Ammiraglio medico 3º parte

Scritto da , il 2013-11-15, genere gay

Altra puntata che spero possa trovare interessante..

Riprendo il racconto...

“tranquillo Giorgio, posso aspettare,ne approfitto per riposare,ho avuto degli orgasmi incredibili”
“non sei l’unico,allora d’accordo la faccio io per primo,andiamo a prendere gli accappatoi e gli asciugami,sono nell’armadio”.
Entrammo nella lavanderia.
“questo dovrebbe andarti bene,spero ti piaccia il colore”
“non ho nulla contro l’azzurro scuro e hai ragione mi va a pennello,ma di chi è?..non penso di tua moglie”
“assolutamente no e di nostro figlio...credo sia l’unico che ti va bene”
Nel dire questa frase la voce si incrinò ed ebbi l’impressione che stesse soffocando un singhiozzo.
Non ebbi il coraggio di chiedergli nulla,se avesse voluto me lo avrebbe detto,rispettai quello che immaginavo fosse qualcosa di grave,anche perchè preso l’asciugamano e l’accappatoio usci velocemente dalla stanza.
Presi l’asciugamano e l’accappatoio,andai in una stanza li vicino dove c’era.oltre che ad un letto singolo, uno specchio e vanitosamente mi rimirai,trovandomi attraente,ma forse era per la sbornia di sesso appena fatta o per i complimenti di Giorgio.
Immaginai che quella doveva essere la camera della domestiva che probabilmente aveva il fine settimana libero.
Giorgio era pronto per la doccia e passando di fronte alla porta entrò,con l’asciugamano che lo copriva sotto.
Mi guardò e disse.
“scusami per la mia rapida uscita dalla lavanderia,ti spiegherò il tutto,per adesso ti va di fare la doccia insieme?”
“mi sa che è meglio di no”
Il tempo di rispondergli che si era già avvicinato ed abbracciandomi da dietro,mi trinse a lui e avvicinando la bocca all’orecchio mi sussurrò.
“ho tanto bisogno in questo momento di sentire il tuo affetto”
Non sapevo cosa fare, ne cosa dire,non ero avezzo a situazione del genere,a dir la verità,ero pietrificato,di solito ero io a cercare amore e questa era una mia debolezza.
Fu lui a togliermi dall’imbarazzo.
“girati e dimentica quello che ho detto e aiutami a dimenticarlo,ti prego”
Nel fare e dire ciò, gli cadde l’asciugamano, era in erezione e girandomi lo rividi tutto nudo,voglioso di godere o come mi aveva sussurrato,di dimenticare qualcosa che non voleva ricordare in quel momento almeno..
Eravamo nuovamente stretti, lui con le mani sui miei fianchi, io con le mie sulle sue spalle e braccia…
Fece presto a far scivolare le mani dalla schiena alle natiche
Incollò la bocca alla mia e iniziando a rovistarla con la lingua prese la mia mano e la mise sul sesso in tiro.
Cominciò a gustarmi tutto con la lingua, prima la cavità orale,poi le labbra, il collo,scendendo fino ai capezzoli,la mia parte più erogena e allo stesso tempo continuando a godersi il culo con quelle mani insaziabili che cercavano di penetrarmi…
Ritornò alla bocca e continuammo a baciarci,le lingue si assaporarono a lungo.
Come avevo già notato il suo sesso non era da stallone,come daltr’onde non lo era nemmeno il mio, ma era talmente duro e robusto da apparirmi perfetto.
Continuavo a tenerlo con una mano, passai a sorreggerlo letteralmente con due, come fosse qualcosa di raro e presiozo.
“lasciami,farò il possibile per farti dimenticare quello che ti ha rattristato”
Cominciai a scendere giù con il corpo e inevitabilmente il viso si ritrovò di fronte quel bastone irrigidito,leggermente storto verso destra con al di sotto i coglioni pesanti e pieni,che tanto mi erano piaciuti al primo contatto avuto nello studio.
Non potei che assaporare finalmente quella invitante banana.
La impugnai e tirai la pelle verso il basso scoprendo completamente il glande.
Volevo fargli sentire quanto era bravo ed esperto il suo nuovo marinaio, iniziai a leccare secondo la tecnica speciale insegnatami da zio Fabio,il contatto con la lingua,fu una sorpresa tale che non resistendo si dovette stendere sul letto,probabilmente non aveva recuperato del tutto le energie spese,
“sono esausto,ma non me ne frega nulla,fammi morire”
Sorrisi a quelle invitanti parole.
“non ti farò morire,ma ti porterò in paradiso”
Visto che era sdraiato,mi venne voglia di fare un bel 69.
Salii sul letto mettendomi a cavalcioni,tutto il mio apparato genitale a portata della sua bocca,mentre il suo era alla portata della mia.
Cominciai a leccare ben bene dalla punta della cappella fino alle palle per tutta la lunghezza e larghezza dell’asta,lo assaporai come non avevo mai fatto con nessuno,usai tutta la raffinatezza possibile,fino a farlo mugolare, passai letteralmente ad imboccarlo,avrei voluto farlo arrivare fino alla gola,ma non c’è la facevo,sapevo che mi sarebbero venuti conati di vomito e non volevo rovinare quel momento così fantastico come è un pompino,continuai fino a mandarlo in estasi,al culmine della quale..
“Dio sei bravissimo in quello che fai, ti prego non smettere,ti adoro..”
Per rallentare un pò il suo imminente godimento e probabile orgasmo,mi misi ad ingoiare e mordicchiare letteralmente i coglioni,confesso che è la cosa che più amo fare e in onore del grande ammiraglio, cercai di superarmi.
Assaporai le palle per un bel pò, le soppesai, le baciai, le leccai, le mangiai.
“sei proprio un mago,chi te lo ha insegnato deve essere stato un bravo professore o professoressa”
Mi guardava estasiato il fondoschiena con relativo apparato sessuale,anche se non lo vedevo,impegnato come ero a dargli piacere,lo immaginavo, mentre io fra le sue cosce, inginocchiato, a culo in su, con le gambe piegate come uno scolaretto in castigo, mi divertivo a gustarmi quel lecca lecca gigante con tutti gli accessori,palle, cappella, bastone e ancora bastone, cappella, palle.
Quando la sua resistenza si fece flebile,mi prese per i fianchi facendomi drizzare il busto,lasciai a malicuore quel piacevole pasto,ma le mani rimasero strette a puel palo.
“incredibile come sei bravo a far morire una persona”
“Giorgio,non mi sembra che la sotto ci sia qualcosa di morto”
Cavolo,ma ero proprio io che parlavo e mi comportavo in quel modo?
Scacciai quella domanda dal cevello,non me ne fregava nulla,stavo godendo e il momento era fantastico.
Giorgio mi voleva,mi desiderava come non mai,sentii il suo sesso indurirsi ancora di più fra le mani.
“Alvin hai un buco del culo fantastico”.
“merito di mia madre”
Assaporò quella pesca purissima,era insaziabile fra baci, lingua e naso, per non parlare delle dita che continuava a infilare dentro facendomi godere..
Ero suo,ero perso,la volontà di resistere era vinta.
Non ce la facevo più.
“Giorgio inculami,ti prego inculami”.
Oramai ogni freno inbitore era andato a farsi friggere,volevo,desideravo,bramavo sentire quel bastone esplorare il condotto anale.
Desideravo urlare al cielo tutta la gioia che stava esplodendo dentro di me.
“entra amore,entra, non farmi morire di voglia”
Non se lo fece ripetere due volte, si fermò e io potei finalmente girarmi verso di lui accoccolandomi a smorza candela (penso si dica così),
Il corpo steso rilassato e il pene rigido e sempre ben puntato, da sotto verso il tanto desiderato buchetto.
Le mani mi presero per la vita accarezzando la pelle liscia e delicata come può esserla quella di un giovane ragazzo,le mie si appoggiarono sul caldo petto villoso e scuro.
Sulla cappella una goccia di presperma,segno che oramai avevo raggiunto la cima della montagna dell’estasi.
Avevo letteralmente i fianchi e tutta la schiena infuocati; non resistevo più e iniziai a calarmi su quel bastone duro e familiare dalle palle piene.
Aiutando con una mano indirizzai la cappella all’entrata dell’agognato tunnel, entrò quasi da sola nel buco così invitante.
Urlai leggermente e lui godette di questa mia semiverginità,pensando a quanto tempo era passato dall’ultima volta che lo avevo preso da Lorenzo,potevo dire,quasivergine.
Era dentro!
Cominciai a cavalcarlo, mentre lui spingeva da sotto come un toro che carica il torero; su e giù,il culo se lo ingoiava letteralemente fino alle palle,ad ogni profonda calata su quel tronco, il culo si arrotondava magnificamente e i fianchi, sempre tenuti dalle sue mani, si gonfiavano di piacere.
Gocce di sudore iniziarono a scendere dalla fronte e dalle ciocche dei capelli che mi sbattevano sul viso ad ogni colpo ben assestato.
Lo cavalcai infoiato al punto da voler sentire il suo nettare dentro come per sigillare per sempre, il nostro nuovo legame.
“vienimi dentro..vienimi dentro”-
“veniamo assieme,continua a cavalcarmi”
Tolse una mano dal fianco ed impugnò il mio membro.
Cominciò una veloce masturbazione,fui meravigliato nel vedere tanta energia in quel magnifico uomo.
Con l’altra mano bel aggrappata al fianco, continuò a spingere e menarmi il pene, come un forsennato, ansimando, fino a schizzarmi dentro tutto il nettare e allo stesso tempo raggiunsi pure io l’agognata vetta del piacere,l’apoteosi,il grande finale di un’opera.
Restammo per un pò in quella posizione,fino a quando il pene usci dalla calda alcova naturale,mi lasciai andare su di un fianco
Mi abbracciò tenendomi stretto a sé su quel letto impregnato dei nostri piaceri infuocati.
Non so quanto tempo rimanemmo in quella posizione.
Poi la sua valda voce all’orecchio.
“credo sia meglio farci la doccia,ho il tuo miele su tutto il petto e il mio credo cominci ad uscire dal culetto”
Mi fece una lunga carezza,passando le dita nel solco,me le fece vedere, erano imbrattate di sperma,si ci voleva una bella doccia.
Andammo in bagno e mi invitò ad infilarmi nella doccia tipo Jacuzzi.
“vedrai che bella sensazione,insaponati bene che poi chiudo la porta”
La chiuse, fui investito da una miriade di spruzzi che uscivano da ogni lato,cavolo era veramente fantastico,me la godetti a lungo.
Poi toccò a lui ed io ne approffitai per avvicinai allo specchio a guardare il corpo riflesso,dovevo ammettere che non lo stavo trattando male i muscoli erano ben proporzionati e non c’era traccia di grasso,ero tanto preso a fare il vanesio,che non mi ero accorto che Giorgio aveva finito e si trovava dietro di me.
“tranquillo hai un bel corpo”
Nel dirlo mi abbracciò standomi dietro,appoggiò la guancia alla spalla e cominciò a baciarmi la base del collo.
Porca miseria se mi piaceva quello che stava facendo,sopratutto la mano che stava tormentando il capezzolo.
“Alvin devi rientrare a casa?”
“no,vivo per conto mio,sto facendo una specializzazione e andare e venire da casa mi porterebbe via un sacco di ore,perciò i miei hanno preso in affitto un piccolo appartamento”
“allora ti puoi fermare e farmi compagnia cenando con me?”
“si possofarlo basta chiami i miei e dica loro che questo fine settimana mi fermo quì per preparare una relazione tecnica,che poi è la verità”
“allora avrai da studiare?”
“no, la relazione è già pronta e la mia materia preferita,non ho bisogno di prepararmi”
“allora se ti propongo di fermarti fino a domani?”
“perchè non dici papale papale che vuoi che dorma con te?”
“beh!..ho detto se puoi fermarti ,non ho parlato di dormire..”
Ridemmo di gusto e girandomi incollai la bocca alla sua,sugello al patto appena fatto.
“e ora di cena,che ne dici di andarla a preparare?”
“ma tua moglie non te l’ha già preparata e poi se non sbaglio era solo per te”
“ne sei convinto?..io dico che ha preparato per due”.
Effettivamente era così.
“non mi dire che sapeva che mi sare fermato”
“no, ma e un suo vizio,ha sempre paura che soffra la fame e per rispondere alla tua domanda e dirti la verità,si, ha sperato che ti avrei invitato a rimanere e anzi, te l’ha pure detto”.
“come me l’ha detto?”
“non ti ricordi?..spero di rivederla”.
“pensavo fosse una frase di cortesia”
“no,non lo era,ti ha invitato a rimanere,sempre che tu lo voglia accettare l’invito”
“ti ho già detto che non ho nessun impegno,basta telefoni ai miei”
Dicevo queste cose ma guardavo attentamente il suo viso nel dubbio che stesse prendendomi in giro,che cavolo di situazione,fino ad un minuto prima ci stavamo inculando ed ora mi invita a rimanere per incontrare sua moglie,dire che non ci capivo nulla è poco.però la cosa si faceva intrigante.
“ma lo fate con tutti quelli che vengono a fare i documenti?”
“dovrei offendermi,ma capisco la tua perplessità,che tu ci creda o no,sei il primo a cui facciò la proposta,anzi sei il primo che rimane così a lungo”
Aveva detto queste parole in modo alquanto piccato,capii che in qualche modo lo avevo offeso.
“scusami non volevo essere offensivo ne curioso,non sono fatti miei e la mia curiosità è inopportuna”
“te l’ho detto non mi sono offeso,capisco la tua curiosità,ma ora dimmi accetti di rimanere?”
“non ho nulla per cambiarmi,ne lo spazzolino”
“la cosa è risolta,se ti vanno bene i boxer io ne ho e sono nuovi,la marina me ne da 10 paia all’anno,per lo spazzolino ne ho di nuovi,sempre grazie alla marina,altre richieste?”
“non ho il pigiama”
“pensi di averne bisogno?”
“e uno scherzo,dormo nudo”
“fantastico”
“ehi! ammiraglio,se guardo il tuo basso ventre,non credo di averme bisogno”
Non lo aveva completamente in tiro,era in quella fase che precedeva l’eccitazione.molto invitante,la cosa mi meravigliò,cavolo ne aveva di resistenza..
Credo abbia letto il pensiero.
“no,non pensarci nemmeno,andiamo a preparare la cena o meglio basta metterla nel forno”
“ancora una cosa devo fare la telefonata ai miei”
Mi riaccompagnò nello studio,
“li c’è il telefono e tranquillo i tuoi non vedranno da dove telefoni,la linea è protetta”
“non c’è pericolo per mamma il celluare e più o meno un iggetto misterioso”
Mangiammo di gusto, in allegria e senza imbarazzo visto che eravamo completamente nudi.
“sai come mi piacerebbe fare domani mattina?”
Lo guardai interrogativamente.
“andare in un bosco e fare Adamo nel paradiso terrestre”
“fare l’Adamo in un bosco con la gente che passa?..ammiraglio mi sa che sei fuori di testa,già mi immagino i titoli sui giornali”.
“non dove passa la gente,ma in qualche piccola radura nascosta”
“uh!..in questo ti posso aiutare,conosco il posto,ci vado qualche volta a fare quello che dici tu”
“incredibile come ci somigliamo”
Sistemammo la cucina.
“che ne dici se andassimo a fare due passi,conosco un posticino, su in collina, dove si mangia un’ottimo gelato”
“dacc’ordo,ma non ho la macchina”
“ho la mia parcheggiata quì sotto”
Rientrammo che era quasi l’una di notte.
Vorrei raccontarci quello che è accaduto durante la notte,ma sono convinto sarebbe una vera noia, dato che abbiamo dormito alla grande.
Mentre è più interessante la gita nel bosco e il pomeriggio,quando,rientarti a casa, ritornò la moglie.

Mio caro amico,mi fermo,sono esausto,sia di scrivere che di essere eccitato, questi ricordi mi hanno fatto diventare l’amico duro come la roccia e desidera particolari attenzioni,voglio accontentarlo,perciò alla prossima.
Un forte abbraccio.

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