciarle sole, anche loro devono partecipare al gioco, non abbandonarle. Che bei coglioni gonfi e pieni di succo. Sono troppo pieni, stanno soffrendo, ma ora li svuotiamo fino all'ultima goccia. Oh Luca, sei fantastico, quanto mi fai eccitare. Non sanno cosa si perdono quelle troiette delle tue compagne. Con un cazzo succulento come il tuo io mi farei sfondare il culo tutto il giorno. Su, ora voglio vederti sborrare, voglio che mi schizzi dritto in bocca, voglio ingoiare tutta la tua sborra calda. Così, aumenta il ritmo, fai sudare il tuo braccio, fagli sentire la fatica, stringi forte la tua mano, fai diventare più grosso questo stupendo cazzo, tortura la capella, sborra, sborra... -
- Sto venendo, sto venendo... -
La voce della madre che saliva le scale interruppe l'operazione nel momento cruciale.
- Merda! - imprecò zio Tore. - Proprio ora doveva salire quella scema. -
Luca si tirò su la tuta più in fretta che potè nascondendo il suo membro a stretto contatto con le cosce, sperando di non venire per non inzupparsi.
- Luca, ma cosa stai facendo? - disse la mamma spalancando la porta. - Tua sorella è già da un pezzo che ti aspetta in macchina. -
- Si, scusa mamma, ora scendo subito. Stavo parlando con zio Tore. -
- Tesoro, la tua è diventata una vera ossessione. Hai sedici anni ormai, non credi di essere abbastanza grande per continuare a giocare con quel tuo pupazzo? Oh Signore, non bastava una figlia succhia-soldi, dovevi mandarmi pure un figlio ventriloquo! -

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