Lezioni d'arte

Scritto da , il 2013-07-14, genere gay

Prima parte
La prima volta che incontrai il ragazzo stavo lavorando nel mio giardino per pulire dai resti di un duro inverno . Era un giorno primaverile insolitamente caldo ed io mi ero tolto la camicia fradicia di sudore. Lui era in bicicletta, si fermò e sorrise. Indossava solo pantaloncini di jeans e lasciava che il sole scaldasse la sua pelle liscia e chiara, ancora bianca dell’inverno. Il suo corpo adolescente era magro e leggermente muscoloso I suoi capelli rossi pendevano sulla sua faccia quasi a coprire i luccicanti occhi smeraldo.
Smisi di rastrellare e gli sorrisi.
“Ciao, chi sei?” Chiesi dopo che fra noi ci fu un silenzio goffo che sembrò durare per sempre.
“Mi chiamo Giorgio, sono appena venuto ad abitare qui con mia mamma dopo che lei ha ottenuto il divorzio da papà. Tu come ti chiami? Sei sposato?” Chiacchierava con noncuranza come se mi conoscesse da anni. I suoi occhi erano spalancati ed innocenti in attesa che dicessi se ero sposato o no.
“Mi chiamo Pietro e no, non sono sposato.”
“Oh dovresti incontrare prima o poi la mia mamma. Cosa fai?.” Vedevo che mi stava candidando a marito e papà.
“Sono illustratore per una casa editrice di libri per bambini. Ti piace disegnare?”
Giorgio emozionato mi disse che anche lui era un artista. Passammo almeno 15 minuti a parlare solo di arte e disegno. Alla fine chiese se poteva portarmi i suoi disegni una volta o l'altra. Io l'invitai a venire un sabato mattina ed avrei potuto dare un’occhiata alla sua arte e forse dargli una lezione o due di disegno.
Da allora, per cinque anni venne da me cinque o sei volte all'anno.
Mi presentò ben presto sua mamma ed abbattuto mi informò, con mio sollievo, che lei aveva detto che ero troppo giovane per lei.
Vidi Giorgio crescere e frequentare il liceo mentre gli insegnavo d’arte; divenne un apprezzato e popolare artista studentesco. Mi accorsi che nonostante il suo bell’aspetto teutonico e la popolarità non usciva di frequente con ragazze.
Sebbene tenessi ben segreti e controllati i miei desideri per Giorgio in quegli anni, il mio controllo stava cominciando ad indebolirsi sapendo che sarebbe andato all'università in un’altra nazione alla fine dell'estate. Quando Giorgio mi chiamò e disse che gli sarebbe piaciuto venire da per una sessione di disegno, io decisi di abbassare la mia guardia con lui e vedere cosa sarebbe successo.
Il campanello suonò poco prima delle 11.
“Ciao Giorgio, proprio in orario.” Dissi tenendogli aperta la porta. Avevo solo un asciugamano avvolto intorno alla vita avendo appena fatto la doccia.
“Sì, ma mi sembra di essere un po’ in anticipo” Disse guardandomi e sorridendo. Avanzò e fece scivolare via le sue scarpe da runner “Non volevo essere in ritardo per la mia lezione.”
“Mi spiace di non essere vestito. Sono tornato tardi da jogging.” Fu la mia debole scusa, volevo che Giorgio mi vedesse così. Avevo un corpo abbastanza bello e volevo che lo sapesse.
“Ti tieni in buona forma Pete, sembri lo stesso del primo giorno che ci siamo incontrati.”
Non pensavo che si ricordasse del nostro primo incontro ne del mio aspetto. Il fatto che dicesse che avevo un ‘bell’aspetto’ fece correre il mio cuore.
“Sai come va la lezione, scegli qualche cosa da uno dei libri mentre io mi vesto.”
Di solito Giorgio sceglieva un panorama o un’immagine di città o qualche cosa del genere da un prontuario ed ambedue disegnavamo la stessa cosa. Di tanto in tanto ci fermavamo e confrontavamo i lavori. Quella mattina avevo aggiunto alcuni libri di modelli nudi alla pila.
Mi misi un paio di jeans corti ed una camicia che lasciai sbottonata.
A piedi nudi tornai nella stanza e vidi Giorgio che stava lentamente girando le pagine di un libro di uomini nudi e ogni tanto faceva una pausa per vedere più da vicino. Non si era accorto che ero entrato ed io mi schiarii la gola.
Lui chiuse rapidamente il libro “Uh stavo solo facendo una piccola ricerca per vedere se oggi era il caso di fare disegni di nudo.” Disse sorridendo ed arrossendo un po’.
“Qualunque cosa tu voglia.” dissi io.
“Vedo che hai un libro di nudi maschili. Molti maestri hanno disegnato nudi di uomini. Penso fosse Michelangelo che aveva detto che non c'è niente di più bello del torso maschile. Vogliamo provare un disegno di un maschio?”
“Ok” disse e poi arrossendo un po’ “Sì questo sarebbe uh. . . . buono.”
Aveva sfogliato di nuovo il libro e si era fermato su una pagina che mostrava un giovane muscoloso con un bel cazzo molle.
“Penso che lo disegnerò”
Lasciai che cominciasse il disegno in pace mentre io mi lavavo i denti.
Ritornai dopo pochi minuti, guardai sopra la sua spalla e fui sorpreso dal fatto che usasse solo il pastello blu.
“Perché solo blu?” Chiesi.
“Mi piace il blu, mi piace veramente.” Disse sorridendo chinando la testa coi suoi occhi verdi splendenti.
Il suo modo di dire “mi piace il blu” mi eccitò.
Capii, mentre dicevo: “Anche a me piace il blu, Giorgio.”, che lui non stava parlando del colore.
Ci fu un lungo silenzio. La mia mente stava correndo.
“Perchè non ci disegnamo l'un l'altro?” Dissi e il cuore mi stava esplodendo nel torace.
“Sarebbe divertente, non l’abbiamo mai fatto.”
Giorgio si alzò dalla tavola da disegno, la sua faccia era rossa.
“La camera da letto sarebbe il luogo migliore per posare l'uno per l'altro.” Dissi prendendo una tavoletta da disegno ed un pezzo di pastello blu per me.
Giorgio corse in camera da letto e cominciò a spogliarsi impazientemente. I suoi pantaloni caddero al pavimento con un forte tonfo.
“Cos’hai nelle tasche, un mattone?” Io stavo tentando di essere indifferente e divertente mentre evitavo di guardarlo.
“Ho il portafoglio per mettere la carta di credito e la patente.”
Giorgio non sembrava molto timido mentre si toglieva i vestiti ed in un battibaleno era coi soli boxer. Guardai la sua forma sottile, i suoi capezzoli rosa e leggermente brillanti contro la pelle pallida. Non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso.
Cominciai a spogliarmi e lentamente mi tirai via la camicia facendola girare sulla testa prima di farla volare in un angolo. Giorgio si era tolti i boxer e si era seduto sul bordo del letto a guardare.
“Sì, baby, toglili” a stava ridendo ed applaudendo.
Seguendo il suo invito cominciai ad ondeggiare le anche e strofinarmi torace e cosce con i palmi.
Il bottone dei jeans fu slacciato e la chiusura lampo aperta a metà; sapevo che bastava muoversi per farli precipitare.
Giorgio stava cantando la musica dello spogliarello: “Giù, giù, giù” incitava.
Si stava eccitando e la testa del suo cazzo cominciò a sbirciare fuori dal prepuzio. Il suo applauso cominciò a diventare insistente.
Vederlo eccitarsi era tutto quello di cui avevo bisogno. Il mio uccello cominciò a germogliare, la testa ad emergere dalla cima della chiusura lampo. Inspirai facendo retrocedere lo stomaco e i pantaloncini caddero immediatamente intorno alle mie caviglie.
“Sì, baby” Applaudì Giorgio.
I nostri due cazzi stavano in piedi diritti: “Noi, uh sarà meglio che ci calmiamo, sarebbe troppo disegnarci con erezioni enormi.” Sarebbe stata un’esagerazione chiamare le nostre erezioni enormi ma sono gli occhi dell'osservatore che contano.
“Sali sul letto Giorgio, io mi sederò su questa sedia. Disegna quello che vedi, fingi di star disegnando un albero o dei fiori.”
Prendemmo in mano il libro degli schizzi e cominciammo a graffiare la superficie col gesso blu. I nostri uccelli cominciarono a sgonfiarsi.
“Io ti sto facendo blu, anche tu mi stai facendo blu?” disse Giorgio disegnando e senza alzare lo sguardo.
“Sì anch’io ti sto disegnando blu, vediamo come sta venendo il tuo blu.” Appoggiai il mio quaderno di schizzi e mi avvicinai per vedere il suo disegno: assomigliava molto a come i greci stilizzavano i loro dei. Aveva catturato la mia posa sulla sedia ma mi aveva fatto molto seducente e mi aveva fatto un’erezione veramente enorme.
“È quello che vedi quando mi disegni?”
“Ti ho visto così negli ultimi cinque anni, Pete.” Giorgio mise da parte il suo libro degli schizzi e mi fissò innocentemente mentre io lo sovrastavo sul letto.
Puntò con l’indice e toccò leggermente la punta del mio uccello.
“Posso farlo azzurro?” Chiese già sapendo la risposta.
“Solamente se io posso fare azzurro questo.” Dissi toccando la punta brillante del suo cazzo che sobbalzò come colpito da un fulmine.
Giorgio sorrise e si appoggiò indietro sul letto con le gambe a penzoloni sul bordo.
Mise le mani dietro la testa che mi invitò a prenderlo.
Io lasciai che la mia mano spazzolasse nervosamente sul suo stomaco e nel cespuglio sottile di peli pubici. Notai che i suoi capezzoli rosa si erano gonfiati sui pettorali. Mi ricordai come mi facevano male alla sua età i capezzoli.
“Ti fanno male le tette?” Chiesi.
Giorgio accennò col capo ed io ne presi uno nella mia bocca e lo succhiai delicatamente.
“Ooh sento dolore e piacere, che bel dolore!”
Gli succhiai dolcemente l'altro capezzolo e poi lasciai che la mia lingua scendesse sul suo stomaco fino all’ombelico. Girai la testa quando sentii la punta del suo uccello duro sulla mia guancia. La mia bocca scivolò su tutta l’asta tirando indietro il prepuzio con le labbra.
Giorgio stava ansando, il suo stomaco saliva e scendeva. Lavorai il suo uccello con le labbra dalla testa alla base. Sentii aumentare la sua eccitazione. La sua gamba diede una scossa di spasmo mentre le sue mani si aprivano e chiudevano lentamente. Sentii il suo pene duro come pietra diventare ancora più duro e capii che era ora di succhiarlo con tutta la mia forza. Giorgio sgroppò e sparò un carico nella mia gola soffocandomi. Io continuai a succhiare il suo uccello tossendo. Tossii dello sperma attraverso le narici e quando lui finì io ero luccicante di sborra. Alzai la testa.
Lui cominciò a ridere: “Sei tutto sporco, dovresti vederti.”
Dello sperma mi penzolava fuori da una narice e ne avevo un fiotto che pendeva dal mento. Tutto questo mi sembrava meraviglioso.
“Ora voglio farlo io!” Disse Giorgio spingendomi sulla schiena. “Mi dici come fare?”
“Sicuro, comincia e ti dirò”
Giorgio mise la bocca sulla testa del mio uccello che non è troppo lungo, approssimativamente 17 centimetri, ma abbastanza grosso.
“No! senza denti, Giorgio, coprili con le labbra.” I suoi denti acuti stavano raschiando la mia cappella.
Lui immediatamente schermò i denti e cominciò a far scivolare la bocca sull'asta. Arrivò a non più di metà strada quando cominciò a soffocare e si tirò indietro.
“Va bene, succhiane solo la prima metà, ma succhia forte e lecca la punta. Metti la lingua nella fessura.”
Lui stava lavorando la bocca come un esperto e a ogni spinta prendeva un po’ più asta in gola. Mi eccitai veramente quando sentii il suo naso nei miei peli pubici; le mie palle cominciarono a bollire, capii che sarei esploso in pochi secondi.
“Sto per eiaculare, Giorgio. Tirati via se non lo vuoi in bocca!”
Giorgio succhiò più forte causandomi un orgasmo esplosivo, sparai ruscello dopo ruscello di sperma caldo nella sua bocca e lui lo prese come un professionista.
“Mmmmm buono” Giorgio fece roteare il carico nella sua bocca e poi ingoiò. “Vedi è così che si deve fare, silenziosamente.” Stava ghignando e non aveva alcuna goccia di sperma sulla faccia.
Rimasi sdraiato sul letto sorridendo mentre Giorgio si vestiva.
“Ora vado ma ritornerò, uh la settimana prossima, per un’altra lezione di... disegno.”
Rise e si diresse verso la porta.

Seconda parte

Era passato un anno da quando Giorgio era partito per l’università. Io pensavo spesso a lui. Poi il campanello suonò, sorprendendomi che ci fosse qualcuno alla mia porta a mezzo giorno. Quando aprii mi si presentò un sorriso raggiante e familiare.
"Ciao Pete, da quanto tempo non ti vedo! Il mio compagno di camera ed io stavamo tornando a scuola ed io ho pensato di fermarmi." Giorgio indicò un ragazzo asiatico che stava dietro di lui.
Io ero così felice di vederlo. Spalancai la porta e lo tirai a me abbracciandolo stretto.
Lui aveva lo stesso aspetto di quando era andato via. I suoi capelli rossi erano un po' più scuri, sulla sua faccia sembrava fossero cresciute più lentiggini. Le sue spalle larghe non gli permettevano di sembrare magro. I suoi occhi erano ancora dello stesso verde scintillante.
"È così bello vederti, Giorgio. Ci presenti."
"Pete, Kim. Kim, Pete." Giorgio gesticolò verso il suo amico dietro di lui.
Kim sembrava tanto giovane che sembrava impossibile frequentasse l'università.
"Entrate, sono così contento che vi siate fermati ed è veramente un piacere conoscerti, Kim." Gli strinsi la calda mano ed indicai il soggiorno. "Sedetevi, prenderò qualche cosa da bere."
Portai una bibita per ognuno e mi sedetti tra di loro.
Giorgio fece scivolare via le sue scarpe e fece per appoggiare i piedi sul tavolino, poi rapidamente li riportò sul pavimento.
"Rilassati, fate come se foste a casa vostra ragazzi. Nessuna formalità qui."
Lui appoggiò le dita del piede all'orlo della tavola e cominciarono a parlare.
Sentii di tutto su scuola e lezioni e come Giorgio e Kim erano diventati compagni di camera. I due ragazzi erano nella stessa squadra di lotta. Io ero perso nei miei pensieri e fantasticavo mentre loro parlavano, sentivo appena quello che stavano dicendo.
Finalmente finirono.
"Quanto tempo pensi di fermarti, Giorgio? Quando devi ritornare...?"
"Beh, Pete, ho detto a Kim che pensavo non avresti avuto problemi se ci fossimo fermati a casa tua per un paio di giorni. Le lezioni cominciano settimana prossima. Ti va bene?"
Giorgio alzò il suo sguardo e mi fissò sorridendo.
"Sarebbe grande stare un po’ insieme, Giorgio, ora o in qualsiasi momento. Quando sei in città vieni pure da me, ok? " Guardavo altrove per evitare di essere ipnotizzato dai suoi occhi.
Per me era venuta l’ora del cocktail.
"Non so se voi ragazzi bevete alcol, ma questo è il mio momento per un drink. Volete qualche cosa? Kim è abbastanza vecchio abbastanza per bere? "
Lui rise "Lei non sa quante volte me l’hanno chiesto, posso assicurarle, e posso provarlo, di avere 19 anni, quasi 20."
"Quindi cosa posso darvi, ragazzi? e chiamami Pete, Kim."
"Solo una birra per me grazie." disse Giorgio e Kim accennò col capo.
Diedi loro una birra e mi preparai uno scotch on the rock.
Continuammo la conversazione sulla scuola ed un po’ sul mio lavoro di disegnatore.
Dopo un paio di birre Giorgio proseguì con altre servendo Kim quando il suo bicchiere era vuoto. Gli chiesi di ripristinare il mio scotch, soprattutto il ghiaccio.
Giorgio mi portò un tumbler con molto scotch e poco ghiaccio.
Io risi prendendone un sorso, "Probabilmente il ghiaccio si è sciolto!"
La conversazione divenne leggera ed io misi qualche cosa nel forno, cose che divorarono fra birra e racconti.
Ad ogni birra le storie comportavano sempre meno vestiti.
"Pete, ti dispiace se Kim ed io prendiamo un po’ di quel Jack che ho visto in cucina?"
Prima che potessi rispondere Giorgio era andato in cucina ed era ritornato con la bottiglia versandone per sei e Kim.
“Eeeeeee Ooooo, ecco quello che ci voleva." Disse Kim asciugandosi la bocca col dorso della mano ed allungando il bicchiere per farselo riempire ancora.
"Pete, Giorgio mi ha raccontato delle storie su quando lui era tuo studente." Disse Kim.
Io raccontai di quando avevo visto Giorgio in bicicletta e del fatto che veniva il sabato a studiare arte.
"E dell’ultima lezione di disegno prima dell’università? Giorgio me ne ha parlato un po’ ma ne vorrei sentire da te."
Io guardai Giorgio che ghignando accennando con la testa.
"Penso che sia una storia di cui dovrebbe parlare Giorgio, non e vero Giorgio?"
Kim mi ignorò e si avvicinò a Giorgio: "Dai Giorgino! " e tenne una mano davanti alla bocca dicendo qualche cosa sottovoce.
"No, Kim. Non lo faccio, assolutamente."
"Chiediglielo, Giorgio!" Disse Kim in un bisbiglio. Giorgio continuò a scuotere la testa in diniego e cominciò ad arrossire.
"Chiedermi cosa, ragazzi?"
Giorgio prese una sorsata lunga di birra.
"OK, Pete, Tu non lo vorrai fare, io so che non lo vuoi. Ma... "
"Cosa diavolo, Giorgio? Chiedimelo."
"Ok! Kim vuole che ti chieda a se faresti... ah... ballare sai, come hai fatto." Giorgio strisciò i piedi per terra mentre lo diceva. "Io gli ho detto che è stato veramente bello, un divertimento figo. So che non vorrai ma... "
"Giorgio, tu gli hai detto... tutto?"
Giorgio sorrise.
"Bene, ok, venite con me" Mi alzai ed aiutai i ragazzi ad alzarsi dal divano.
Avevo comprato un CD di musica adatta agli spogliarelli e spesso l'avevo usato per sognare. Il mio cuore stava battendo forte come un anno prima. Non avevo fatto altro sesso da quando Giorgio se n’era andato. Ero caldissimoo ed arrapato.
La familiare musica cominciò a gemere attraverso gli altoparlanti. I ragazzi si sedettero sul letto sventolando le loro birre al ritmo della musica.
Dimenandomi da un lato all’altro della stanza, afferrai una sciarpa da un gancio dell’armadio e me la tirai tra le gambe, facendola scivolare avanti ed indietro e poi sventolandola in faccia ai ragazzi.
Lentamente mi sbottonai la camicia e ne tirai fuori i lembi dai pantaloni. Si aprì ed io lavorai il mio stomaco come un professionista. Cadde dalle mie spalle e scivolò sulle mie braccia. Con uno scatto la frustai via e la feci girare sulla mia testa prima di lanciarla ai ragazzi. Loro saltarono per prenderla come amiche della sposa che afferrano il bouquet, la birra schizzò dappertutto. Giorgio lottò per prendere la sciarpa dalle mani di Kim e se la pigiò sulla faccia.
"Facci vedere tutto, ragazzo, dai, dai!" Gridarono e risero nella migliore tradizione dei club di spogliarello.
Kim saltò su e cominciò a pestare i piedi ed ancheggiare selvaggiamente.
Io slacciai il primo bottone dei jeans e tirai un po' giù la cerniera come avevo fatto l’anno prima. Roteai le anche facendo aprire la cerniera ad una velocità allettantemente lenta, il mio uccello cominciò a metterci pressione. Kim si mosse verso di me sventolando la sciarpa. Io mi girai e curvai finché i miei palmi non toccarono il pavimento, invitando Kim a pigiare il suo inguine contro il mio culo.
Giorgio ci raggiunse e cominciò a macinare il suo inguine contro la mia faccia. Kim si stava muovendo così forte che dovevo afferrare la vita di Giorgio per tenermi in equilibrio. Io guardai la faccia macchiata di rosso di Giorgio, con le braccia intorno alla sua vita ballammo per la stanza mentre ci tiravamo via pezzi di vestiario. Giorgio precipitò indietro sul letto. Notai che aveva della leggera lanugine tra i capezzoli rosa, che scendeva allo stomaco e gli circondava l’ombelico.
Kim ballò sopra Giorgio e cominciò muovere le mani sul suo corpo spingendolo indietro sul letto. I bei contrasti tra i ragazzi erano quasi drammatici. La pelle di Giorgio era una bianca cremosa, quella di Kim di un bel colore caffè latte chiaro. I capezzoli di Kim erano scuri e grossi, pieni e rigogliosi, quelli di Giorgio rosa pallido con una piccola punta ciliegia.
Mi accorsi di salmodiare "Prendilo, prendilo" mentre ondeggiavo lentamente guardavo lo strisciare dei ragazzi uno intorno all’altro. Giorgio sbottonò i jeans di Kim tirandone giù il davanti a mettere in mostra l'orlo del suo pube nero e luccicante. Poi ritornò con la mano sul suo stomaco e sul torace stuzzicando i capezzoli con l’indice.
La mia testa stava girando, i ragazzi stavano portandomi all’orlo del precipizio.
Seduto sul letto Giorgio si chinò in avanti e prese coi denti la cerniera di Kim che stava tentando di spingerlo via.
Kim si dimenò indietro sul letto ed alzò le anche mentre Giorgio trascinava giù i jeans liberando le gambe di Kim. Il suo cazzò cominciò ad allungarsi ed il prepuzio a liberarsi dalla prigione marrone scuro che circondava la testa porpora. L’asta era deliziosamente evidenziata da vene di un blu scuro. Le sue palle, rosse dove Giorgio le aveva morse, erano annidate in un nido nero e ricciuto.
Giorgio calciò via i suoi pantaloncini.
Ridendo i ragazzi mi guardarono lanciandosi sulle mie gambe e facendomi cadere. Sembro che un milione di mani mi carezzassero, pizzicassero e solleticassero mentre davano uno strattone ai miei pantaloni per togliermeli.
Kim mi fece rotolare con forza in una posizione inginocchiata sulle mani e le ginocchia. Io agitai il mio didietro come un cane e mi rivolsi sorridendo a Giorgio. Un sorriso gentile e dolce gli attraversò la faccia mentre prendeva la mia testa nelle sue mani morbide e si inginocchiava.
I ragazzi vennero al dunque, accettai la cappella luccicante di Giorgio nella mia bocca, sentii l’uccello di Kim cercare il mio buco. Non avevo alcuna esperienza nell’essere inculato ma la risposta venne rapidamente con la prima penetrazione.
La testa morbida e bagnata del suo uccello allargò le mie labbra e poi la parte centrale dura seguì allargandomi. Faceva male.
Io ansai e tentai di borbottare qualche cosa con l'uccello di Giorgio in bocca, ma fu solo un gorgoglio. Kim spinse allargando ulteriormente il mio buco, stirando i lati in con la sua asta. I miei occhi si allargarono e riempirono di lacrime. Kim grugniva ad ogni spinta. Nella mia testa balenavano colori. Giorgio stava spingendo il suo uccello per trovare l'ultimo centimetro della mia gola. I suoi peli pubici color sabbia mi solleticavano il naso.
Sentii i peli pubici di Kim strofinare sulle mie natiche mentre lui roteava le anche prima di cominciare ad estrarre lentamente, sembrava che le mie budella uscissero con lui. Quando fu a metà strada lo sbattè di nuovo dentro. Istintivamente inarcai la schiena e l'uccello di Giorgio andò più profondamente giù nella mia gola.
Giorgio si estrasse abbastanza per permettermi di respirare poi spinse di nuovo dentro afferrandomi i capelli. Spinse forte per andare il più profondamente possibile nella mia gola. I ragazzi presero il ritmo e cominciarono a spingere all’unisono. L'uccello di Kim ora scivolava più facilmente. Giorgio mi stava letteralmente chiavando la gola profondamente. Sentii il suo uccello tendersi, era vicino all’eiaculazione. Kim spingeva velocemente e con forza. Giorgio, spingeva dentro e fuori, dentro e fuori...
Kim rise poi riprese, ogni volta più forte. Giorgio, era così rigido; scivolò dentro e fuori. Era pronto, pronto, prooontooo...
Kim rise finchè il primo sprizzo caldo non scaldò il mio culo dolente, bagnato e calmò il dolore. Il colpo seguente fu di piacere.
Giorgio spinse forte nella mia gola e si lamentò piano, i suoi dolci succhi furono sparati giù nella mia gola. Poi un altro colpo mi riempì la bocca, un altro filtrò fuori delle mie labbra allargate.
Ancora una volta avevo sperma dappertutto sulla mia faccia e mi gocciolava dal naso. Il mio culo bruciava.
Estrassero lentamente da me i loro cazzi trascinandosi lo sperma. La mia bocca ed il mio culo sbavavano mentre crollavo sul pavimento.
Mi schiarii la gola e presi un respiro calmante e profondo. Il mio culo doleva, la mia gola era rivestita di sperma, la faccia era imbrattata. Chiusi gli occhi, corpi sudati mi erano vicini, la testa di Giorgio sul mio torace.
Ci addormentammo.
La cosa seguente di cui fui cosciente era che il sole stava splendendo nei miei occhi. Mi svegliai nel momento in cui il campanello trillava. Giorgio e Kim alzarono le loro teste. Avevamo dormito sul pavimento tutta la notte.
"Signor Pete? E’ in casa? Signor Pete?"
Capii che era Dante, il ragazzo del quartiere a cui stavo dando lezioni di arte.
"Sono qui, Dante. Dammi un secondo." Afferrai un accappatoio dall'armadio e misi un dito sulle labbra rivolgendomi a Giorgio e Kim.
"Rapidi, andate in camera da letto. Mettetevi qualche cosa.”
Mi sentivo appiccicoso con sperma essiccato che mi imbrattava la faccia mentre aprivo la porta.
Dante entrò sorridere mentre mi guardava curioso.
"Si è dimenticato signor Pete? Sarei passato a salutarla prima di finire la scuola."
Kim e Giorgio uscirono dalla camera da letto degli ospite avvolto in un asciugamano.
"Ciao ragazzo... "

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