Ricordi - 9

Scritto da , il 2013-12-04, genere tradimenti

Renato, come dicevo, era sempre più lontano. Me ne accorsi compiutamente quando, telefonandomi attorno a metà marzo, mi disse che non sarebbe tornato per Pasqua. "Quest'anno Pasqua è bassa, cade il 29, al 22 abbiamo il giuramento, ai primi di aprile ci sono i trasferimenti e quindi la possibilità di tornare a breve è molto ma molto remota. Anzi è bene che ce la togliamo dalla testa. Poi, per quattro mesi, io sono destinato a una scuola per telegrafisti, nel sud, quindi le distanze si allungano. Potresti venire qui per il giuramento, ma ci viene già mia madre che non sa niente di noi. Oltretutto ha intenzione di passare qui pure la Pasqua, per cui... è un bel macello. Chissà quando ci rivedremo, spero prima... di finire la naja!" "Già, speriamo... prima!". Ebbene, in tutta sincerità la notizia che non l'avrei rivisto in tempi brevi non mi arrecò dispiacere alcuno. Capii che la nostra storia era al capolinea. Certamente se l'avessi avuto tra le braccia mi avrebbe ancora suscitato forti emozioni, ma il fatto che la lontananza avesse raffreddato a tal punto i miei sentimenti era indicativo più che mai. Avevo Walter col quale divertirmi e ciò mi bastava, pur sapendo che con lui c'era solo attrazione e basta. Lo dissi alla Mimma e lei: "Visto? Te lo dicevo che stavi diventando una macchina da sesso e questa ne è la prova lampante. Non ti devi stupire, hai fatto di tutto perchè le cose prendessero questa piega e adesso, come ti avevo anticipato, stai toccando con mano la tua situazione. C'è di peggio nella vita, perbacco, ma di sicuro se vai avanti così... Renato te lo sei giocato, quanto meno dentro di te che poi, alla fin fine, è la cosa più importante. Potreste andare avanti, ma non sarebbe più come prima. La prima volta che sei stata messa alla prova hai fallito. Il problema è che di questo passo infilerai un fallimento dietro l'altro. Oppure potrebbe non interessarti più un rapporto che vada oltre il sesso e il divertimento. E delle due cose, sinceramente non so quale sia la peggiore". Parole sagge, ma non ne presi nota. Avevo Walter, e con lui il "percorso anale" proseguiva con un certo successo. Quando andavamo a letto, prima mi faceva venire mettendomi due dita nella figa, poi m'inculava. Io sentivo male quando entrava, un dolore che via via era sempre minore. Quando era dentro, però, provavo anche un po' di piacere fisico oltre al grande piacere "di testa", un piacere derivante dal fatto di renderlo felice. Mi ricordo che una sera di metà aprile mi ribellai e gli dissi: "No caro, oggi mi chiavi la figa. Niente dita, stasera in figa voglio il cazzo!". Mi accontentò, ma fu l'eccezione che conferma la regola. Una regola che ormai vedeva nella mia sodomizzazione lo standard di ogni incontro. A me, comunque, stava bene sotto sotto. L'idea di diventare una donna "completa", cioè una che lo prende disinvoltamente anche nel culo, mi intrigava parecchio e per me era diventato una sorta di obiettivo. Poi, a metà maggio, in occasione del mio ventesimo compleanno, Renato tornò in licenza e furono cinque giorni di grande baraonda. Mi pareva non se ne fosse mai andato. Altri cinque giorni il mese dopo, altri cinque giorni di baldoria. E che scopate! Da restare senza fiato. Nell'occasione mi disse che sarebbe tornato ancora per fine luglio (licenza di fine corso), ma poi era probabile che non ci vedessimo ancora per un po' visto che era destinato in un reparto operativo. Qualche giorno dopo la sua partenza, in concomitanza con le mestruazioni di fine giugno, Walter mi comunicò che la nostra storia era finita. Storia? Beh, insomma, quella cosa lì. Mi aspettavo che prima o poi, anche se credevo... poi, mi avrebbe detto una cosa simile. Ma ci rimasi male per come si espresse: "In questi quattro mesi siamo stati bene, tu mi hai molto soddisfatto e te ne sono grato. Io ho completato il tuo percorso erotico, visto che adesso lo prendi bene, senza provare gran dolore, anche dietro. Avrei voluto andare avanti ancora un po', ma ho conosciuto una ragazza giovane, di 18 anni, che devo svezzare. L'ho sverginata mercoledì scorso e adesso devo accompagnarla almeno per un po' nel mondo del sesso. Lo sento come un dovere nei suoi confronti. Può darsi che ci si possa rivedere, ma adesso sono concentrato su questa ragazza" Capito con che razza di stronzo mi ero messa? Era fin peggio del suo amico Attilio, per certi versi. Si riteneva una sorta di messaggero del sesso... ma va! Comunque con lui mi era piaciuto, non lo nego, e le sue "cure" assidue avevano fatto in modo di permettermi con una certa padronanza di prenderlo nel culo. Alla fine non ero rimasta a mani vuote. Una sera di luglio viene a trovarmi a casa la Flavia, l'amica tramite la quale avevo conosciuto Renato. Mi dice: "Con Renato come va?" "Lui è militare..." "...e tu non è che sei qui ad aspettarlo..." "Guarda, ho avuto una relazione di quattro mesi con Walter, ma adesso è finita" "E con Sergio?" "Quello conosciuto alla festa cui non aveva potuto partecipare Renato? No, non l'ho più visto. E' stata la roba di una sera, un mordi e fuggi" "Io sono sola dopo che Valentino mi ha lasciata. A lui ho dato tutto: la mente, l'anima, il sentimento, le tette, la figa, il culo... ma non è bastato" "Anche il culo?" "Si, perchè tu non lo prendi dietro?" "Si che lo prendo, ma pensavo che tu, compita come sei..." "Compita si, ma di fronte al cazzo... Comunque dopo questa delusione ho deciso di darmi alla pazza gioia, senza limiti. Tanto non vale la pena. Ho conosciuto un tipo, Tiziano, col quale sono già stata un paio di volte e che mi ha detto di volermi portare al mare. Mi ha detto di avere anche un amico e se io avessi un'amica si potrebbe andare al mare in quattro. Tu ci staresti?" "Se è ad agosto non ci sono problemi" "Si, le prime due settimane di agosto. A proposito, tu prendi la pillola?" "Si" "Allora è tutto a posto. Posso dirgli che vieni?" "Si diglielo, Renato tornerà verso il 20 e ripartirà cinque-sei giorni dopo, quindi..." "O.K. Allora forse ci vediamo sabato". Un paio di giorni dopo me la ritrovo davanti al portone di casa mentre sto rincasando dopo il lavoro e mi fa: "Sabato pomeriggio andiamo a casa di Tiziano. Ci sarà anche Sergio (non quello che hai conosciuto, un altro) e faremo una partita di strip-poker" "Cos'è lo strip-poker?" "Non so di preciso, ma dev'essere molto divertente" "Se lo dici tu..." "Va bene, dai. Vengo a prenderti sabato verso le tre, d'accordo?" "D'accordo". (continua)

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