La mia padroncina

Scritto da , il 2010-05-05, genere zoofilia

Aspetto!
Continuo a fissare la porta chiusa, aspettando che questa si apra da un momento all'altro. L'avevi fatto soltanto una volta da quando è sorto il sole, ne eri uscita ancora un pò assonnata, si vedeva che ti eri appena svegliata. Era già metà mattina, di solito gli altri giorni ti alzi presto, ma oggi ti sei voluta godere un pò di tempo in più di sonno. Eri bella e raggiante come sempre, ti corsi appresso scodinzolando come al solito esternandoti tutta la mia contentezza nel vederti. Mi facesti delle carezze, dicendomi alcune parole che ritenni essere di piacere e di gioia nel vedermi a tua volta. Da un sacchetto che tenevi in mano riempisti la mia ciottola di quello strano cibo a forma di palline dai sapori diversi le une dalle altre, non è il massimo come pasto, ma non è sgradevole. Vuotasti l'altra ciottola più grande dell'acqua del giorno prima, prendesti il tubo e prima di riempirla la lasciasti scorrere un pò. Bevvi avidamente dal getto quel liquido chiaro, terso, dapprima caldo poi sempre più fresco, mi dissetai soddisfatto. Poi eri tornata dentro casa, chiudesti la porta alle tue spalle e non uscisti più.
Aspetto ancora sdraiato all'ombra di un alberello del tuo giardino di cui io mi sento il padrone indiscusso. Il caldo è insopportabile, sto ansimando, mi sento come se avessi fatto una lunga corsa, la lingua penzoloni non sembra attenuare il calore nel mio corpo, non c'è nemmeno un alito di vento a confortarmi. Alcune mosche mi ronzano fastidiose intorno al muso, a volte di scatto riesco a prenderle con un morso, sento ribrezzo e le lascio andare libere di ricominciare daccapo, altre volte sono più veloci loro.
Sento un rumore. Proviene da dietro la porta chiusa. Le mie orecchie si drizzano, il respiro mi si blocca per un istante, tutto il mio corpo è immobile, punto l'uscio come se fosse una preda in attesa di essere cacciata. Non mi sbaglio, la porta si apre e ti affacci, sento la tua voce fare il mio nome. Non me lo faccio ripetere, corro verso di te felice di rivederti. Mi lasci entrare, so perchè lo fai, non me lo permetti mai se non per una sola ragione; hai voglia di me. Ti ronzo intorno come se fossi una di quelle stupide e fastidiosissime mosche, la mia coda non fa altro che sbattere da tutte le parti provocando suoni diversi sul legno dei tuoi mobili; va da sola, è un fatto istintivo, è come se non facesse parte di me, è incontrollabile. Hai addosso solo un indumento che arriva a coprirti solo metà sedere di cui annuso con delizia. Con una mano mi allontani il muso da te, non sei ancora pronta, continui a spostare piccoli oggetti da una parte all'altra della casa, hai l'aria indaffarata; ti aspetto con pazienza, non ho fretta. Finalmente ti dirigi verso le scale, ti sto dietro, saliamo ed entriamo là dove passi le tue notti a dormire. La tua finestra si affaccia sul giardino dove io so sempre quando sei sveglia. Durante la notte quando non riesci a prendere sonno e continui ad accendere e spegnere la luce, vorrei essere lì con te a tenerti compagnia. Non mi sfugge niente di te.
Ti inginocchi davanti a me, mi prendi la testa fra le tue mani, mi accarezzi, mi sussurri parole che so essere dolci, mi dai un bacio sulla fronte. Ti sfili l'indumento dalla testa, rimani nuda di fronte a me, il caldo ti fa sudare. Annuso con ardore il tuo vero odore, è buonissimo, ti lecco il collo flessuoso, tu alzi la testa deliziata; assaporo il tuo corpo voluttuosamente, il tuo piccolo seno e i tuoi graziosi capezzoli. Ti siedi per terra appoggiandoti sulle tue braccia, allarghi le gambe, mi lasci fare, vuoi che sia io a continuare senza la tua guida. Con la lingua lambisco il tuo ventre, scendo sempre più giù, il tuo ciuffetto di peli si incolla sulla tua pelle dopo il mio passaggio. Dalla tua fessura riconosco il sapore della tua eccitazione, la carne così soffice trasuda di un piacere immenso. Dai tuoi gemiti capisco che ti piace tanto, non mi fermo, non voglio interrompere il tuo godimento. Con due dita apri di più lo spacco fradicio di umori, vuoi sentire la mia lingua con maggiore intensità; lecco con igordigia tutto quel nettare delizioso, ti provoco dei gemiti di gioia. La tua espressione tradisce apertamente l'estasi da cui ti lasci travolgere e trasportare come in un fiume in piena.
La tua mano mi sfiora il muso, mi ringrazi con dolci parole, sento anche il tepore delle tue guance quando ti avvicini a me. Il tuo respiro è un suono gradevole e caldo. Ti rimetti in ginocchio, questa volta vuoi essere tu a condurre il gioco. Sento scorrere le tue mani su tutto il corpo, sfiori la coda che sembra riprendere il suo andirivieni; stringi delicatamente le mie palle, le massaggi con attenzione, non lo fai molto spesso, eppure lo trovo assai gradevole e rilassante, sembri ignorare questa mia prerogativa. Il tuo tocco scopre che il mio membro comincia a gonfiarsi, lo sfili dalla guaina, la tua mano asciutta mi provoca un pò di fastidio, è molto sensibile, sembri ignorare anche questo, non so come potertelo comunicare, sembri non riuscire a capirlo, ma ti perdono ugualmente. Cerco di rimediare io con la mia lingua ma mi allontani, vuoi essere tu a farlo; ti intrufoli sotto di me e con la tua lingua assapori con finezza il cazzo ormai gonfio di piacere. Lo introduci nella tua bocca vogliosa di sentire i miei umori, muovi la testa lentamente avanti e indietro procurandomi una sensazione di benessere; adoro sentire la tua mano accarezzarmi i testicoli durante questo tuo accurato impegno. Sento che sto quasi per venire, te ne accorgi anche tu, ti fermi, ti prepari voltandoti dall'altra parte; sei pronta, lo sono anch'io. Cerco di montarti, ho paura di graffiarti con le mie unghie, dalla frenesia ti salgo dal lato dei fianchi, non capisco più niente, non vedo più niente, non distinguo il tuo davanti dal didietro. Con la tua voce rassicurante mi aiuti a calmarmi, mi guidi con la tua mano, finalmente sono dietro di te, ti salgo sopra; ti abbraccio forte, questo tuo contatto mi manda in visibilio, sentirmi stretto a te è un vero delirio dei sensi. Cerco di penetrarti, sono troppo alto, la mia furia cieca mi fa schizzare su tutta la tua schiena, cerchi il mio cazzo, lo trovi e lo guidi verso la tua fessura, non ti rendo il compito facile con i miei bruschi movimenti. Con paziente determinazione troviamo la zona umida, sento l'entrata, è calda, il mio impeto nel penetrarti ti procura un grido di dolore, nella mia passione lo ignoro senza nessun rimorso. Ti sto montando con frenesia, i tuoi gemiti di piacere trsformano questo mio stato di eccitazione in una vera e pura follia di godimento. Spingo il cazzo con forza a ritmo incalzante, sei così fradicia che scivolare dentro di te è un continuo produrre di suoni di liquidi amalgamati. Cerchi di contrastare la mia forza puntellandoti con le braccia al pavimento, mi gridi parole che conosco molto bene, mi dici di continuare, di non fermarmi, non ho bisogno dei tuoi incitamenti, vado avanti imperterrito. Le mie palle continuano a sbattere contro di te, la mia lingua sfiora il tuo viso, il mio abbraccio sul tuo corpo mi procura un forte calore,il tuo odore fa il resto; l'orgasmo arriva in tutta la sua prorompente violenza, sento la sborra inondarti la figa, avverto che non riesci a trattenerla tutta, c'è un vero straripamento. E' una clamorosa sensazione di vera estasi. Rimango sopra di te stremato, lo sei anche tu, è anche il mio peso a contribuire alla tua fatica; ti sento pulsare insieme al mio cazzo.
Scendo, rimaniamo attaccati insieme, la mia troppa passione ha fatto entrare tutto il membro fino in fondo, il nodo si è ingrossato ed ora siamo prigionieri l'uno dell'altra. Mi tieni per la coda, hai paura che un mio movimento ti faccia male, non potrei mai farlo e ti resto accanto; mi sussurri paroline dolci, vorrei farlo anch'io ma non so in che modo. Restiamo fermi per un pò, non vuoi mettermi fretta, la stanza è pregna dei nostri odori, cerco di assaporare il tuo, ne rimango ammaliato, me lo godo con calma. Allenti la presa sulla mia coda, vuoi fidarti, sai che puoi; ti accarezzi il seno, sei lucida del tuo sudore, la mano scivola libera, va verso il tuo sesso, tieni gli occhi chiusi, sei concentrata nei tuoi movimenti, forse pensi a me, io non ho dubbi. Il ritmo aumenta, il tuo respiro si fa più affannato, sento i tuoi muscoli contrarsi, quando raggiungi l'orgasmo attorno al mio cazzo avverto le tue pulsazioni con splendente chiarezza.
Finalmente ci liberiamo, posso leccarti tutta la figa ormai grondante dei nostri umori, la mia sborra è colata persino nelle tue cosce; sono ingordo, non ne lascio nemmeno una goccia e ogni traccia sparisce dalla tua pelle. Anche tu vuoi contraccambiarmi; la tua bocca fa lo stesso col mio cazzo, siamo soddisfatti entrambi. Ti appoggi al tuo letto, allarghi le braccia e mi avvicini a te, mi stringi forte, ti lecco le guance, eviti il contatto della mia lingua sulla tua bocca, fai sempre così, è un privilegio che concedi solamente al tuo compagno quando non vuoi me. So che lo ami, forse sono geloso ma so che ami anche me, e anch'io ti amo, forse più di lui, ne sono convinto. Restiamo così avvinghiati per un pò, è bello stare abbracciato a te, mi piace guardarti, colgo ogni tua piccola espressione, ogni tuo piccolo movimento, piccole cose che mi fanno battere il cuore.
Ti alzi, dal mobiletto vicino al letto prendi un piccolo contenitore, so cos'è, lo usi sempre quando vuoi sentire il mio cazzo dentro al tuo culo. Con le dita prendi quella strana sostanza e con una gamba sopra il letto ungi il piccolo buco. Fai scivolare delicatamente le tue dita dentro di te finchè non sei soddisfatta della larghezza dell'apertura. Ti rimetti carponi e mi fai un cenno che non mi lascio sfuggire. Ti vengo dietro e ti monto sopra, il mio cazzo è già duro ma non so se ce la faccio, la scopata di prima mi ha spossato un pò, ma non posso deluderti, non voglio deluderti; cerco di fare del mio meglio. Con calma mi indirizzi verso il buco, e appena lo sento scivolare all'interno comincio a spingere con quanta forza mi è rimasta. Il tuo culo lo sento di più perchè è più stretto, piacevolmente stretto; i tuoi gemiti sono diversi da quelli di prima, forse senti dolore, ma non vuoi che mi fermi. Cavalcarti di nuovo è come riabbracciare la felicità, non ne sono mai abbastanza appagato. Ci metto un pò più di prima a venire, il nodo questa volta rimane fuori e non rischiamo di rimanere di nuovo incastrati. Estraggo il cazzo, la sborra cola fuori dal tuo buco, la guardo rapito scivolare sulle tue cosce, non voglio leccartela via, voglio che il mio odore ti rimanga addosso, ma non sarà così. Ti alzi e vai nell'altra stanza, ti siedi su quella strana tazza e fai scorrere l'acqua; lavi via tutto ciò che è rimasto del mio odore, lo fai sempre. Ti asciughi con uno straccio, ti avvicini a me e mi abbracci forte, ti impregni di nuovo del mio odore, non capisco, sono confuso, mi confondi sempre. Indossi di nuovo il tuo indumento e mi accompagni fino alla porta, mi dici qualcosa ed esco fuori. Chiudi la porta dietro di me. La luce del giorno si sta affievolendo; mi sdraio sotto al mio alberello.
E' buio, le luci nelle strade sono tutte accese. La porta si apre, corro verso di te scodinzolando come al solito, non sei più nuda; stai uscendo, lo so perchè il tuo odore è diverso, è troppo diverso, non è più il tuo odore, è troppo forte e pungente, del tuo vero odore non è più rimasta nessuna traccia, e io non capisco perchè cancelli via il tuo vero io; sono confuso...di nuovo!
Mi saluti, chiudi il cancello lasciandomi da solo in giardino a prendermi cura della casa. Ti guardo mentre ti allontani, finchè non scompari dalla mia vista; continuo a guardare illudendomi di vederti tornare indietro, ma so che non lo farai. Succederà più tardi, quando avrai altri odori diversi addosso a te.
Mi sdraio di nuovo per terra e fisso la strada da cui sei scomparsa; resto così finchè non ritorni, sono molto paziente io. Penso a quando ti rivedrò e ti verrò incontro, la mia coda sarà irrefrenabile e il suono della tua voce mi renderà felice; ma per ora guardo verso il cancello...e aspetto!


Dedicato a tutte le padroncine affettuose.



Se i cani non avessero un'anima non saprebbero amare.

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