Pausa lavorativa

Scritto da , il 2013-09-06, genere gay

Era una amicizia un po' particolare con Nino, mio coetaneo: era nata sul posto di lavoro tanti anni fa, allora avevamo circa 20 anni e fisicamente tra noi c'era un abisso: alto e corpulento io, basso e magro lui. Come amico e interlocutore era molto piacevole, non molto competente su varie materie, ma simpatico ed ironico quando basta, anche se certe volte si faceva odiare su delle discussioni banali di lavoro e sopratutto sul calcio, le donne e delle rispettive predilezioni sessuali, senza farmi scoprire certe mie inclinazioni sessuali.

Era un giorno del mese di Luglio entrambi soli nell'officina e dovevamo svolgere dei lavori urgenti, delle porte su commissione, e come sempre ligi al dovere senza interruzioni. Non so come venne il fattaccio, ma quella mattina il suo comportamento era molto strano, anzi distratto dal lavoro tanto da trascurare quello che faceva e farmi perdere tempo, in quel momento non sapevo cosa gli frullava in quella testa di cazzo......, che purtroppo era inevitabile la cosa da trascinarmi nell'oblio del piacere. Tutto successe casualmente senza un preavviso, mentre adattavo la serratura alla porta e per farlo dovetti sporgere il busto in avanti per applicare sopra anche la maniglia e Nino anziché aiutarmi come al suo solito, invece mi appoggia una mano sul mio culo assestandomi con una forte palpata dicendo: "Chissà se in questo bel culetto da troietta ci starebbe bene una bella maniglia a forma di cazzo, che ne pensi finocchietto, non ci starebbe niente male qui in mezzo a ste chiappe, eeeh.... culorotto!!!" Rimasi di sasso a sentirlo sboccato come uno scaricatore di porto, anche se in quel momento pensavo che scherzasse, purtroppo mi resi conto che non scherzava affatto, anzi per niente, lui continuava a schernire con pesanti allusioni. Io speravo che la cosa finiva lì..., ma sbagliai completamente, in quanto senza aspettarmelo appoggia con disinvoltura la sua tuberanza dura, anzi durissima nello spacco della mia tuta da farmelo sentire tutto nel solco quasi ad aprirmi le chiappe del culo. "Ehiiii....!? Brutto stronzo, che cazzo fai!!!!!, e poi come ti permetti di farmi una cosa simile?", gli urlo contro e cercando di togliermelo di dosso senza successo. "Dai...!? Checca, siamo soli e nessuno ci disturba, e poi una bottarella non fa male a nessuno, neanche a sto bel culetto un po' chiacchierato!!!!", rispose con una smorfia quasi ironica. "Ma tu sei del tutto matto, oppure sei partito di coccia, altro che bottarella... sei solo frocio!!", dissi mettendo invano a riparo il culo. "Non fare così... checca?, sembri una povera verginella che aspetta solo di essere stuprata, e poi Volevo farti sentire sta durezza in quel buco del tutto rotto dai cazzi!", chiude strinzando il suo pacco con la mano destra. Spiazzato da quella stupida frase senza senso, anche se guardai di sfuggita verso di lui da imprecare: "Ah....frocio!?, stammi lontano!!" "Io frocio? Ma sentilo chi parla, la checca persa. Non vedi l'ora di farti sfondare da un vero cazzo duro senza usare i cazzi finti o altra cosa che ti soddisfa analmente. Ora ai la opportunità di avere un bel cazzo duro in quel lercio culo, c'è qui il mio a tua disposizione che ti aspetta!!" A questo punto non sapendo che altro rispondere a quella provocazione taccio per un paio di minuti, rimugino dentro di mé: forse il figlio di puttana mi abbia visto di nascosto al cesso che mi sdidalinavo il buchetto del culo mentre sparavo in contemporanea una sega, purtroppo mi sono messo nella condizione di non poter opporre nessun rifiuto da parte sua, sennò mi avrebbe di sicuro sputtanato davanti agli altri colleghi, devo accettare quel volgare ricatto, e senza rendermi conto in quei minuti suscitavo in lui una certa risatina ironica. Nino non si sposta neanche un millimetro dal mio culo lessato da farmi sentire il suo alito caldo sul collo, anzi prende la mia mano e lo mette sul suo pacco duro. "Brutta troia lo senti quando e duro sto cazzo, non ti preoccupare checca fra poco sto trapano trapasserà questo lurido buco di merda che ti ritrovi!!" "Smettila stronzo, lasciami stare che potrebbe arrivare qualcuno!" "Ho..., il frocetto fa il vezzoso, e dillo che ti piace troia, che non vedi l'ora di essere fottuto da me....! Non ti preoccupare degli altri e pensa al tuo culo come te lo riduco stasera!!!", a quella risposta prendo fuoco, è paonazzo insulto quel cafone che non si sposta un millimetro.

Guardai subito di nuovo: non potevo credere ai miei occhi. La cerniera della tuta da lavoro era stata tirata giù e il suo cazzo duro come un bastone guardava fuori dall'apertura in tutto il suo vigore. Aveva anche tirato fuori le sue palle senza badare più a me. E senza pudore Nino incomincia a masturbarsi dolcemente e lentamente; si accarezzava il cazzo e lanciava tenui sospiri e frasi sconnesse, furono istanti lunghissimi, pieni di un silenzio irreale in cui mi resi conto che l'idea di fare quello che mi chiedeva anziché rifuggire dalla mia latente omosessualità, mi stava eccitando, era un desiderio fugace che in quella situazione mi mise il fuoco nelle vene. Mai avrei pensato che Nino mi potesse così attizzarmi in quel momento, ma purtroppo lui aveva questo fascino da macho, mi guardava da capo a piedi e da farmi sentire in quell'istante una troia: avvertivo il suo sguardo lascivo che mi perforare le crespe dell'ano, era prurito pungente come se lui mi stesse inculando. Quei sguardi di entrambi mi lasciava capire quando fossi invogliato da lui e questo lo divertiva. Ormai non potevo più fare ameno di osservare il suo cazzo che veniva trastullato e non si fermava mai, anzi perdevo sempre più la concentrazione sul lavoro. In quei minuti mi sentivo una cagna in calore, e come tale guardavo con una certa malizia quel grosso cazzo. Nino era deciso, con il pugno chiuso spostava lentamente il prepuzio sopra il glande bagnato, su e giù, lentamente, mentre il cazzo rumoreggiava molto voluttuosamente, anche se in quel momento Nino non rideva: ghignava verso me beffardo: "brutto frocio, t'ho beccato l'altro giorno nel cesso a sdidalinarti la fichetta eeehh!!!.....frocetta, ho capito subito che ti piace i cazzi dei maschi e specialmente il mio bel cazzone?", mi sbeffeggia pesantemente con una certa cattiveria, senza mai distogliere lo sguardo su di me. Io rimasi ammutolito senza reagire alle sue angherie, anzi riuscivo solo a guardare quel bel cazzo duro che svettava, mentre lui lo lavorava. "Dillo troia che lo vorresti toccarlo?", volle sapere Nino, mentre a quella affermazione feci un semplice "Mmmmh!!!", e pensai: mi è del tutto indifferente quello che lui diceva o pensava nei miei confronti, l'importante che non smetteva con quel bel giocattolo che teneva nelle mani.

Il movimento della sega aumenta notevolmente e diventa più incontrollabile. Oppure, quando mi gironzolava intorno con il cazzo dritto mi osserva tranquillamente: "Ora troietta, ci divertiamo un po' e rompiamo la solita monotonia, su dai checca vieni qua, che stai per cedere e non vedi l'ora di prenderlo nel culo!" Io gli giravo le spalle sprezzante e facevo cenni di dissenso. Io, in realtà lo volevo quel cazzo. Non passa neanche trenta secondi che Nino si mise dietro a me, con il suo enorme cazzo da infilarmelo sotto le mie cosce e strusciando nelle pieghe della tuta che mi colpiva sulle chiappe limandomi come se niente fosse. Ero bloccato a quel tavolo da lavoro e lui mi pressava arrapato e continuava a limarmi il culo senza sosta, ad ogni colpo che mi dava s'ingrossava di più facendomi quasi perdere il senno della ragione, uuummmmmm!!!......sapessi come mi prudeva il buco del culo, il suo cazzo era un sollazzo per calmare i bollori, ed io troia godevo dai quei sfregamenti di continuo e con reciproche spinte, anzi le sue spinte non si fermavano mai da dondolarmi su e giù per un paio di minuti abbondanti da perdersi completamente dall'oblio. "Fallo ora!", mi sussurra all'orecchio senza togliere la mano sul cazzo. Io in quel momento mi comportavo come se non mi fossi accorto di nulla e continuavo con il lavoro, e poi aggiunse: "Perché non me lo fai?", e con una certa rabbia; stavo per convincermi che lui non stesse scherzando e allora mi girai con tutto il corpo e incontrai subito il suo sguardo, mentre mi osservava e continuava a ghignare. Io ero come impietrito, mentre lui continua a menarsi il suo cazzo grosso piuttosto lentamente fino ad accarezzare con la mano destra e le sue grosse palle. Mi guardava con malizia e sembrava eccitarsi di più alla vista della mia espressione di stupore sulla faccia. In quell'instante Nino mi aveva bloccato davanti a sé e con un zip mi apri la tuta sfoggiando i miei pettorali e mutante. La mia erezione era visibilissima dentro le mutande e quel gonfiore che avevo faceva fatica a restare chiuso nel telo di stoffa. Le sue dita della mano s'insinua sull'orlo delle mie mutande, invece di prendere la direzione sul cazzo lo devia sul culo fino ad arrivare nel solco delle chiappe e colpire il buco, e comincia a tastarmi le crespe dell'ano da infilarci un dito nel retto. Appena sentii il dito profanare il buco feci un urletto di sorpresa, e poi altri urletti per altri tre diti ben uncinati alla parete dell'ano. Quella situazione mi eccitava, e contemporaneamente spaventato. Vedere Nino così maschio che si interessava a me sessualmente, io in quel momento ero preoccupato per le possibili conseguenze; in fondo sono etero e non un frocio del tutto perso, e la prima volta con un uomo. Il mio cazzo purtroppo era già duro come il ferro e accanto a me c'era un cazzo ancora più duro e che razza di cazzo e io, arpionato sull'anello di ciccia non potevo muovermi o urlare dal dolore, mentre il suo cazzo sfregava ancora contro le mie cosce; ero rigido di dolore e godimento vicino a lui. Io alzai le mie sopracciglia e guardai verso la porta se non veniva nessuno, riguardai verso il suo cazzo e poi l'afferrai. In quel momento mi passava molte cose in testa: che razza di maschio sono..., sentirmi così eccitato e sbavare per un cazzo di un uomo, e soprattutto lasciarsi profanare da quei diti, anche se ritornai in me e senza ritegno continuavo a menare quell'asta lentamente da tirargli giù la pelle del prepuzio avanti e indietro. "Finalmente?!", sentii dire da Nino, e mentre lo guardavo
lui continuava senza sosta a lavorarmi il buco del culo culo, come se nulla fosse, mentre io, mi sentivo cagna in calore da continuare a menare con una certa lentezza straziante il suo bellissimo cazzo, anche se il mio sguardo cadde sui suoi coglioni grossi tanto che interruppi la sega per tastare quelle palle taurine. In quel momento ero diventata una esperta troia da tenermi ben afferrato al suo collo e con l'altra continuavo a menarlo. "Più veloce!?", fu l'ordine di Nino, mentre continuava nel ficcare a fondo le dita ed io, lo guardavo con paura verso la porta. Non mi riconoscevo più come uomo, e senza ritegno continuavo a menare più svelto. Nino respirava più affannosamente e bisbigliava a fatica: "Si vengo frocetto!!!", sussurrava. Io tiravo ora il suo cazzo con passo sostenuto e cercavo di farlo venire in modo che nessun da fuori sentisse rumore che ci potesse tradire.

Improvvisamente Nino stacca le sue dita dal mio culo e trattenne il respiro e chiuse gli occhi. Io lo osservavo, e prestavo attenzione allo stesso tempo a come il suo cazzo si gonfiava e iniziava a spruzzare parecchi schizzi di calda sborra e sporcando la tuta, il resto cadde sul pavimento. Io rallentai lo smanettamento e strizzai fuori le ultime gocce dal cazzo. Quando lasciai la presa il suo cazzo era ancora duro e pulsante ed umido di sperma. Lo osservai a lungo sbalordito e aspettavo. Ma non accadde niente altro. "E io?", mi domandai deluso. Non accadde più nulla in quel momento. Ma la voglia di ricevere un bel cazzo duro nel culo, invece delle dita era tanta e mi sentivo cagna. Allungai di nuovo la mano impugnandolo, anche se non era grosso, ma era semi-duro. Continuai a masturbarlo un po', dopodiché, guardai verso di lui e con una voce suadente e affaticata mi disse: "Dai frocio, ci starebbe bene un bel pompino se lo vuoi duro!! Lo devi per forza prenderlo in bocca, su dai succhiamelo un po' fammi vedere come fai i pompini!!!" Nino non mi dette il tempo di riflettere ulteriormente, mi prese la mia nuca e iniziò a spingermi giù lentamente la testa verso il basso, incrociai il suo sguardo, era deciso ma accattivante mentre continuava a spingere, abbassai gli occhi e vidi il suo cazzo duro e dritto avvicinarsi sempre più, era rosso scuro con una bella cappella che lo rendeva attraente. Ora era molto vicino alla mia bocca e ben eretto, mi sembrò enorme, pensai che non avevo mai visto un cazzo così da vicino; ne potevo sentirne l'odore e questo confuse ancor più i miei sensi, mi resi conto che non potevo tornare indietro quando avvertii che il mio cazzo era ritornato completamente duro. "Su avanti stronzo, succhiamelo!!!", ingiunse Nino, con un tono sensuale ma deciso.

Ma questa cosa ero io a volerlo fare e non doveva essere lui ad impormelo, ero sul punto di ritirarmi su quando l'odore di quel cazzo così invitante sgombrò la mia rabbia verso di lui: tirai fuori la lingua e l'accostai alla cappella, stuzzicandogliela con colpetti di lingua e racchiudendola fra le labbra umide. Lui mugolò lievemente. Era una sensazione nuovissima per me essendo la prima volta che avvertivo quel contatto della mia lingua con la sua cappella, con fermezza decisi di continuare a slinguettare attorno alla cappella e poi lungo l'intera lunghezza dell'asta. Ero esterrefatto: mi piaceva! E quanto mi piaceva! Sentii che era il momento di prenderlo tutto in bocca, dischiusi le labbra e lo feci entrare, iniziando a muovere la testa su e giù ed a succhiare, stavo iniziando a gustarmi quel cazzo nella mia bocca, quando mi accorsi che stavamo di fronte alla finestra. La paura di dare scandalo era più forte di me, a chiesi a Nino di andare nell'ufficio del titolare dove nessuno ci avrebbe disturbato. Anche se non avevo mai varcato la soglia dell'ufficio dove lavoro e a causa di quella situazione non ci badai molto.

Non vi so dire a che punto era arrivata la mia eccitazione. Il mio cazzo era già duro e tremavo tutto, il cuore me lo sentivo in gola. Afferrai il suo cazzo e ci precipitammo nell'ufficio e li dentro io non capivo più niente, lui stava in piedi davanti a me aspettando che lo prendessi in bocca e dopo qualche secondo d'esitazione, mi afflosciai di colpo guardando verso l'alto, ed intravidi il suo ghigno di soddisfazione. Appena mi vedeva esitante, Nino mi incitava con parole oscene e deliranti: "Dai bocchinaro, ciuccialo che aspetti, non vedi che c'è lo duro?" Non resistetti più, me lo ficcai in bocca, senza tanti complimenti. Gli divenne molto grosso tra le mie labbra, dandogli molto piacere succhiandolo per bene e avvertii sulla testa la pressione delle sue mani, Nino voleva che lo prendessi tutto in bocca e provai a farne entrare di più, ma mi sentii soffocare, allontanai a fatica un conato di vomito e feci per ritrarmi, ma la sua mano contro la mia nuca mi impedì di togliermelo dalla bocca.

Restai un attimo così, fermo con il suo cazzo in bocca, poi lo sentivo a muoverlo lentamente su e giù nella mia bocca, lo assecondai, rilassandomi tornai a sentire l'eccitazione di quell'incredibile momento, e mi resi conto che riuscivo ad aprire di più la bocca, ad ogni colpo del cazzo riuscivo a migliorare quel sincronismo, tanto che mi venne naturale a succhiare, sentire la mia bocca completamente riempita da quel magnifico cazzo. Ero diventato bravo a succhiare! Mi muovevo da solo prima piano, e poi sempre più velocemente, e ora assecondavo la volontà di Nino che con le mani sulla testa mi dettava il ritmo del pompino. Ero impegnato a succhiare quel bel cazzo, grosso e duro come il marmo e la mia lingua scorreva lenta e precisa lungo tutta l'asta, per poi soffermarsi sulla cappella rossa e turgida, e infine ingoiarlo di nuovo lentamente ma con una voglia e una lascività che mi sentii i brividi lungo la schiena. Incredibile! Stavo facendo un pompino a Nino e lo stavo facendo proprio come andava fatto, io che fino a dieci minuti prima non avevo neanche visto un cazzo da vicino! Sentivo il cazzo diventare sempre più duro nella mia bocca e percepivo i mugolii di lui in preda ad un'eccitazione

Sentivo tutta la sua voglia pulsarmi in bocca, ogni volta che andavo giù con la testa facendomelo scivolare in bocca, per estrarlo subito dopo ancora più pulsante e lucido. Non c'era dubbio stavo diventando proprio un bravo succhiacazzi. Ero così, tutto in tento a succhiargli il cazzo, quando lui mi afferrò con prepotenza la testa ed accelerò i colpi scopandomi letteralmente in bocca. Era impossibile ribellarsi, perché quella violenza mi eccitava molto e poi non ne avevo la minima intenzione. Capii le sue intenzioni solo dopo che cominciarono ad arrivarmi in bocca i primi schizzi di sperma, un liquido dolciastro dal sapore gradevolissimo. Seguite subito dopo da una serie di schizzi, più consistenti che mi giunsero fine in gola. Iniziai ad ingoiare tutta quella sborra che usciva dal suo cazzo, era per me una nuova esperienza e rafforzai le mie succhiate al punto da far strappare a Nino delle urla al limite tra il piacere ed il dolore.

Quando me lo estrasse dalla bocca, il cazzo era ancora duro e pulsante ed umido di sperma e saliva. Ora il bestione sfila giù la tuta, e in contemporanea le mutande, sempre tenendomi fermo per il collo mi solleva letteralmente ed una volta in piedi, iniziai a sfilarmi anche a me la tuta comprese le mutande facendole cadere a terra. Nino con modi bruschi mi fece voltare e passandomi un braccio attorno alla vita, mi costrinse a mettermi alla pecorina sulla scrivania per ammirare il mio buchetto: "Che fai..! Che fai..! no!? al culo noooo.......!!!!" "Non ti preoccupare frocio di merda, che al buco ci penso io, tu invece pensa a godere, e poi checca chissà quanti cazzi hai preso con questo lercio culo!?" Oramai ero bloccato dalla paura, paura di prenderlo e di essere visto da qualcuno: "Dai smettila stronzo, basta! Non l'ho mai preso nel culo, lasciami!!!!" Sembrava un toro inbufalito pronto per montare una vacca! Nino allora si inumidì il dito medio, e senza preavviso me lo rinfila di nuovo dritto nel culo strappandomi dei gridolini di dolore e piacere. Il porco aveva capito che apprezzavo la cosa, e non mi diede il tempo che ci sputa e ritenta l'operazione con più dita, iniziando una sapiente manovra per dilatarmi ed inumidirmi le crespe del culo, anche se le sue dite mi provocavano fitte di piacere che mi annebbiavano il cervello ed il resto non si fece attendere. Quando Nino capì che ero bello e pronto nel prenderlo nel culo si posiziona in modo da puntare il suo grosso cazzo, ancora duro ed umido, dritto allo sfintere. Purtroppo la precedente insalivazione doveva essere stato molto efficace, in quando bastava un paio di spinte da scivolarmi completamente dentro. Mi sentivo afferrato ben stretto per i fianchi senza darmi spazio, e come la più lurida delle puttane, mi scopa alla pecorina. Il suo cazzo mi stantuffava dentro, e come un toro mi sfondava le crespe del mio ano che si dilatava e si restringeva conformandosi al grosso cazzo duro e facendomelo sentire in tutta la sua lunghezza e grossezza.

Ero eccitato come non mai ad essere scopato sulla scrivania nell'ufficio del titolare, ero semi-nudo alla pecorina dove un uomo rude e con un grosso cazzo mi sfondava, in quei interminabili secondi mi faceva sentire un vera troia, era una sensazione che soddisfa a pieno il mio culo, non so come ero completamente partito e prossimo all'orgasmo da incitarlo: "Siii!!... scopami più forte, fammi sentire troia, siii!!... fai scivolare il tuo bel cazzone tutto dentro alla mia ciccina, si dai ho voglia di essere scopato, siiii!!... scopami toro, sono la tua vacca da monta. Siiiii!!... così fottimi!!!", finché sentii che anche Nino doveva essere prossimo all'orgasmo. Non passa un solo minuto che lui accelera ancora di più i colpi, tanto che riuscii ad avvertire i suoi coglioni sbattermi con forza contro le chiappe, fino al punto che lanciai un grido di soddisfazione, mentre lui mi scarica il suo terzo carico di sborra nelle viscere, seguito anche da me che in preda ad una eccitazione irrefrenabile, venni sul pavimento.

Sfinito si adagia sulla mia schiena e senza estrarre il cazzo dal culo, resta per qualche minuto esausto ed immobile sopra di me, accennando ancora qualche colpetto nel mio culo. Finalmente si solleva e lentamente estrasse il cazzo gocciolante ed ormai moscio, ma ancora di dimensioni ragguardevoli che subito tira indietro la sua nerchia di carne e lo sistema in quel involucro delle sue mutande, con varie mosse le sue mani sistema per bene la bestia che poi si rimise la tuta e chiudendo con un zip la cerniera. Il poveretto dal troppo impeto nel fottermi dovette andare in bagno per riprendersi fisicamente, ormai non poteva più contenersi da lasciarmi sulla scrivania solo con il culorotto, mentre il mio povero ano eruttava sborra che colava giù nel solco delle chiappe fino alle gambe. Quando rientra il porco, mi vede ancora in quelle pietose condizione e non fece nulla per aiutarmi, anzi il suo atteggiamento bonario e divertito con lo sguardo pieno di ironia che venni da lui deriso con sarcasmo: "Quando esci troia, pulisci la sborra dal pavimento e chiudi la porta!?", si schiarì la gola con una lattina di birra e riprese a lavorare, mentre io, osservai a lungo quel gesto e sbalordito non sapevo cosa accadrà il giorno dopo, anche se presi un fazzoletto dalla tasca e mi ripulii velocemente, ed alzandomi in piedi rimisi la tuta e mi accorsi di non reggermi nemmeno sulle gambe. Il porco... mi aveva letteralmente sfondato il culo, anche se... da quel giorno non accadde più nulla, in quando ognuno prese la sua strada diversa della sua vita. Purtroppo ahimè!; ciò preso gusto al cazzo, e dovetti emigrare ad altri nidi di uccelli.




By Mimi

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